LE PARTICELLE FONDIARIE DI DERMULO E I LORO PROPRIETARI
MAPPA CON I PROPRIETARI DEL 1780
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DAL n.202 AL n.302 |
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Toponimo Anno
Proprietario
Note
p.1427 Spaur Pietro
d.1427
Spaur Giovanni
Spaur Giorgio 1467
Spaur Pancrazio
Spaur Rolando
Concio * 1491
Spaur Daniele
Han Corrado
* 1505
Spaur Ulrico
Spaur Simone
Spaur Leonardo 1521
1527 1539
Spaur Ulrico
Bartolomeo Zanollo *
Leonardo Zanollo *
1557
1558 1561
Spaur Cristoforo
Giovanni Zanollo *
Romedio Zanollo *
1564
1569
Spaur Cristoforo
Berti Antonio * 1583 Spaur Ferdinando Berti Giovanni *
Cova Bartolomeo * 1606 Firmian Odorico 1660
1669 Firmian N. 1695 Firmian N. 1767 1780
1825
Pinamonti Francesco
1859
Pinamonti Carlo
1870
1890 Pinamonti Francesco eredi
1890
1904 Pinamonti
1890
1904 Pinamonti
1890
1904 Pinamonti
SUPERFICIE 10720 mq
Assieme alle future p.f. 203 e 228, il luogo era pertinente del molino di Plouà,
in riva al Noce nel territorio di Tassullo. Il mulino apparteneva ai dinasti di
Castel Valer da tempo immemorabile, e fu da loro venduto ad Odorico Firmian nel
1606. Era consuetudine dare in locazione perpetuale tutto il complesso di Plouà a qualche
mugnaio.
Evidentemente, dopo il 1870 tutta la zona di Scol, comprendete il dirupo (p.f.
203) e il bosco sottostante (p.f. 202) erano proprietà di Antonio Pinamonti di
Tassullo e dopo la sua morte, finirono in mano ai tre figli Modesto, Riccardo e
Luigi.
* Locatario
Figli del fu Pietro Spaur.
Molto probabilmente Concio era la stessa persona di Corrado Han senior.
Corrado figlio del fu Corrado Han era originario di
Würzburg in Baviera. Il cognome Han (Hahn) specificato nel documento con "ovvero
Gal", cioè Gallo, cambiò nei documenti in Zanolo.
Figli ed eredi di Daniele Spaur.
Il mulino nelle divisioni fra i fratelli pervenne ad Ulrico. Nel 1527 sono
investiti del mulino i fratelli Bartolomeo e Leonardo figli del fu Zanollo,
chiaramente identificati come nipoti di Corrado Han il vecchio.
Giovanni e Romedio erano fratelli e figli del fu Bartolomeo ed abitano al mulino
di Ploà. Nel 1561 i locatari entrarono in controversia con lo Spaur per la cattiva
gestione dei beni.
1573
Nel 1564
Antonio figlio del fu Semblante Berti di Rallo, fu investito
perpetuamente del luogo. Nel 1573 Antonio acquisì il bosco di Traina che venne
quindi aggregato ai beni di Plouà.
Giovanni era figlio del fu Simone di Rallo. Bartolomeo Cova di Tuenno aveva
stipulato una locazione temporale per solamente un anno.
Il terreno fu venduto dal barone Ferdinando Spaur a Odorico Firmian.
Valentini Giovanni *
Giovanni era il probabile mugnaio anche se non espressamente citato come tale.
Nel 1669 un tale Battista Zanatti si rese responsabile di usurpazione a danno di
Giovanni Valentini.
Proprietà risultante da confine ovest della p.f. 229.
di Rallo.
di Rallo. L'erede fu Antonio Pinamonti.
Figlio del fu Antonio di Tassullo p.f. 202/2 .
Figlio del fu Antonio di Tassullo p.f. 202/1.
Figlio del fu Antonio di Tassullo
p.f. 202/3 e 202/4.
Toponimo |
Anno |
Proprietario |
Note |
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p.1427 |
Spaur Pietro |
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SUPERFICIE 8850 mq Assieme alle future p.f. 202 e 228 il luogo era pertinente del molino di Plouà, in riva al Noce nel territorio di Tassullo. Il mulino apparteneva ai dinasti di Castel Valer da tempo immemorabile e fu da loro venduto ad Odorico Firmian nel 1606. Era consuetudine dare in locazione perpetuale tutto il complesso di Plouà a qualche mugnaio. Evidentemente, dopo il 1870 tutta la zona di Scol, comprendete il dirupo (p.f. 203) e il bosco sottostante (p.f. 202) erano proprietà di Antonio Pinamonti di Tassullo e dopo la sua morte finirono in mano ai tre figli Modesto, Riccardo e Luigi. * Locatario |
d.1427 |
Spaur Giovanni Spaur Giorgio |
Figli del fu Pietro Spaur. | |
1467 |
Spaur Pancrazio Spaur Rolando Concio * |
Molto probabilmente Concio era la stessa persona di Corrado Han senior. | ||
1491 |
Spaur Daniele
Han Corrado
* |
Corrado figlio del fu Corrado Han era originario di Würzburg in Baviera. Il cognome Han (Hahn) specificato nel documento con "ovvero Gal", cioè Gallo, cambiò nei documenti in Zanolo. | ||
1505 |
Spaur Ulrico Spaur Simone Spaur Leonardo |
Figli ed eredi di Daniele Spaur. | ||
1521 1527 1539 |
Spaur Ulrico Bartolomeo Zanollo * Leonardo Zanollo *
|
Il mulino nelle divisioni fra i fratelli pervenne ad Ulrico. Nel 1527 sono investiti del mulino i fratelli Bartolomeo e Leonardo figli del fu Zanollo chiaramente identificati come nipoti di Corrado Han il vecchio. | ||
1557 1558 1561 |
Spaur Cristoforo Giovanni Zanollo * Romedio Zanollo *
|
Giovanni e Romedio sono fratelli e figli del fu Bartolomeo e abitano al mulino di Ploà. Nel 1561 i locatari entrano in controversia con lo Spaur per la cattiva gestione dei beni. | ||
1564
1569 |
Spaur Cristoforo Berti Antonio * |
Nel 1564 Antonio figlio del fu Semblante Berti di Rallo fu investito perpetuamente del luogo. Nel 1573 Antonio acquisiva il bosco di Traina che venne quindi aggregato ai beni di Plouà. | ||
1583 |
Spaur Ferdinando Berti Giovanni * Cova Bartolomeo * |
Giovanni era figlio del fu Simone di Rallo. Bartolomeo Cova di Tuenno aveva stipulato una locazione temporale per solamente un anno. | ||
1606 |
Firmian Odorico |
Il terreno fu venduto dal barone Ferdinando Spaur a Odorico Firmian. |
||
1660 1669 |
Firmian N. |
Giovanni era il probabile mugnaio anche se non espressamente citato come tale. Nel 1669 un tale Battista Zanatti si rese responsabile di usurpazione a danno di Giovanni Valentini | ||
1695 |
Firmian N. |
Proprietà risultante da confine ovest della p.f. 229. | ||
1767 1780 1825 |
Pinamonti Francesco |
Rallo | ||
1859 |
Pinamonti Carlo |
Rallo | ||
1870 1890 |
Pinamonti Francesco eredi |
di Rallo. L'erede fu Antonio Pinamonti. | ||
1890 1904 |
Pinamonti Modesto |
Figlio del fu Antonio di Tassullo p.f. 203/2. | ||
1890 1904 |
Pinamonti Riccardo |
Figlio del fu Antonio di Tassullo p.f. 203/1. | ||
1890 1904 |
Pinamonti Luigi |
Figlio del fu Antonio di Tassullo p.f. 203/3 e 203/4. |
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1534
1561 1577
Inama Antonio I
d.1577
1581
Betta Pantaleone
Cordini Martino *
1604
1625
Betta Pantaleone Eredi
Massenza Domenico * 1630
1640 1646
Betta Bonifacio
Bonvicini Giorgio *
Pellegrini Andrea * 1657
Betta Bonifacio Eredi
Massenza Concio * 1659
Betta Giovanni Pantaleone
Inama Silvestro II * 1671
1688 1723
Betta Antonio
Inama Giacomo II * 1733
1739 1771
Betta Bonifacio
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Giovanni * 1777
1783
Betta Francesco
Emer Giovanni * 1780
Betta Bonifacio Eredi
Emer Giovanni * 1792
Benedetti Paolina
Melchiori Antonio * 1793
1815
Gentili Gertrude
Gentili Marietta
Endrizzi Giacomo *
1858
1883
Widmann Alfonso
Inama Baldassarre *
1885
1894
Widmann Alfonso Eredi
Inama Agostino *
1895
1903
1904
Widmann Alfonso
Fondazione Stipendiaria Widmann
p.1947 Widmann Alfonso
1947 Tamè Vigilio
Tamè Agostino Tamè Maria
Tamè Silvia
SUPERFICIE 3250 mq
Non è certo che il pascolo appartenesse ad Antonio Inama, ma è comunque molto
probabile, visto che il terreno a monte gli apparteneva.
* Affittuario
Sembra che assieme a Martino fosse affittuario anche il fratello
Gervasio.
Domenico è attestato affittuario nel 1604.
Il Bonvicin che era di Salter è attestato affittuario dal 1628 al 1637,
mentre Andrea Pellegrini dal 1640 al 1644.
Silvestro è attestato affittuario nel 1659 al 1669.
Giacomo è attestato affittuario nel 1671.
Antonio e Giovanni erano figli di Gio. Battista e li troviamo affittuari fino al 1768.
L'Emer era affittuario dal 1778.
L'Emer proseguì con l'affitto fino al 1787.
Vedova
di Francesco Betta in quell'anno moglie di Michele Gentili di Sanzeno.
Gertrude e Marietta erano sorelle, figlie di Paolina e Michele.
Giacomo fu affittuario fino al 1804.
1815
1835
Widmann don Romedio
Tamè Vittore *
Per acquisto fatto alle sorelle Gentili.
1836
ca.1850
Widmann Alfonso
Tamè Vittore *
Agostino fu affittuario fino al 1899.
Alfonso abitava a Magrè. La Fondazione era stata istituita da don Romedio
Widmann il 14 settembre 1841.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1534
1561 1577
Inama Antonio I
1569
1581
Betta Pantaleone
Cordini Martino * 1604
1625
Betta Pantaleone Eredi
Massenza Domenico * 1630
1640 1646
Betta Bonifacio
Bonvicini Giorgio *
Pellegrini Andrea * 1657
Betta Bonifacio Eredi
Massenza Concio * 1659
Betta Giovanni Pantaleone
Inama Silvestro II * 1671
1688 1723
Betta Antonio
Inama Giacomo II * 1733
1739 1771
Betta Bonifacio
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Giovanni * 1777
1783
Betta Francesco
Emer Giovanni * 1780
Betta Bonifacio Eredi
Emer Giovanni * 1792
Benedetti Paolina
Melchiori Antonio * 1793
1815
Gentili Gertrude
Gentili Marietta
Endrizzi Giacomo *
1858
1883
Widmann Alfonso
Inama Baldassarre *
1885
1894
Widmann Alfonso Eredi
Inama Agostino *
1895
1903
1904
Widmann Alfonso
Fondazione Stipendiaria Widmann
p.1947 Widmann Alfonso
1947 Tamè Vigilio
Tamè Agostino Tamè Maria
Tamè Silvia
SUPERFICIE 6100 mq
Non è certo che le due p.f. appartenessero ad Antonio Inama, ma è comunque molto
probabile, visto che il terreno a sud gli apparteneva.
* Affittuario
Sembra che assieme a Martino fosse affittuario anche il fratello
Gervasio.
Domenico è attestato affittuario nel 1604.
Il Bonvicin che era di Salter è attestato affittuario dal 1628 al 1637,
mentre Andrea Pellegrini dal 1640 al 1644.
Silvestro è attestato affittuario nel 1659 al 1669.
Giacomo è attestato affittuario nel 1671.
Antonio e Giovanni erano figli di Gio. Battista e li troviamo affittuari
assieme fino al 1768.
L'Emer era affittuario dal 1778.
L'Emer proseguì con l'affitto fino al 1787.
Vedova
di Francesco Betta in quell'anno moglie di Michele Gentili di Sanzeno.
Gertrude e Marietta erano sorelle, figlie di Paolina e Michele.
Giacomo fu affittuario fino al 1804.
1815
1835
Widmann don Romedio
Tamè Vittore *
Per acquisto fatto alle sorelle Gentili.
1836
ca.1850
Widmann Alfonso
Tamè Vittore *
Coredo.
Coredo.
Agostino fu affittuario fino al 1899.
Alfonso abitava a Magrè. La Fondazione era stata istituita da don Romedio
Widmann il 14 settembre 1841.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1534
Cordini Antonio II
d.1534
1554
Cordini Simone I 1569
1581
Betta Pantaleone
Cordini Martino * 1604
1625
Betta Pantaleone Eredi
Massenza Domenico * 1630
1640 1646
Betta Bonifacio
Bonvicini Giorgio *
Pellegrini Andrea * 1657
Betta Bonifacio Eredi
Massenza Concio * 1659
Betta Giovanni Pantaleone
Inama Silvestro II * 1671
1688 1723
Betta Antonio
Inama Giacomo II * 1733
1739 1771
Betta Bonifacio
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Giovanni * 1777
1783
Betta Francesco
Emer Giovanni * 1780
Betta Bonifacio Eredi
Emer Giovanni * 1792
Benedetti Paolina
Melchiori Antonio * 1793
1815
Gentili Gertrude
Gentili Marietta
Endrizzi Giacomo *
1858
1883
Widmann Alfonso
Inama Baldassarre *
1885
1894
Widmann Alfonso Eredi
Inama Agostino *
1895
1903
1904
Widmann Alfonso
Fondazione Stipendiaria Widmann
p.1947 Widmann Alfonso
1947 Tamè Vigilio
Tamè Agostino Tamè Maria
Tamè Silvia
SUPERFICIE 2500 mq
* Affittuario
Nel 1554 il terreno individuato con la futura p.f. 211, risultava confinare a
ovest con Simone Cordini. Di conseguenza
prima era di Antonio Cordini e prima ancora, forse, di Nicolò Cordini.
Sembra che assieme a Martino fosse affittuario anche il fratello
Gervasio.
Domenico è attestato affittuario nel 1604.
Il Bonvicin che era di Salter è attestato affittuario dal 1628 al 1637,
mentre Andrea Pellegrini dal 1640 al 1644.
Silvestro è attestato affittuario nel 1659 al 1669.
Giacomo è attestato affittuario nel 1671.
Antonio e Giovanni erano figli di Gio. Battista e li troviamo affittuari
fino al 1768.
L'Emer era affittuario dal 1778.
L'Emer proseguì con l'affitto fino al 1787.
Vedova
di Francesco Betta in quell'anno moglie di Michele Gentili di Sanzeno.
Gertrude e Marietta erano sorelle, figlie di Paolina e Michele.
Giacomo fu affittuario fino al 1804.
1815
1835
Widmann don Romedio
Tamè Vittore *
Per acquisto fatto alle sorelle Gentili.
1836
ca.1850
Widmann Alfonso
Tamè Vittore *
Coredo.
Coredo.
Agostino fu affittuario fino al 1899.
Alfonso abitava a Magrè. La Fondazione era stata istituita da don Romedio
Widmann il 14 settembre 1841.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1534
1561 1577
Inama Antonio I
d.1577
1581
Betta Pantaleone
Cordini Martino * 1604
1625
Betta Pantaleone Eredi
Massenza Domenico * 1630
1640 1646
Betta Bonifacio
Bonvicini Giorgio *
Pellegrini Andrea * 1657
Betta Bonifacio Eredi
Massenza Concio * 1659
Betta Giovanni Pantaleone
Inama Silvestro II * 1671
1688 1723
Betta Antonio
Inama Giacomo II * 1733
1739 1771
Betta Bonifacio
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Giovanni * 1777
1783
Betta Francesco
Emer Giovanni * 1780
Betta Bonifacio Eredi
Emer Giovanni * 1792
Benedetti Paolina
Melchiori Antonio * 1793
1815
Gentili Gertrude
Gentili Marietta
Endrizzi Giacomo *
1858
1883
Widmann Alfonso
Inama Baldassarre *
1885
1894
Widmann Alfonso Eredi
Inama Agostino *
1895
1903
1904
Widmann Alfonso
Fondazione Stipendiaria Widmann
p.1947 Widmann Alfonso
1947 Tamè Vigilio
Tamè Agostino Tamè Maria
Tamè Silvia
Antonio detto "Marin",
risultava proprietario del terreno nel 1534 e nel 1561, come da confini della futura p.f. 210. Nel 1558
la proprietà di Antonio è risultata anche dai confini della futura p.f. 200/3.
SUPERFICIE 4050 mq
La porzione sopra la riga arancione (detta Plantum) apparteneva nel 1716 ai
fratelli Giacomo e Pietro Mendini figli di Nicolò. Quindi è molto probabile che
in precedenza fosse appartenuta a Nicolò.
Nel 1763 Bartolomeo Mendini
acquisì il terreno dalla cugina Maddalena,
figlia unica di Giacomo. Infine Bartolomeo lo cedette al Betta nel 1774.
Della p.f. 208 però, fa parte anche una porzione che originariamente era stata
assegnata alla p.f. 215, proprio a fianco del piccolo terreno che fu di
Bartolomeo Mendini di cui si è parlato sopra.
* Affittuario
Dopo la morte di Antonio il terreno fu acquisito da Pantaleone Betta. Nel 1581
la proprietà risulta dai confini della futura p.f. 210.
Sembra che assieme a Martino fosse affittuario anche il fratello
Gervasio.
Domenico è attestato affittuario nel 1604.
Il Bonvicin che era di Salter è attestato affittuario dal 1628 al 1637,
mentre Andrea Pellegrini dal 1640 al 1644.
Silvestro è attestato affittuario nel 1659 al 1669.
Giacomo è attestato affittuario nel 1671.
Antonio e Giovanni erano figli di Gio. Battista e li troviamo affittuari
fino al 1768.
L'Emer era affittuario dal 1778.
L'Emer proseguì con l'affitto fino al 1787.
Vedova
di Francesco Betta in quell'anno moglie di Michele Gentili di Sanzeno.
Gertrude e Marietta erano sorelle, figlie di Paolina e Michele.
Giacomo fu affittuario fino al 1804.
1815
1835
Widmann don Romedio
Tamè Vittore *
Per acquisto fatto alle sorelle Gentili.
1836
ca.1850
Widmann Alfonso
Tamè Vittore *
Coredo.
Coredo.
Agostino fu affittuario fino al 1899.
Alfonso abitava a Magrè. La Fondazione era stata istituita da don Romedio
Widmann il 14 settembre 1841.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1780
1798
1825
1859
1870
1879 1902
1904
Tamè Emanuele
SUPERFICIE 0 mq
Oggi la p.f. non esiste più perchè conglobata nella
p.f. 224.
Giuseppe abitava a Taio.
Taio.
Taio.
Aggiudicazione del 1902.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1350
Castel Valer
Nascimbene fu Raimondino *
1357
1381
Castel Valer
Odorico fu Nascimbene
*
Castel Valer
Raimondino II fu Odorico
*
Castel Valer
Gregorio I fu Raimondino
*
Castel Valer
Raimondino III fu Gregorio
*
Castel Valer
Mendini Antonio I
*
Castel Valer
Mendini Giovanni II
*
Castel Valer
Mendini Antonio II
*
Castel Valer
Mendini Giovanni IV
*
Castel Valer
Mendini Matteo fu Giovanni
*
Castel Valer
Mendini Antonio fu Giovanni
*
Castel Valer
Mendini Giacomo
III
*
Mendini Giacomo Antonio II
*
Castel Valer
Mendini Giacomo
III
* d.1763 1780
1798
Castel Valer
d.1798
1811
Castel Valer
Mendini Vigilio
*
1811
1819
Castel Valer
Mendini Giacomo
* 1819 1825
1859 1872
1872
1879
1881
Emer Romedio
1 2 3
1881
Inama Daniele 1
Inama Ernesto
2 1904
1905
Widmann Alfonso
3 1899
1904
Inama Ernesto
2 1915
Inama Ernesto eredi
2
1899
1904
1906
Inama Daniele
1
1932
Inama Augusto 1
Inama Vittorio
1
d.1932
Emer Guido 1
ca.1940
Inama Alessandro
2
p.1947 Widmann Alfonso
3
1947 Tamè Vigilio
3
Tamè Agostino
3 Tamè Maria
3
Tamè Silvia
3
d.1947 Chistè Silvio
3
SUPERFICIE
1012 mq + 158 mq
Il terreno faceva parte, assieme alla casa n. 20-21 ed a alri terreni, del
maso di Castel Valer.
Nel 1819 è detto a Poz ossia alla Fontana.
Nel 1881, quando il terreno passò in mano ai fratelli Ernesto e Daniele Inama, si
presentava ancora integro. In seguito fu frazionato in 210/1, 210/2 e 210/3.
Dopo l'allargamento della strada che scende al depuratore (in passato solamente
consortile) si sono create ulteriori due p.f.: 210/4 e 210/5.
Affittuario *
ca.1400
1427
ca.1472
ca.1472
ca.1510
ca.1510
ca.1525
1534
1561
ca.1569
1581
1625
ca.1630
1645
Mendini Antonio fu Giovanni
*
1646
1721
Nel 1714 la parte sotto la strada consortile, ovvero le odierne p.f. 210/3,
210/4 e 210/5 erano di proprietà di Giacomo Antonio; mentre le restanti, a monte
della strada consortale, erano di Giacomo.
1735
1745
1763
Alla morte del fratello Giacomo Antonio, Giacomo divenne l'unico possessore
del terreno che poi ereditò il figlio Romedio Maria.
Vigilio
fu Romedio Maria nel 1811 vendette il terreno al fratello Giacomo abitante a Taio.
Giacomo
fu Romedio Maria abitava a Taio. Nel 1819 assegnò il prato al figlio don
Giacomo.
Taio.
Romedio figlio del fu Romedio
Emer, acquisì il prato da don
Giacomo Mendini.
I due fratelli Inama acquistarono il prato da Romedio Emer nel 1881.
Romedio aveva acquisito la p.f. 210/3.
Solo la p.f. 210/3 acquisita in permuta da Romedio
Inama.
Ernesto
fu Giovanni detto Fogia possedeva la p.f. 210/2.
Solo la p.f.
210/2.
Daniele
fu Giovanni
possedeva la p.f.
210/1 come da divisioni del 1899.
Inama Mario 1
I tre fratelli nel 1932, possedevano un terzo indiviso ciascuno della p.f. 210/1.
Solo la p.f.
210/2.
p.f.
210/3
p.f.
210/3
p.f.
210/3
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1530
Cordini Delaito
ca.1550
Cordini Pietro
1554
Cordini Anna
1554
Martini Giacoma
ca.1590
Inama Silvestro I
Inama Salvatore III
p.1684
Panizza Giovanni Antonio 1687
Panizza don Pietro
Panizza Giovanni Andrea
1695
p.1699
Inama Giacomo II 1700
1723
Inama Silvestro III 1745 1780
1782 1782 1825
Panizza Luigi
1859
1870
Panizza Giovanna
Inama Giovanni *
1892
1896
1904
Panizza Augusto
SUPERFICIE 2100 mq
Le p.f. 212 e 213 sono state conglobate nella p.f.
211.
* Affittuario
figlio di Delaito.
figlia di Pietro.
vedova di Vittore I Inama.
E' probabile che il terreno fosse finito in mano del notaio Salvatore e quindi
da lui alienato a Giovanni Antonio Panizza.
Nel 1745 la proprietà risulta anche da confini della p.f. 224.
Taio. Erede di Giacomo Antonio Inama.
Giovanni era figlio del fu Antonio e nel 1872 era affittuario dei Panizza.
Il terreno in questo caso è denominato Fasse.
Augusto era il
nipote di Giovanna Panizza
(+1892) e Filippo Panizza (+1896).
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1534
Inama Salvatore I
ca.1550
Inama Vittore I
d.1550
1561
Inama Salvatore III
d.1550
1581
Inama Silvestro I
1600
1625 1642
Inama Vittore II
d.1642
1681
Inama Silvestro II
d.1681
1695 1699
Inama Giacomo II d.1699
1700
1723
1745
Inama Silvestro III 1745 1780
1782 1782
1798 1825
Panizza Luigi
1859
1870
Panizza Giovanna
(Panizza Filippo)
Inama Giovanni *
1892
1896
1904
Panizza Augusto
figlio di Rigolo. Nel 1534 risultante dai confini della futura p.f. 210.
SUPERFICIE 408 mq
Oggi frazionata in 214/1 sopra la strada che porta al
depuratore e 214/2, sotto la stessa strada.
* Affittuario
figlio di Vittore I. Nel 1561
risultante dai confini della futura
p.f. 210.
Silvestro I probabilmente ereditò il terreno dal fratello Salvatore III.
Nel 1600 da confini della futura
p.f. 210, risultavano proprietari gli eredi di Silvestro I.
Nel 1625 da confini della
futura p.f. 210 risultava proprietario Vittore II fu Silvestro
Inama.
Nel 1798 la proprietà risulta da confine della
p.f. 217.
Filippo Panizza era il cugino di Giovanna, con la quale era convolato a nozze.
Giovanni era figlio del fu Antonio e nel 1872 era affittuario dei Panizza.
Nipote di Giovanna
(+1892) e Filippo (+1896).
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1534
Inama Salvatore I
ca.1550
Inama Vittore I
1550 1558
1561
Inama Salvatore III
d.1550
1581
Inama Silvestro I
1600
1625 1642
Inama Vittore II
d.1642
1680
Inama Silvestro II
d.1680
1699
Inama Giacomo II d.1699
1723
1745
Inama Silvestro III 1745 1780
1782 1782 1825
Panizza Luigi
1859
1870
Panizza Giovanna
(Panizza Filippo)
Inama Giovanni *
1895
Panizza Augusto
SUPERFICIE 781 mq
Oggi la p.f. è frazionata in 215/1 sopra la strada che porta al
depuratore e 215/2, sotto la stessa strada.
* Affittuario
Nel 1558 la proprietà risulta anche da confini della futura p.f. 200/3.
Silvestro I probabilmente ereditò il terreno dal fratello Salvatore III.
Nel 1680 tramite le divisioni fra i fratelli Giacomo e Vittore Inama figli di
Silvestro II, il terreno perverrà a Giacomo II.
Luigi fu l'erede universale di Giacomo Antonio Inama.
Filippo Panizza era il cugino di Giovanna, con la quale era convolato a nozze.
Giovanni era figlio del fu Antonio e nel 1872 era affittuario dei Panizza.
Nipote di Giovanna
(+1892) e Filippo (+1896).
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1618
1774
Giuseppe Tamè * 1780
Francesco Mendini *
1798
1799
1801
Mendini Giuseppe *
Mendini Pietro *
1803
Tamè Antonio *
d.1803
Giovanni Battista Inama * 1825
Giacomo Inama *
1850
1855
Inama Giovanni
d.1855
1859
1870
1904
d.1905
Inama Annibale
d.1908
Inama Alessandro
SUPERFICIE 202 mq
Detto Sonda Longia o a Poz. Fino al 1825 formava un'entità unica con la
p.f. 217.
Oggi la p.f. è frazionata in 216/1 sopra la strada che porta al
depuratore e 216/2, sotto la stessa strada.
* Affittuario.
Giuseppe e Pietro erano
fratelli e figli di Francesco Mendini. La locazione non era perpetuale.
Nella locazione è citato solamente come Giovanni Inama
fu Giacomo. In realtà si trattava di Giovanni Battista fu Giacomo Inama, quindi
era il fratello di Giuseppe Inama.
Nel 1825 risulta che Giacomo fu Giuseppe Inama deteneva il prato in locazione
perpetuale dalla Chiesa.
Giovanni era il
figlio di Giacomo Inama Sep.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1618
1774
Giuseppe Tamè * 1780
Francesco Mendini *
1798
1799
1801
Mendini Giuseppe *
Mendini Pietro *
1803
Tamè Antonio *
d.1803
Giovanni Battista Inama * 1825
Giacomo Inama *
1850
1859
1868
d.1868
1870
1881
1881
1904
d.1905
Inama Annibale
d.1908
Inama Alessandro
La proprietà della chiesa risulta per la prima volta dall'inventario dei beni di quell'anno.
SUPERFICIE 177 mq
Detto Sonda Longia o a Poz. Fino al 1825 formava un'entità unica
con la p.f. 216.
Oggi la p.f. è frazionata in 217/1 sopra la strada che porta al
depuratore e 217/2, sotto la stessa strada.
* Affittuario.
Giuseppe e Pietro erano
fratelli e figli di Francesco Mendini. La locazione non era perpetuale.
Nella locazione è citato solamente come Giovanni Inama
fu Giacomo. In realtà si trattava di Giovanni Battista fu Giacomo Inama, quindi
era il fratello di Giuseppe Inama.
Nel 1825 risulta che Giacomo fu Giuseppe Inama deteneva il prato in locazione
perpetuale dalla Chiesa.
Giacomo era figlio del fu Giacomo
Inama Sep.
Lorenzo fu Lorenzo
acquistò il prato da Giacomo Inama per l'importo di 28 Fiorini Austriaci. Nel 1881 vendette il terreno a
Eugenio Inama.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1780
1825
1859
1870
SUPERFICIE 45 mq
Oggi a questo numero di particella è stata assegnata
anche la strada che porta al depuratore. Su questa p.f. insisteva la fontana,
per cui la zona circostante era detta anche "alla Fontana".
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1877
1903 Emer Germano
Emer Basilio
Emer Geremia
1904 Emer Germano
Emer Geremia
SUPERFICIE 650 mq
Oggi la superficie della p.f. è limitata al terreno a
nord della casa di Endrizzi Egidio. La casa ha infatti occupato gran parte della
p.f.
Figlio di Antonio.
Cristoforo abitava a Fondo.
Nel 1534 la proprietà risulta anche dai confini della futura p.f. 210.
I due fratelli possedettero il luogo in comunione ma, alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morte
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 vendettero il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistò, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva pure questo prato.
Nel 1904 i fratelli Germano e Geramia acquisirono la terza parte del terreno
dai loro nipoti, figli del fu Basilio Emer che abitavano in Brasile.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1600
1613
Inama Marino III
1630
ca.1671
Inama Antonio d.1642
1690
Inama Vittore III
1695
1715
Inama Giovanni Giacomo I
1713
Mendini Antonio VI d.1713
1715 1737
Mendini Antonio VII d.1737
1763
Mendini Giacomo III d.1763 1780
1798 d.1798
1812
Mendini Vigilio 1812
Inama Silvestro 1813 1825
1840
d.1840
1859 d.1859
1894
Inama Giovanni 1895
Inama Ernesto
Inama Daniele 1899
Inama Ernesto
1899
1903
1904
Inama Daniele 1915
Inama Ernesto eredi
La proprietà di Marino è plausibile per la presenza, documentata nel 1646, dei
suoi nipoti nei terreni confinanti. Riferito alla futura p.f. 222.
SUPERFICIE 1450 mq
Detta anche alla Fontana e Fasseta (p.f.220).
Oggi la p.f. 220 è divisa in 220/1 e 220/2; la p.f.
222, in 222/1 e 222/2.
Antonio era figlio di Marino III. La figlia Lucia era andata in moglie ad
Antonio Mendini VI.
Riferito alla futura p.f. 222.
Riferito alla futura p.f. 220.
Riferito alla futura p.f. 220.
Riferito alla futura p.f. 222.
Nel 1715 Antonio acquistò da Giovanni Giacomo Inama la futura p.f. 220,
diventando proprietario di entrambe le future p.f.
Giacomo ereditò il terreno dal cugino Antonio.
Vigilio nel 1812 vendette il terreno a Silvestro Inama.
Silvestro era figlio del fu Gaspare Inama.
Antonio era figlio del fu Silvestro
Inama.
Giovanni Domenico fu Michele eredita il prato dallo zio Antonio.
fu Giovanni Domenico
Ernesto
fu Giovanni detto Fogia p.f. 220/1 e 222/1.
Daniele era figlio del fu Giovanni detto Fogia.
Le p.f.
220/2, 221 e 222/2 da divisioni del 1899.
p.f.
220/1 e 222/1.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1554
1581
Chiesa di Dermulo 3
1625
1631
Chiesa di Dermulo 3
Mendini Antonio *
Inama Valentino II 2 1646
Chiesa di Dermulo 3
Inama Marino V
2
Inama Giovanni Battista I
2
Mendini Giacomo I
1 ca.1670
1686
Chiesa di Dermulo 3
Massenza Vittore
2
1687
Chiesa di Dermulo 3
Mendini Antonio VI
2
Mendini Giacomo II
1
1695
Chiesa di Dermulo 3 1716
Chiesa di Dermulo 3
Mendini Giacomo *
Mendini Pietro Antonio *
1717
1737
Mendini Giacomo III
1
Mendini Antonio VII 2
d.1737
1763
Mendini Giacomo III
1 2
Chiesa di Dermulo 3
1774
Chiesa di Dermulo 3
Tamè Giuseppe *
d.1763 1780 1799
Chiesa di Dermulo 3
Mendini Anna *
1825
p.1834 1834
1836
Mendini Romedio
2 1836
1865
Mendini Giuseppe
1 2 3
1865
1870
1871
1871
1879 1900
1904
Tamè Dionigio 1902
1904
Tamè Emanuele
Nel 1554 la proprietà risulta dai confini della futura
p.f. 211. Nel 1581
la proprietà risulta
dai confini della futura
p.f. 210.
SUPERFICIE 5.500 mq
Attualmente la p.f. si presenta frazionata in 224/1, la cui
parte nord-est è stata occupata dalla casa oggi di Marcello Dapaoli, e in 224/2,
nella quale è stata conglobata la p.f. 209 che si trovava ad ovest, e la p.f. 223 che
si trovava a sud. La p.f. 224/1 è stata ulteriormente ridotta, essendo parte
della sua superficie assorbita dalla contigua p.f. 225.
La parte sud in passato era detta Poz.
* Affittuario
Antonio fu Giovanni Mendini sembra locatario del terreno della chiesa nel 1625.
La porzione 2, fino al 1631, era probabilmente posseduta da Valentino Inama, padre
di Marino e Giovanni Battista.
La proprietà della chiesa risulta dai confini dei terreni dei due fratelli Inama
che a loro volta possedevano la porzione 2 (Marino la parte a sud e Giovanni
Battista la parte a nord). Dai confini della p.f. 225, nel 1640 risulta che la
proprietà era Mendini.
Intorno al 1670 la porzione 2 pervenne in mano a Vittore Massenza. E' probabile
che ci fossero stati dei passaggi intermedi.
Nel 1687, Antonio Mendini acquistava dagli eredi di Vittore Massenza la porzione
2. Da tale vendita, risultava che la porzione 1 era posseduta da Giacomo Mendini.
La proprietà della chiesa risulta dal confine nord della futura
p.f. 220,
proprietà di Giovanni Giacomo Inama.
Nel 1716 il terreno della chiesa veniva locato perpetuamente ai fratelli
Giacomo e Pietro Antonio Mendini.
Dopo il 1737 Giacomo erediterà la porzione 2 dal cugino Antonio.
Dopo Giuseppe fu investito il figlio Antonio Tamè, e infine Anna vedova di
Romedio Maria Mendini.
Anna era la vedova di Romedio Maria Mendini.
Romedio fu Vigilio Mendini fu erede dello zio Romedio qui sopra citato.
Acquistando nel 1836 la parte del cugino Romedio, Giuseppe
fu Giacomo Mendini di Taio,
diventò unico
proprietario della p.f. 224. Evidentemente tempo prima era stato acquisita la
porzione 3 della chiesa.
I tre fratelli Mendini di Taio, vendettero con documento del 1873,
il terreno in precedenza (1871) assegnato con asta volontaria ai fratelli Tamè.
La p.f.
224/1 risulta dalla donazione del 1900.
Le p.f.
224/2 e 223 dall'aggiudicazione del 1902.
Toponimo Anno
Proprietario
Note
p.1581 Cordini Martino
d.1581 Betta Pantaleone Cordini Martino
* 1604
1625
Betta Pantaleone Eredi
Massenza Domenico * 1630
1640 1646
Betta Bonifacio
Bonvicini Giorgio *
Pellegrini Andrea * 1657
Betta Bonifacio Eredi
Massenza Concio * 1659
Betta Giovanni Pantaleone
Inama Silvestro II * 1671
1688 1723
Betta Antonio
Inama Giacomo II * 1733
1739 1771
Betta Bonifacio
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Giovanni * 1777
1783
Betta Francesco
Emer Giovanni * 1780
Betta Bonifacio Eredi
Emer Giovanni * 1792
Benedetti Paolina
Melchiori Antonio * 1793
1815
Gentili Gertrude
Gentili Marietta
Endrizzi Giacomo *
1858
1883
Widmann Alfonso
Inama Baldassarre *
1885
1894
Widmann Alfonso Eredi
Inama Agostino *
1895
1903
1904
Widmann Alfonso
Fondazione Stipendiaria Widmann
p.1947 Widmann Alfonso
1947 Tamè Vigilio
Tamè Agostino Tamè Maria
Tamè Silvia
Probabilmente in precedenza apparteneva a Giacomo Cordini, padre di Martino.
SUPERFICIE 2.200 mq
Questa particella, molto probabilmente in passato formava un'entità unica
assieme alle future p.f. 231, 232, 226 e 227, proprietà della famiglia Cordini.
Oggi la superficie è stata ampliata fino ad occupare,
come detto sopra, la porzione di ex particella 224, a valle dell'odierna 224/1 e
a monte dell'odierna 224/2.
* Affittuario
Il Betta acquistò il terreno da Martino Cordini. Su tale terreno era
assicurato un affitto di 5 orne di brascato in favore di Francesco
Henigler di Terzolas.
Sembra che assieme a Martino fosse affittuario anche il fratello
Gervasio.
Domenico è attestato affittuario nel 1604.
Proprietà desunta anche da un documento di censo del 1640.
Il Bonvicin che era di Salter è attestato affittuario dal 1628 al 1637,
mentre Andrea Pellegrini dal 1640 al 1644.
Silvestro è attestato affittuario nel 1659 al 1669.
La proprietà nel 1682 è desunta anche dai confini della p.f. 226.
Giacomo è attestato affittuario nel 1671.
Antonio e Giovanni erano figli di Gio. Battista e li troviamo affittuari
assieme fino al 1768.
L'Emer era affittuario dal 1778.
L'Emer proseguì con l'affitto fino al 1787.
Vedova
di Francesco Betta in quell'anno moglie di Michele Gentili di Sanzeno.
Gertrude e Marietta erano sorelle, figlie di Paolina e Michele.
Giacomo fu affittuario fino al 1804.
1815
1835
Widmann don Romedio
Tamè Vittore *
Per acquisto fatto alle sorelle Gentili.
1836
ca.1850
Widmann Alfonso
Tamè Vittore *
Agostino fu affittuario fino al 1899.
Alfonso abitava a Magrè. La Fondazione era stata istituita da don Romedio
Widmann il 14 settembre 1841.
Toponimo Anno
Proprietario
Note
1640
1662
Mendini Antonio VIII
d.1662
1682
1701
Mendini Nicolò d.1701
p.1749 1749
1760 1779
1780 1787
1815
Endrizzi Giacomo eredi p.1825
1855 d.1855
Endriocher Giuseppe eredi
1857
1859
1870
1904
Eccher Filippo
Il confine della futura p.f. 225 nomina solamente un
Mendini, che possiamo riconoscere sicuramente con Antonio, sapendo che nel 1682
il terreno apparteneva al figlio Nicolò.
SUPERFICIE 910 mq
Queste particelle, molto probabilmente in passato formavano un'entità unica
assieme alle future p.f. 231, 232 e 225, proprietà della famiglia Cordini.
Nel 1682 il terreno appare assicurato da Nicolò per una somma cui era obbligato
a pagare.
Nel 1749 Pietro Antonio assicurò la dote della nuora Maria Sborz, moglie del
figlio Antonio, intestandole questo terreno.
Nel 1760 la proprietà risulta da confini.
Da confini della p.f. 225.
Prima del 1825 gli eredi di Giacomo Endrizzi cedettero il terreno a Giuseppe
Endriocher.
Dopo il 1855 gli eredi di Giuseppe vennero in possesso del terreno.
Eccher Lorenzo
Nel 1857 Filippo acquisì il terreno per il prezzo di 64 Fiorini e 30 Carantani,
a nome anche del fratello Lorenzo.
Toponimo Anno
Proprietario
Note
p.1427 Spaur Pietro
d.1427
Spaur Giovanni
Spaur Giorgio 1467
Spaur Pancrazio
Spaur Rolando
Concio * 1491
Spaur Daniele
Han Corrado
* 1505
Spaur Ulrico
Spaur Simone
Spaur Leonardo 1521
1527 1539
Spaur Ulrico
Bartolomeo Zanollo *
Leonardo Zanollo *
1557
1558 1561
Spaur Cristoforo
Giovanni Zanollo *
Romedio Zanollo *
1564
1569
Spaur Cristoforo
Berti Antonio * 1583 Spaur Ferdinando Berti Giovanni *
Cova Bartolomeo * 1583
Inama Ercole
Inama Antonio
+1614
Inama Ercole 1614
1634
Inama Margherita
Chilovi Giacomo +1634
Chilovi Gaspare 1634
1646
Chilovi Anna Maria ca. 1655
ca. 1680
Guelmi Simone 1695
1701
Guelmi Francesco Antonio
Mendini Giacomo II * 1716
Guelmi Matteo
Mendini Giacomo II * 1749
Inama Felicita 1780
Guelmi Alberto e Nicolò 1805
Guelmi Alberto e Nicolò
Mendini Matteo * 1813
1815
1825
Martini Antonio
1859
1870
Martini don Carlo
1870 Widmann Alfonso ?
1877
1904 Emer Germano
Emer Geremia
1878
1904 Emer Alessandro
Emer Celeste Emer
Giuseppe Emer Arcangelo
SUPERFICIE 2680 mq
Nella mappa più vecchia, la p.f. 228 risulta avere una superficie minore rispetto
a quanto evidenziato nelle mappe più recenti. Infatti, la p.f. 228 ha conglobato
un'ampia parte della p.f. 229, tanto da essere direttamente confinante con la
p.f. 230, classificata "incolto". La posizione della p.f. 228 è stata riaggiustata
più volte; nella mappa del 1859 risulta invasa per una parte dalla p.f. 205.
Nelle mappe successive le è stata data la giusta dimensione, rioccupando parte
della p.f. 205 e parte della p.f. 229.
Questa p.f. faceva parte in antico, assieme alle sottostanti p.f. 202 e 203,
delle pertinenze del mulino di Plouà.
La p.f. risulta attualmente frazionata in 228/1, 228/2, 228/3 e 228/4.
* Affittuario
Molto probabilmente Concio era la stessa persona di Corrado Han senior.
1573
Ercole acquistava il bosco da Benvenuto e Pietro Berti, figli del fu Antonio di
Rallo, mugnai a Plouà. In un secondo momento, il notaio Antonio Inama abitante a
Lavis, cederà al fratello Ercole, la sua parte di bosco.
Ercole morì nel 1614 e il terreno passò alla figlia Margherita.
Margherita che era sposata con Giacomo Chilovi, ereditò il terreno dal padre
Ercole.
Gaspare ereditò la sostanza paterna ma potè goderne per poco tempo per la
sopravvenuta morte.
Anna Maria era figlia di Gaspare Chilovi.
Intorno al 1655 Simone prense in moglie Anna Maria Chilovi.
Nel 1815 è citato fra i confini nord delle proprietà Widmann.
Taio
Sarà un errore? non ho trovato il riscontro!
228/1 228/4.
Un terzo di queste p.f. fino al 1903 era posseduta in comproprietà con il
fratello Basilio emigrato in Brasile.
P.f.
228/2 e p.f. 228/3.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1554
Massenza Simone
1583
Massenza Francesco
Massenza Gaspare
Massenza Vigilio
1680
Inama Silvestro II
1 2 3
d.1680
Inama Giacomo II 3
Inama Vittore III 1 2
1695
Inama Giacomo II 3
Inama Ottavio 2
Inama Giovanni Giacomo I 1 1749
Pietro Antonio Panizza
1
Filippo Panizza 2 1780
Inama Giacomo Antonio
3 1782 1825
Panizza Luigi
1 2 3
1859
1870
Panizza Giovanna
1892
1896
1904
1908
Panizza Augusto
SUPERFICIE 4500 mq
SUPERFICIE 576 mq (p.f.230)
Questa particella, una volta costituita da solo bosco, ha
conglobato la p.f. 269 che apparteneva agli Inama di Fondo.
Però ha perso una parte, come si può rilevare dallo spezzone di mappa del 1874
qui riportato, che è stata invece conglobata nella p.f. 228.
Da confini della p.f. 226, e anche da un documento, si capisce che parte sud
della p.f. 229 e parte a monte della p.f. 228, apparteneva fino al 1680 a Silvestro Inama.
Vedi la mappa qui a fianco.
La proprietà è stata desunta dal confine nord di parte della futura p.f. 228,
assegnato infatti gli eredi di Simone Massenza.
Non è dato a sapere da chi e quando è avvenuto il passaggio dagli Inama ai
Massenza.
I fratelli divisero in due porzioni il bosco.
Nel 1695 la porzione del fu Vittore, fu divisa fra due dei suoi tre figli:
Ottavio e Giovanni Giacomo.
Già nel 1749 la porzione 1 era sicuramente in mano di Pietro Antonio Panizza,
come rilevato dai confini della futura p.f. 228. Nello stesso anno dal confine
ovest delle future p.f. 226 e 227, si evince la proprietà di don Filippo Panizza,
padre di Pietro Antonio. La porzione 3, morto nel 1745 il padre Silvestro III,
era posseduta dal figlio Giacomo Antonio Inama.
Panizza Pietro Antonio
1 2
Luigi era nipote di Pietro Antonio e fu pure erede di Giacomo Antonio Inama. Il
bosco quindi si riunificò sotto un'unica proprietà.
Dopo la morte di Luigi, il bosco pervenne alla figlia Giovanna che era convolata
a nozze con il cugino Filippo Panizza.
Dopo la morte di Giovanna (1892) e di Filippo (1896) il bosco pervenne in mano
al nipote Augusto Panizza.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1554
ca.1563
Cordini Simone I
1554
ca.1596
Cordini Baldassarre I
ca.1596
p.1626
Cordini Nicolò III
1626
1636
Cordini Baldassarre IV
1640 1646
Betta Bonifacio 1657
Betta Bonifacio Eredi 1659
Betta Giovanni Pantaleone 1671
1682
1695
1721
Betta Antonio d.1721
Inama Silvestro III 1745
1780 1782
1825
Panizza Luigi
1859
1870 Panizza Giovanna
1892
1896
1904
1908
Panizza Augusto
La proprietà risulta dal confine sud di Lamport. E' plausibile che gli
eredi di Simone, avessero venduto il terreno a Baldassarre I.
SUPERFICIE 911 mq
Molto probabilmente, in passato questa particella, formava un'entità unica
assieme alle future p.f. 232, 225, 226 e 227, proprietà della famiglia Cordini.
La bizzarra forma di questa particella è
dovuta alla situazione riscontrata all'epoca della stesura della mappa, dove
parti di pascolo libere da piante si protendevano nel bosco.
La proprietà risulta dal confine sud di Lamport.
Proprietà rilevata dal confine sud del terreno a Lamport. Forse dopo la morte di
Baldassarre IV, avvenuta nel 1636, il terreno pervenne ad una delle sue figlie, la
quale poi lo alienò a Bonifacio Betta.
Il terreno fu acquisito dal Betta la cui proprietà si rileva dal confine a sud
del terreno a Lamport.
Dopo il 1721 questa p.f. fu probabilmente venduta a Silvestro Inama.
Nel 1782 Luigi Panizza ereditò la parte di Giacomo Antonio Inama.
Dopo la morte di Luigi, il terreno pervenne alla figlia Giovanna che era convolata
a nozze con il cugino Filippo Panizza.
Dopo la morte di Giovanna (1892) e di Filippo (1896) il bosco pervenne
al nipote Augusto Panizza.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1554
ca.1563
Cordini Simone I
1554
ca.1596
Cordini Baldassarre I
ca.1596
p.1626
Cordini Nicolò III
1626
1636
Cordini Baldassarre IV
1640 1646
Betta Bonifacio 1657
Betta Bonifacio Eredi 1659
Betta Giovanni Pantaleone 1671
1682
1695
1721
Betta Antonio d.1721
Mendini Giovanni 1
Inama Silvestro III 2 1745
1780 1782
Panizza Luigi 2 1787
Panizza Pietro Antonio
1 1825
Panizza Luigi
1 2
1859
1870 Panizza Giovanna
1892
1896
1904
1908
Panizza Augusto
La proprietà risulta dal confine sud di Lamport. E' plausibile che gli
eredi di Simone avessero venduto il terreno a Baldassarre I.
SUPERFICIE 3200 mq
Molto probabilmente, in passato questa particella,
formava un'entità unica
assieme alle future p.f. 231, 225, 226 e 227, in mano alla famiglia Cordini.
La proprietà risulta dal confine sud di Lamport.
Proprietà rilevata dal confine sud del terreno a Lamport. Forse dopo la morte di
Baldassarre IV, avvenuta nel 1636, il terreno pervenne ad una delle sue figlie, la
quale poi lo alienò a Bonifacio Betta.
Il terreno fu acquisito dal Betta la cui proprietà si rileva dal confine a sud
del terreno a Lamport.
La proprietà di Antonio Betta si è rilevata nel 1682, 1695 e 1721 dal confine a nord della futura p.f.
226.
Dopo il 1721 il terreno fu probabilmente venduto a Silvestro Inama ed a Giovanni
Mendini.
La proprietà di Bartolomeo risulta per la prima volta nel 1749, quando è citato
come confinante a nord della futura p.f. 226.
Nel 1782 Luigi Panizza ereditò la parte di Giacomo Antonio Inama.
Panizza Luigi
2
Nel 1787 Bartolomeo Mendini vende il terreno a Pietro Antonio Panizza che si
dice già confinare a nord e a ovest. In realtà il confinante dal 1782 è suo
nipote Luigi, erede di Giacomo Antonio Inama.
Dopo la morte di Luigi, il terreno pervenne alla figlia Giovanna che era convolata
a nozze con il cugino Filippo Panizza.
Dopo la morte di Giovanna (1892) e di Filippo (1896) il bosco pervenne in mano
al nipote Augusto Panizza.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1878
1904 Emer Alessandro
Emer Celeste Emer
Giuseppe Emer Arcangelo
SUPERFICIE 3850 mq
La p.f. 234 è scomparsa, mentre la 233 è stata
frazionata in 233/1 e 233/2. Inoltre ha occupato parte della superficie della
p.f. 235/1
Figlio di Antonio.
Cristoforo abitava a Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV, fratello di Bartolomeo, fu comproprietario fino alla sua morta
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio Inama.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 vendono il maso Inama a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistava, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva il terreno.
I tre fratelli possedettero il terreno in comproprietà .
solo la p.f. 233.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1877
1904 Emer Germano
Emer Geremia
1878
1904 Emer Alessandro
Emer Celeste Emer
Giuseppe Emer Arcangelo
SUPERFICIE 2350 mq
(superficie attuale)
Oggi, la disposizione delle due p.f., non corrisponde
un gran che con quella rappresentata nella mappa qui a fianco.
Nel 1904 le p.f. 235/2 e 236/2 sono denominate Casalin.
Figlio di Antonio.
Cristoforo abitava a Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione, ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morte
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 vendono il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistava, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva questo terreno.
I tre fratelli possedettero il terreno in comproprietà.
Proprietari della p.f.
235/2.
Un terzo di questa p.f. fino al 1903
era posseduta in comproprietà con il fratello Basilio emigrato in Brasile.
Proprietari della
p.f.
235/1.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1878
1904 Emer Alessandro
Emer Celeste Emer
Giuseppe Emer Arcangelo
SUPERFICIE 1660 mq
La p.f. 238, proseguiva a fianco della p.f. 233.
La p.f. 238 attualmente è stata assorbita dalla 237.
Figlio di Antonio.
Cristoforo abitava a Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione, ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morta
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 venderono il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistò, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva pure questo bosco.
I tre fratelli possedettero il terreno in comproprietà.
I figli di Pietro possedettero
solo la p.f. 237.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1877
1904 Emer Germano
Emer Geremia
1878
1904 Emer Alessandro
Emer Celeste Emer
Giuseppe Emer Arcangelo
SUPERFICIE 4900 mq
La p.f. 240, dichiarata pascolo, proseguiva a fianco della p.f. 235.
La p.f. 239 è frazionata in 239/1, 239/2 e 239/3.
Su una parte della p.f. 239/2, (nel 1904 detta stranamente Casalin) è stata edificata la casa di Fabio Inama.
Figlio di Antonio
Cristoforo abitava a Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione, ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morta
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 venderono il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistò, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva pure questo bosco.
I tre fratelli possedettero il terreno in comproprietà.
I figli di Giovanni possedevano le p.f.
239/2 e 240.
Un terzo di queste p.f. fino al 1903 era
in comproprietà con il fratello Basilio emigrato in Brasile.
I figli di Pietro erano proprietari della
p.f.
239/1.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1877
1904 Emer Germano
Emer Geremia
SUPERFICIE 170 mq
La p.f. 241 è scomparsa, mentre la 242 è stata divisa
in 242/1 e 242/2.
Figlio di Antonio.
Cristoforo abitava a Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione, ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morta
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 venderono il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistò, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva pure questo bosco.
I tre fratelli possedettero il terreno in comproprietà.
I figli di Giovanni divennero proprietari della p.f. 242.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1540 Massenza Simone I
p.1571
Massenza Gaspare eredi 1571
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
Eremo di Santa Giustina 1766
Chiesa di Dermulo 1766
1779 Inama Gaspare d.1779
1794 1813 Inama Silvestro 1813
1840
Inama Antonio Fogia 1845
Inama Giovanni fu
Giovanni
1859
p.1899
Inama Giovanni 1899
Inama Ernesto
1899
1904
Inama Daniele 1915
Inama Ernesto 1955
Inama Ernesto
Figlio di Francesco.
SUPERFICIE 165 mq
Frazionata in 243/1 e 243/2.
Nel 1571 Floriano comperava dagli eredi di Gaspare Massenza l'orto.
I due fratelli possedettero l'orto in comunione, ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
In questo anno, quando Gaspare acquistava la casa dell'eremo, è chiaramente
specificato che l'orto e l'andito appartenevano all'eremo.
Da confini viene confermata l'identità dell'orto con questa p.f. perchè a nord
risultano gli Inama di Fondo.
Gaspare ricomperava l'orto dalla chiesa.
La proprietà risulta dai confini della p.f. 246, ma anche dall'inventario della sostanza di Antonio.
Giovanni ereditò l'orto dallo zio Antonio.
Giovanni Emer risulta fra i proprietari del terreno nel 1859. Per cui è
presumibile un suo acquisto da Giovanni Inama.
Giovanni acquisì il terreno prima del 1899 dalla famiglia Emer.
Nel 1899 il terreno fu frazionato e la p.f. 243/2 fu assegnata a Ernesto Inama
figlio del fu Giovanni.
Nel 1899 il terreno fu frazionato e la p.f. 243/1 fu assegnata a Daniele Inama
figlio del fu Giovanni.
Dopo la morte di Ernesto la p.f. 243/2 pervenne al figlio Giuseppe.
Nel 1955 la p.f. 243/2 appartiene a Ernesto figlio di Giuseppe.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1878
1904 Emer Alessandro
Emer Celeste Emer
Giuseppe Emer Arcangelo
SUPERFICIE 980 mq
La p.f. è occupata in parte dalla casa di Roberto
Emer.
Figlio di Antonio.
Cristoforo abitava a Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione, ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morta
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 vendoerno il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistò, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva pure questo bosco.
I tre fratelli possedettero il terreno in comproprietà.
Il terreno pervenne ai figli di Pietro.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
1870
1877
1904 Emer Germano
Emer Geremia
SUPERFICIE 435 mq
Sul terreno nel 1897 fu costruita la
"ciasa nova" n. 30.
Figlio di Antonio.
Cristoforo abitava a Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione, ma alla morte di Lorenzo
Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morta
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio. Vigilio morì nel 1837.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 venderono il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
Romedio nel 1849 acquistò, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore,
il Maso Inama di Fondo al quale apparteneva pure questo bosco.
I tre fratelli possedettero il terreno in comproprietà.
Il terreno pervenne ai figli di Giovanni.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1437 Zattoni Vincenzo
1500 Zattoni Cristano 1570 Zattoni Vincenzo 1570 Cordini Bartolomeo p.1617 Massenza Maria 1617
1669 Eremo di Santa Giustina d.1669 Spaur Francesco Paride ca.1670 Massenza Vittore 1687 Mendini Antonio 1693 Inama Michele 1741
Eremo di Santa Giustina 1733 Inama Gaspare 1766 Chiesa di Dermulo 1766 Inama Gaspare 1779
1780
1794 1801 Inama Giovanni Michele 1794 Panizza Domenico
d.1801
1822
1843
Inama Giovanni Domenico
1845
Inama Giacomo
d.1859
1894
Inama Giovanni
1899
Inama Ernesto
Inama Daniele
Vincenzo possedeva la casa n.17/18 e quindi anche il suo andito.
SUPERFICIE 45 mq
La p.f. è stata assorbita dalla p.f. 243.
Si trattava del piazzale dietro la
casa 17/18, per cui ha
sempre seguito i proprietari della parte nord, ossia la n. 17.
Il Cordini fu erede di Vincenzo.
Maria in realtà era moglie di Cipriano Massenza, la quale cedette la proprietà
all'eremo di Santa Giustina.
di Castel Valer di sotto.
Antonio comperò la casa e quindi anche il piazzale da Lucia vedova di Vittore Massenza.
Antonio cedette il piazzale a Michele fu Giovanni Battista Inama.
In questo anno, quando Gaspare acquistò la casa dell'eremo è chiaramente
specificato che l'orto e l'andito appartenevano all'eremo.
Da Michele la proprietà passò al figlio Gaspare.
La Chiesa di Dermulo era rientrata in possesso della particella.
Gaspare Inama la ricomperò assieme alla casa n. 17.
Da Gaspare il luogo transitò al figlio Giovanni Michele.
Giovanni cedette al Panizza questo orto contenente gelsi.
Giacomo era figlio del fu Giovanni.
Dopo la morte di Giovanni il prato pervenne ai due figli Ernesto e Daniele.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1636
Massenza Tommaso
d.1636
1660
Massenza Fabiano d.1660
1699
Massenza Tommaso d.1699
1767
Massenza Giuseppe 1780
1811 d.1811 1825
1869
1904
SUPERFICIE 107 mq
Si trattava dell'orto sotto la ex casa n. 15, oggi scomparsa. La
proprietà ha seguito negli anni quella della casa in parola.
Oggi la p.f. abbraccia anche il luogo dove sorgeva la casa.
Nel 1710 su tale orto era stata fondata una messa perpetua in favore
dell'erigenda primissaria.
Figlie di Antonio. Nel 1869, alla morte dell'ultima sorella Anna, il comune
divenne proprietario di casa e orto.
Nel 1904 il terreno era classificato come pascolo.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1675
Inama Giovanni Battista I
d.1675
Inama Antonio Inama Bartolomeo
Inama Valentino IV Inama Michele 1675
1701
Inama Antonio 1777
Inama Antonio
Inama Giovanni Battista III
Inama Giovanni
1800 Inama Giovanni Battista V 1825 1836
1836
1859
1870
1879
1904
Mendini Tobia
1879
1904
Mendini Giuseppe
SUPERFICIE 200 mq
Orto proprietà della casa n. 13/14.
Dopo il 1870 fu frazionato in 248/1 e 248/2. Oggi si presenta ancora riunificato
e reca il numero di p.f. 248/1.
Questi erano i confini risultanti nel 1800: 1 Giovanni
Mendini, 2 Giobatta, 3 la strada, 4 Antonio Massenza.
fu Giovanni Battista
Moglie di
Giobatta.
fu Vigilio.
fu Romedio.
p.f.
248/2.
p.f.
248/1.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1675
Inama Giovanni Battista I
d.1675
Inama Antonio Inama Bartolomeo
Inama Valentino Inama Michele d.1675
1701
Inama Antonio 1780
Inama Antonio 1796
p.1796
Inama Antonio 1796
p.1802
Mendini Giovanni 1805
p.1821
Paoli Tommaso junior 1821
Mattevi Maria 1830
Endrizzi Romedio
Endrizzi Mattia
Endrizzi Pietro
1840
1859
1880
1903
1904 Inama Amadio
Inama Battista Inama
Camillo
SUPERFICIE 28 mq
Oggi la particella si presenta divisa in 249/1
e 249/2. L'originale però, corrisponde alla 249/1, in quanto è stata conglobata
una porzione vicino alla casa.
Da Giovanni Battista I l'orto pervenne ai quattro figli.
Nelle divisioni fra i fratelli l'orto pervenne ad Antonio.
Giovanni era il suocero di Antonio.
Figlio di Dorotea Inama e Tommaso Paoli.
Maria,
vedova di Giacomo Endrizzi, acquistò la porzione di casa e l'orto da Tommaso
Paoli.
Figli del fu Giacomo e di Maria Mattevi.
I tre fratelli Inama erano detti
Sepi. Camillo in seguito vendette l'orto agli altri due fratelli.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1675 Barbacovi Udalrico 1
Inama Giovanni Battista I 2 3
1697
Barbacovi Anna 1
Inama Antonio 2.1 3 Inama Bartolomeo
2.2 3
Inama Valentino 2.3 3 Inama Michele
2.4 3 1701
Barbacovi Anna 1
Inama Antonio 2.1 e 2.4 3 Fuganti Bartolomeo
2.2 3 Mendini Pietro Antonio
2.2 3
Inama Valentino 2.3 3 p.1705 Bertoldi Caterina 3 1705
1741 Eremo di Santa Giustina
3 p.1748 Mendini Giacomo Antonio 1 1748 Inama Giovanni Battista II 1
Eremo di Santa Giustina
3 Fuganti Bartolomeo
2.2
Mendini Pietro Antonio 2.2 Rosetta Antonio 2.3 1780
Mendini Giovanni
1 2
Chiesa di Dermulo 3 1805
Paoli Tommaso 1 2 3 1825
Paoli Teresa
1841
1859
1870
1894
1904
Tamè Matilde
Tamè Costante
Tamè Domenico
Tamè Candido
Inama Agostino
Inama Filipppo
Inama Eugenia
SUPERFICIE 110 mq
Oggi la particella non esiste più ed è stata in
parte sostituita dalla p.f. 917/1.
Nel 1780 questa p.f. era divisa in tre porzioni. Quella a monte (prato) e quella
centrale (orto)apparteneva a Giovanni Mendini, quella a valle (orto) alla Chiesa
di Dermulo.
Dell'orto della chiesa non si sono più avute notizie, ma probabilmente fu
acquisito da Giovanni Mendini intorno al 1800.
Antonio Inama aveva acquisito la parte del fratello Michele, mentre la parte di
Bartolomeo era passata ai generi Bartolomeo Fuganti e Pietro Antonio Mendini.
Caterina vedova di Antonio Inama, vendette all'eremita Bartolomeo Sandri questa
parte di orto che era gravata da tre capitali per un totale di 80 Ragnesi.
Fino al 1741, la porzione 3, sicuramente apparteneva all'eremo.
Il luogo è descritto come "un poco
d’orto e murozia aderente colla porta ed arbori".
Nel 1716 Giovanni Battista possedeva una parte di questo orto con i seguenti confini:
est,
via
comune, sud, Valentino Inama, ovest, Maria Massenza, nord, beni di santa Giustina.
Martini Antonio
Nel 1841 il Tamè risulta proprietario della zona.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1602
1617 1651
Massenza Cipriano
d.1651
1669 1681
1686
Massenza Concio d.1686
1699
Massenza Tommaso p.1767
Massenza Giuseppe 1768
Massenza Antonio
ca.1770
1779
Inama
Gaspare
1780
Inama
Silvestro
Inama Giovani Michele 1780
d.1780
1813
Inama
Silvestro
d.1813
1840
Inama
Antonio
d.1840
Inama
Giovanni
Inama Giacomo
Inama Luigi
d.1848
1894
Inama
Giovanni 1899
1904
Inama Daniele d.1926 1929
Inama Vittorio
Inama Augusto 1915
Inama Ernesto eredi 1955
Inama Ernesto d.1955
Inama Gino
Cipriano abitava nella futura casa n.16.
SUPERFICIE 125 mq
Nel Seicento l'orto assieme alla futura p.f. 252 era pertinente
alla futura casa n. 15 di Concio Massenza.
Attualmente si presenta divisa in 251/1 e 251/2.
L'orto dopo la morte di Cipriano passò al figlio Concio.
L'orto, non si sa da quando, era stato acquisito da Gaspare ad Antonio Massenza,
con la possibilità di quest'ultimo di riscattarlo.
Alla morte di Gaspare, l'orto, sul quale era stata assicurata la moglie di
Silvestro, passò ai figli. Antonio Massenza però poco dopo lo riscattò.
Dopo il 1780 Silvestro riacquistò l'orto da Antonio Massenza.
Dopo la morte del padre Silvestro, l'orto pervenne al figlio Antonio.
Dopo la morte di Antonio l'orto pervenne ai suoi nipoti Giovanni, Giacomo e
Luigi, figli di Giovanni Domenico Inama.
I fratelli Giacomo e Luigi già nel 1848 erano morti, per
cui Giovanni divenne l'unico proprietario dell'orto.
Inama Ernesto
L'orto dopo la morte di Giovanni pervenne ai due figli e fu frazionato in
251/1 che appartenne a Daniele e 251/2 ad Ernesto.
Dopo la morte di Daniele la la p.f. 251/1 passò ai suoi figli Augusto e Vittorio.
Nel 1915 la p.f. 251/2 apparteneva agli eredi di Ernesto.
Nel 1955 la p.f. 251/2 apparteneva a Ernesto fu Giuseppe Inama.
Le due particelle infine furono ancora riunite sotto la proprietà di Gino Inama,
che oltre alla parte di Ernesto, aveva acquisito la parte dello zio Augusto.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1602
1617 1651
Massenza Cipriano
d.1651
1669 1681
1686
Massenza Concio d.1686
1699
Massenza Tommaso
1699
1778 Eremo di Santa Giustina 1778 1780
1825 1859
1870
1899 Comune di Dermulo
1904 Fondo Primissariale
SUPERFICIE 520 mq
Nel Seicento questo terreno era detto Broilo, ed assieme
alla futura p.f. 251 era pertinente alla futura casa n. 15 di Concio Massenza.
Dopo la morte di Concio, il Broilo passò in proprietà di Tommaso Massenza, molto
probabilmente
per eredità.
Con la fondazione della primissaria, nel 1778 la casa fu
assegnata al primissario come abitazione.
Il fondo primissariale acquisì il broilo per usocapione.
Toponimo Anno
Proprietario
Note
p.1595
Cordini Martino
d.1595
1629
Cordini Nicolò III
d.1629
1636
Cordini Baldassarre IV
p.1662
Cordini Nicolò V
1662 1672
1678
Panizza Giovanni Antonio
1705
Mendini Giacomo I 1745
1763
Mendini Giacomo II d.1763 1780 1811 1825
1859
1870
1879
1904
Ad oggi non abbiamo le prove che il terreno fosse in origine di Martino, ma
molti suoi beni furono ereditati da Nicolò III.
SUPERFICIE 126 mq
Baldassarre era figlio di Nicolò III.
Nel 1662 Nicolò risultava assente da Dermulo da parecchi anni e questo
terreno fu messo in vendita assieme ad altri, per pagare dei debiti, per cui fu
acquisito da Giovanni Antonio Panizza.
Nel 1662 la proprietà risulta da confine della p.f. 257. Nel 1672 e nel
1678 la proprietà risulta dal confine a sud della
futura p.f. 256, 257.
Romedio era figlio del fu Romedio Maria.
Nel 1811 la proprietà risulta dal confine sud delle future p.f. 257/1 e 257/2.
Romedio era figlio del fu Vigilio Mendini ed ereditò il terreno dallo zio
Romedio.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1595
Cordini Martino
d.1595
1629
Cordini Nicolò III
d.1629
1636
Cordini Baldassarre IV
p.1662
Cordini Nicolò V
1662 1672
1678
Panizza Giovanni Antonio
1705
Mendini Giacomo I 1745
1763
Mendini Giacomo II d.1763 1780
1811 1825
1859
1870
1879
1904
Ad oggi non abbiamo le prove che il terreno fosse in origine di Martino, ma
molti suoi beni furono ereditati da Nicolò III.
SUPERFICIE 4500 mq
La misura della superficie qui sopra è quella antica prima che fossero costruite strade e case.
Sulla p.f. 254 sono state costruite le case di Ottavio Sandri, Silvio Chistè e
Gustavo Emer. Inoltre è attraversata dalla strada statale che porta a Cles che
ha lasciato a monte la p.f. 255 e la 254/2 e a valle la 254/1.
Baldassarre era figlio di Nicolò III.
Nel 1662 Nicolò risultava assente da Dermulo da parecchi anni e questo
terreno fu messo in vendita assieme ad altri per pagare dei debiti, per cui fu
acquisito da Giovanni Antonio Panizza.
Nel 1662 la proprietà risulta dal confine della p.f. 257. Nel 1672 e nel
1678, la proprietà risulta dal confine sud della
futura p.f. 256, 257.
Romedio era figlio del fu Romedio Maria.
Nel 1811, la proprietà risulta dal confine sud delle future p.f. 257/1 e 257/2.
Romedio, figlio del fu Vigilio Mendini, ereditò il terreno dallo zio Romedio.
Tobia figlio di Romedio, risulta proprietario delle p.f.
254/1, 254/2 e 255.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Cordini Nicolò
ca.1530
Cordini Giovanni
Cordini Antonio II
ca.1540
Cordini Cristoforo
Cordini Simone I
1572
Cordini Vigilio
Cordini Baldassarre I
ca.1596 1629
Cordini Nicolò III
1629 1636
Cordini Baldassarre IV
d.1636
Cordini Nicolò V
Cordini Stefano Carlo
Cordini Giovanni Antonio II
Cordini Simone II
1662
Cordini Nicolò V
1672
Cordini Simone II
1
Pollini Maddalena
2
Cordini Stefano Carlo 3
1710
Mendini Giacomo II
3
1713
1716
Mendini
Giacomo Antonio I
1745
1763
Mendini Giacomo III d.1763 1780
1811
1816
Mendini Giuseppe 2 3
Mendini Giacomo 1
1825
1859 1873
Mendini don Giacomo
1 2 3
1873
1881
1904
Eccher Andrea
1 2
1882
1902
1904
Eccher Francesco 3
SUPERFICIE 5800 mq
Una parte verso ovest della p.f. 257/1 è attualmente occupata dalla strada
statale che porta al ponte di Santa Giustina.
La p.f. 256 è scomparsa.
Nel Settecento con il passaggio ai Mendini, la situazione
si è alquanto ingarbugliata, perchè, oltre a non
rispecchiare la suddivisione ottocentesca, come illustrata nella mappa qui a
fianco, risultano proprietari i vari Giacomo, Antonio, e Giacomo Antonio anche
omonimi che non permettono una chiara attribuzione del terreno. Solamente dopo
il 1740 il terreno si riunificò completamente ad opera di Giacomo Mendini III.
Giovanni e Antonio erano figli di Nicolò.
Cristoforo era figlio di Giovanni, mentre Simone era figlio di Antonio II.
Simone possedeva fino al 1555, qualche anno prima del suo trasferimento a Taio,
la parte a monte, vicino alla strada imperiale.
Vigilio era figlio di Cristoforo. Baldassarre I era figlio di Nicolò II e, come
appurato per altri terreni, acquisirà i beni dello zio Simone I.
Nicolò era figlio di Baldassarre I.
Baldassarre IV era figlio di Nicolò III.
Figli di Baldassarre IV.
Il 1662 fu l'anno in cui fu alienata la sostanza di Nicolò V (acquisita forse da Simone o da
Pietro fu Stefano Panizza).
La parte di Stefano Carlo era a monte, presso la via imperiale, mentre quella di
Simone, che aveva passato (in parte?) alla moglie Maddalena, era verso valle.
Nel 1710 la proprietà della porzione 3, risulta da confini delle p.f. 258 e 259.
Nel 1716 la proprietà risulta
da confine della p.f. 263. Nello stesso anno Giacomo Antonio I vende a Giacomo Mendini II il terreno.
Nel 1811 Giacomo comperava le due p.f. 257/2 e 257/3 dal fratello Giuseppe. Nel 1816 la
proprietà di Giacomo risulta dal confine sud della p.f. 259.
Don Giacomo Mendini nel 1873 vende il terreno ai tre fratelli Eccher.
Nel 1881 Lorenzo vende la p.f.
257/2 al fratello Andrea, già proprietario della p.f. 257/1.
Nel 1902 ci fu il decreto divisionale fra
i fratelli
Enrico, Giacomo e Francesco. La p.f. 257/3 pervenne a Francesco.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Cordini Nicolò
ca.1530
Cordini Delaito p.1550
Cordini Pietro ca.1558
Cordini Anna d.1558
ca.1595
Cordini Martino ca.1596
1629
Cordini Nicolò III
1629
1636
Cordini Baldassarre IV
d.1636
1696
Cordini Simone II
1689 1710
1713
Mendini Antonio VI d.1713
1737
Mendini Antonio VII d.1737 1745
1763
Mendini Giacomo III d.1763 1780 1811 1816
Mendini Giuseppe 1825
1859
1873
1873
1882
1902
1904
Eccher Francesco
SUPERFICIE 980 mq
Simone aveva assegnato come contro dote alla moglie Maddalena il terreno.
Nel 1689 Maddalena, moglie di Simone Cordini vende il prato e stregla ad
Antonio VI.
Antonio nel 1710 assicura la nuora Maddalena, moglie del figlio Antonio VII. Il prato
confina 1 via comune, 2 Giacomo Mendini fratello, 3 e 4 eredi di Nicolò Mendini.
Antonio elesse il cugino Giacomo III suo erede universale.
Probabilmente il terreno passò a Giacomo per eredità.
Giuseppe era
figlio del fu Romedio Maria.
Nel 1811 la proprietà risulta da confine nord delle future p.f. 257/1 e 257/2.
Sicuramente ci fu un accomodamento fra i fratelli Mendini, per cui il terreno
passò da Giuseppe a don Giacomo. Quest'ultimo lo possedeva anche nel 1873, quando lo
cedeva a Felice Eccher.
Nel 1902 ci fu il decreto divisionale fra i fratelli
Enrico, Giacomo e Francesco. La p.f. 258 pervenne a Francesco.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Cordini Nicolò
ca.1530
Cordini Delaito 1552
Cordini Giacomo d.1552
ca.1595
Cordini Martino ca.1596 1629
Cordini Nicolò III
1629 1636
Cordini Baldassarre IV
d.1636 1662
Cordini Nicolò V
1677 1688
Confraternita S. Sacramento d.1688 1701
Mendini Nicolò d.1701 1751
Mendini Pietro Antonio 1762
1767 1780
1781
1811
1816
1818
Mendini Giuseppe 1825
1859
1873
1895
1899
1904
Inama Daniele
SUPERFICIE 300 mq
Questa particella, assieme alla 261 e 262 nel 1769 era stata oggetto di
assicurazione di un capitale di 200 Ragnesi, prestato da Giovanni Matteo Ossana
di Sfruz all'allora proprietario Francesco Mendini.
La confraternita
del Santissimo Sacramento
aveva sede a Taio e la proprietà nel 1688 risulta dal confine sud
delle Marzole. Nel 1677 la futura p.f. 262 apparteneva già al S. Sacramento, per
cui è logico pensare che gli appartenesse pure questa. Il
terreno pervenne alla confraternita in seguito all’alienazione dei beni di
Nicolò Cordini, avvenuta dopo il 1662.
Pietro Antonio era figlio di Nicolò. Nel 1701 la proprietà
risulta da confini della p.f. 258 e 259.
Nel 1816 la proprietà degli eredi di Francesco Mendini risultava anche da confine nord della p.f. 259.
Giuseppe era debitore di Antonio Inama e probabilmente il prato (su cui era
assicurato il capitale) pervenne ad Antonio per pagare il debito.
fu Silvestro
fu Michele
fu Giovanni
Figlio del fu Giovanni Inama Fogia. Pervenuto a Daniele nelle divisioni del 1899.
Nel 1904 era soggetto ad ipoteca i favore di Celeste Mendini.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Cordini Nicolò
ca.1530
Cordini Delaito 1552
Cordini Giacomo d.1552
ca.1595
Cordini Martino ca.1596 1629
Cordini Nicolò III
1629 1636
Cordini Baldassarre IV
d.1636 1662
Cordini Nicolò V
1677 1688
Confraternita S. Sacramento d.1688 1701
Mendini Nicolò d.1701 1751
Mendini Pietro Antonio 1767
1769 1780 d.1781
1821
Mendini Pietro
Mendini Giuseppe d.1821 1825
1836
Mendini Pietro d.1836 1850
1854
Mendini Francesco
Mendini Battista
1855
1859
1870
1881
Mendini Battista
1881
1904
Inama Silvestro di Giacomo
SUPERFICIE 216 mq
Dopo la metà dell'Ottocento fu frazionata in 261/1 e 261/2.
Questa particella, assieme alla 260 e 262 nel 1769 era stata oggetto di
assicurazione di un capitale di 200 Ragnesi, prestato da Giovanni Matteo Ossana
di Sfruz all'allora proprietario Francesco Mendini.
La confraternita
del Santissimo Sacramento
aveva sede a Taio e la proprietà nel 1688 risulta dal confine sud
delle Marzole. Nel 1677 la futura p.f. 262 apparteneva già al S. Sacramento, per
cui è logico pensare che gli appartenesse pure questa.
Il terreno
pervenne alla confraternita in seguito all’alienazione dei beni di Nicolò
Cordini, avvenuta dopo il 1662.
Nel 1710 la proprietà (eredi di Nicolò Mendini) appare anche da confini delle p.f. 258 e 259.
Dopo la morte di Giuseppe, la sua parte nel 1823 andrà al nipote Luigi Ossana di
Coredo, il quale nel 1844 la rivenderà ai due fratelli Francesco e Battista Mendini.
Figli del fu Pietro. Francesco possedeva la p.f. 261/1, Battista la p.f. 261/2.
Giacomo possiede la p.f. 261/1, Battista la p.f.
261/2. Dopo la morte di Francesco Mendini avvenuta nel 1854,
la figlia Barbara
moglie di Giacomo Inama eredita la
p.f 261/1.
Giacomo possiede la p.f. 261/1 mentre il figlio Silvestro la p.f. 261/2.
Nel 1881 Battista Mendini venderà la sua porzione a Silvestro figlio di Giacomo.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Cordini Nicolò
ca.1530
Cordini Delaito 1552
Cordini Giacomo d.1552
ca.1595
Cordini Martino ca.1596 1629
Cordini Nicolò III
1629 1636
Cordini Baldassarre IV
d.1636 1662
Cordini Nicolò V
1677 1688
Confraternita S. Sacramento d.1688 1701
Mendini Nicolò d.1701 1710
Mendini Nicolò eredi 1715
Mendini Giacomo 1
Mendini Pietro Antonio
2
Mendini Giovanni
2 1733
Mendini Giacomo 1 d.1733
1740
1762 1763
Mendini Maddalena
1 1763
Mendini Bartolomeo 1
Mendini Francesco
2 1766
1769
1774 1780 1816
Mendini Francesco eredi
1811
Mendini Pietro
Mendini Giuseppe 1825
Ossana Matteo
1854
1859
1870 1881
1904
SUPERFICIE 1210 mq
Questa particella, assieme alla 260 e 261 nel 1769 era stata oggetto di
assicurazione di un capitale di 200 Ragnesi, prestato da Giovanni Matteo Ossana
di Sfruz, all'allora proprietario Francesco Mendini.
La confraternita del Santissimo Sacramento aveva sede a Taio e la proprietà risulta nel 1688, dal confine sud
delle Marzole e nel 1677 dal confine nord della futura 257/2.
Il terreno
pervenne alla confraternita in seguito all’alienazione dei beni di Nicolò
Cordini, avvenuta dopo il 1662.
Non si conosce l'anno in cui divenne proprietario Nicolò.
Nel 1710 la proprietà degli eredi Mendini risulta da confini delle future p.f. 258 e 259.
Il terreno risulta diviso in due porzioni.
Nel 1762 la proprietà risulta da confine anche delle p.f. 260, 261 e parte a monte della 262.
Dopo il 1763 Francesco acquisirà la parte di Bartolomeo.
Nel 1766 e 1774 la proprietà risulta anche da confini della p.f. 263.
Nel 1816 da confine ovest della p.f. 259.
Figli del fu Francesco. Nel 1811 risulta da confine nord delle future p.f. 257/1
e 257/2.
Matteo era di Sfruz.
Nel 1854 fu aggiudicato a Barbara figlia di Francesco
Mendini e moglie di Giacomo Inama Zitol.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Cordini Nicolò
ca.1530
Cordini Delaito 1552
Cordini Giacomo d.1552
ca.1595
Cordini Martino p.1626
1629
Mendini Giovanni IV d.1629
1655
Mendini Antonio VIII d.1655
1716 Chiesa di Dermulo Mendini Pietro Antonio * d.1738
1751 Chiesa di Dermulo d.1751
1766 1770
1774 1780
Chiesa di Dermulo 1799
1811
Chiesa di Dermulo
Mendini Giuseppe
* 1825
1836
Mendini Pietro
*
d.1836
1859
1881
d.1881
1898
1899 1903
Inama Giacomo
Inama Rosa
1922
Inama Rosa
SUPERFICIE 250 mq (263/1)
SUPERFICIE 810 mq (vecchia p.f.263)
Oggi la maggior parte della p.f. è occupata dal cimitero con la p.e. 69.
A monte del cimitero è
rimasta una porzione minore, segnata con la p.f. 263/1.
Dopo il 1825 i locatari del terreno della chiesa si affrancarono, pagando una
certa somma e divennero proprietari a tutti gli effetti.
*Affittuario
Da un documento del 1677 ricaviamo che, nel 1626 Giovanni aveva assicurato un
capitale su questo terreno.
Nel 1655 Antonio diede il terreno in pagamento alla chiesa.
E' verosimile che il terreno fosse stato ridato in locazione allo stesso Antonio
VIII e poi al figlio Nicolò. (Considerato che nel 1716 lo avevano in locazione i
due figli di Nicolò)
Mendini Giacomo *
Nel 1716 il terreno fu locato perpetuamente ai due fratelli Mendini.
Mendini Pietro Antonio *
Dopo la morte del fratello Giacomo, Pietro Antonio prosegui da solo come
locatario.
Mendini Francesco
*
Nel 1774 il terreno fu dato in locazione perpetuale a Francesco Mendini.
Mendini Pietro
*
Nel 1779 fu dato in locazione perpetuale a Pietro e Giuseppe figli del fu
Francesco Mendini. Nel 1811 il possesso dei Mendini risulta da confine nord delle future p.f. 257/2 e
257/3.
Dopo la morte del fratello Giuseppe, avvenuta nel 1821, Pietro proseguirà da
solo nella locazione.
Nel 1881 Battista, che era diventato proprietario dopo la morte del padre
Pietro, vende il campo a Giacomo di Silvestro Inama.
Nel 1899 per aggiudicazione
in morte di Barbara Mendini, rispettivamente moglie e
madre di Giacomo e di Rosa.
Nel 1922 Rosa lascia in dono al comune di Dermulo, la sua porzione
di terreno contraddistinta dalla p.f. 263/2, allo scopo di costruire un nuovo
cimitero.
La parte rimanente del terreno numerata con il 263/1 rimarrà, almeno per un
periodo, nelle disponibilità degli eredi di Giacomo Inama.
Toponimo Anno
Proprietario
Note ca.1450
Cordini Nicolò
ca.1530
Cordini Delaito 1552
Cordini Giacomo d.1552
ca.1595
Cordini Martino p.1626
1629
Mendini Giovanni IV d.1629
1662
Mendini Antonio VIII d.1662 1678
Mendini Eredi ca.1680 1688
1701
Mendini Nicolò d.1701
1716
1740
Mendini Giovanni 1748
1764
Mendini Giovanni 1764
1766
1768
Mendini Bartolomeo
1768
1774 Inama Antonio 1780
1802
ca.1804
1823 Paoli Tommaso
1823 Larcher Leonardo 1823
1825 1825
1855
Inama Giovanni 1
Inama Giacomo
2
1859
1861
1870
1876
1868
Ossanna Giobatta
2
1868
1904
1897
1904
SUPERFICIE 1200 mq
Nel 1859 il terreno fu frazionata inizialmente in 264/a e 264/b
che in seguito mutarono in 264/1 e 264/2.
Da un documento del 1677, ricaviamo che nel 1626 Giovanni aveva assicurato un
capitale su questo terreno.
Nel 1678 da confine del campo a sud proprietà di Maddalena Pollini. I suoi eredi furono i figli fra
i quali prevalse Nicolò.
Nel 1688 la proprietà risulta da confine del campo alle Marzole.
Giovanni Mendini figlio di Nicolò possiede il terreno fino al 1740, anno della
sua morte. Nel 1716 da confini del terreno della chiesa futura p.f. 263.
Giovanni Mendini figlio del fu Giovanni, abitante nel bresciano, nel 1764
vende il terreno al fratello Bartolomeo.
Nel 1766 da confini della futura p.f. 263.
Nel 1768 Antonio acquistava il terreno dal consuocero
Bartolomeo Mendini. (Il contratto veniva redatto però solo nel 1771). Nel 1774
la proprietà risulta da confini della
futura p.f. 263.
Nel catasto teresiano il terreno risulta transitato da Antonio Inama al genero
Giovanni Mendini. Dopo la morte di Giovanni divenne proprietaria la moglie Maria
Caterina Inama che, circa nel 1804, lo lasciò al nipote Tommaso Paoli.
Tommaso vende il terreno Leonardo Larcher di Taio.
Leonardo Larcher vende il terreno a Giacomo fu Giuseppe Inama.
figli del fu Giacomo.
Dopo la morte di Giovanni nel 1855, il
terreno fu frazionato in 264/1 che toccò alla figlia Luigia, mentre la 264/2 fu
dello zio Giacomo.
Nel 1861 Luigia vende il terreno 264/a a Pietro Inama. fu Baldassarre.
Nel 1868 la porzione
264/2 da Giacomo Inama passò a Giovanni Battista Ossanna di Cles che nello stesso anno la
vende a Filippo Eccher.
Filippo possiede la p.f. 264/2.
Inama Elia
1
Inama Maria
1
I fratelli Maria e Elia, figli del fu Pietro, possiedono la p.f.
264/1.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1780
1825
1859
1870
P.f. oggi scomparsa costituita da una capezzagna che divideva la località Loc,
dal Casalin e dalle Marzole. Rivestiva il suo significato, quando a nord i
proprietari erano diversi da quelli a sud, e prima che fosse costruito il tronco
di strada Dermulo-Ponte di Santa Giustina che
collegava la futura Via Strada Romana, con la strada delle Marzole.
L'abbozzo di strada oggi esistente, risulta essere più a nord, rispetto a quanto
mostrato dalla mappa qui a fianco.
Anno
Proprietario
Note 1510
Mensa vescovile di Trento
3 4
Pret Simone fu Giacomo
3 4 *
Cordini Antonio II
1 2 *
1552
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Romedio
3
*
Pret Tommaso
4
*
Cordini Nicolò II
1 2 d.1552
1574
Mensa vescovile di Trento
3 4
Pret Tommaso
3 4
*
Cordini Antonio IV 1 2 1574 1585
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Antonio II 1 2 1585
1625
Mendini Antonio II 1 2 p.1640
Mensa vescovile di Trento
3 4
Conzio Carlo
3 4
* 1640
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo
3 4
* 1640
1646
Mendini
Giacomo
I
1 2
Mendini
Antonio V
1 2
Mendini
Giovanni IV eredi
1 2 d.1646
Panizza Pietro
1 2 1668
1695
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo
II
3
4 *
Mendini Antonio VI
3 4 * p.1670 1695
Panizza Matteo
1 2 1713
1721
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo Antonio I
3 4 *
Mendini
Giacomo Antonio II
3 4 *
Mendini
Giacomo
III
3 4 *
Panizza Pietro Antonio
1 2 d.1721 p.1727
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo Antonio I 2
3
*
Mendini
Giacomo Antonio II
1 4 *
Mendini
Giacomo III
1 4 *
d.1727 1745
1763
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo
*
1 2 3 4 d.1763 1780
1798
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Romedio Maria
1 2 3 4
* 1798
1803
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Vigilio
2 3
*
Mendini Giuseppe
1 4
*
Alla morte
di Romedio Maria il terreno a Lamport fu diviso fra i suoi figli, per cui la p.f. 267 risultava nelle
disponibilità di Vigilio Mendini, il figlio più giovane mentre
la confinante 268 al fratello maggiore, Giuseppe.
1803
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Giacomo Antonio
2 3 *
Mendini Giuseppe
1 4
* 1803
d.1816
1824
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Giacomo Antonio
1 4 * 1825
1848
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Romedio
2 3 *
1859
1870
Mendini Teresa
2 3
1886
1904
Inama Maria fu Pietro
2 3
,
Molto probabilmente Antonio Cordini era proprietario delle future p.f. 267/2 e
268/2.
SUPERFICIE 2900 mq
La p.f. 266 è scomparsa. La 267 è stata frazionata in
267/1 e 267/2 misuranti rispettivamente 1400 mq e 1625 mq.
Il terreno formava un tutt'uno con la futura p.f. 268 e misurava una superficie
di 5600 mq ca.
Ritengo che la porzione più a nord delle p.f. 267/2 e 268/2, fosse in passato
occupata da bosco. Ciò è provato dalla continuità di proprietà con il rimanente
bosco della
p.f. 284 e anche dalla superficie del terreno soggetto al Gafforio che era circa
la metà di quella attuale.
In antico, e come poi ripresentatosi in tempi più moderni, la particella era
divisa in due porzioni, così come la vicina 268. Le parti sud delle particelle,
ossia la p.f. 267/1 e la p.f. 268/1 misuranti una superficie di 4 Moggi (2700 mq),
costituivano i possessi della Mensa.
L'affittuario pagava 1 quarta di frumento, 1 quarta di siligine, 2 quarte e 1 minela
di spelta. Nel 1848, dietro versamento di 29 Fiorini, fu cancellato l'obbligo
nei confronti della Mensa, per cui gli affittuari in quell'anno divennero
proprietari a tutti gli effetti.
Affittuario *
Romedio fu Giovanni Mendini acquistava dagli eredi Pret la futura p.f. 267/1
(3). L'altra metà del terreno 268/1 (4)apparteneva a Tommaso Pret, figlio di
Pietro.
Il terreno che fu di Romedio Mendini (3), in un anno imprecisato, dopo il 1552,
ritornò in possesso di Tommaso Pret.
Conzia Michele eredi
3 4 *
Nel 1574 gli eredi di Michele Conzia, creditori dei Pret, acquisirono il terreno
dai figli del fu Tommaso Pret, ancora di minore età. Nel 1585 furono investiti del terreno gli
eredi di Michele Conzio e a nord al posto dei Cordini, troviamo Antonio Mendini
II che ne aveva acquistato la proprietà.
Carlo abitava a Taio ed era erede
di Michele Conzio.
Figlio del fu Antonio Mendini. Sul terreno
insistevano 6 stregle di viti e 8 vanezze.
Le future p.f. 267/2 e 268/2
erano
possedute da Giacomo in comproprietà con suo fratello e i suoi nipoti. Tanto
risulta dai confini del terreno qui sopra al punto 3 4 nel 1640. Il fratello di Giacomo,
era Antonio V e i suoi nipoti, i figli del fu Giovanni, ossia Matteo, Antonio e
Giovanni Giacomo.
Il Panizza aveva
probabilmente acquistato dagli altri Mendini la restante parte di terreno.
Mentre nel 1646 acquistava la parte di terreno appartenente ad Antonio
Mendini V.
Giacomo e Antonio sono figli del fu Giacomo I, ai quali il terreno pervenne dopo la morte del padre. Nel
1695 ne furono investiti ancora i due fratelli.
Dopo la morte del padre Pietro il terreno pervenne al figlio Matteo. Nel 1695 la
proprietà risulta da confini del terreno qui sopra.
Giacomo Antonio era figlio del
fu Antonio.
Pietro Antonio era figlio del fu Matteo Panizza.
Giacomo Antonio II e Giacomo III erano figli di Giacomo II Mendini.
Il terreno appartenuto a Pietro Antonio Panizza fu acquisito dai Mendini e tutto
Lamport fu suddiviso longitudinalmente.
Dal testamento di Giacomo si capisce che era divenuto l'unico
proprietario/possessore di tutto il terreno a Lamport. Per cui nel lasso di tempo dal 1727
al 1745, aveva acquisito la parte del fratello Giacomo Antonio e quella
appartenuta ai suoi cugini Antonio e Giacomo Antonio Mendini.
Romedio Maria ereditava il terreno dopo la morte del padre Giacomo.
Nel 1803 Vigilio vendeva la sua parte a Lamport al fratello Giacomo Antonio di
Taio.
1816
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Giuseppe
1 2 3 4
*
Tramite permuta Giuseppe acquisisce le porzioni 2 3 dal fratello Giacomo Mendini,
divenendo così unico proprietario del terreno.
Dopo il 1816, siccome Giuseppe era debitore del fratello Giacomo Antonio, gli
cedeva una porzione del terreno, questa volta la 1 4.
Romedio era figlio di Giuseppe.
Giuseppe de Stefenelli di Fondo per conto della Mensa vescovile di Trento
liberava ed esonerava, dietro il versamento di una somma di 29 Fiorini, don Giacomo Mendini (agente per conto del nipote Camillo Mendini) e Romedio fu Giuseppe
Mendini dall’obbligo della corresponsione del livello gafforiale.
Teresa era moglie di
Pietro Inama
fu Baldassarre detto Guslot.
Maria era figlia del fu Pietro Inama.
Emer Gianni
3
Kaisermann Bruno
2
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1510
Mensa vescovile di Trento
3 4
Pret Simone fu Giacomo
3 4 *
Cordini Antonio II
1 2 *
1552
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Romedio
3
*
Pret Tommaso
4
*
Cordini Nicolò II
1 2 d.1552
1574
Mensa vescovile di Trento
3 4
Pret Tommaso
3 4
*
Cordini Antonio IV 1 2 1574 1585
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Antonio II 1 2 1585
1625
Mendini Antonio II 1 2 p.1640
Mensa vescovile di Trento
3 4
Conzio Carlo
3 4
* 1640
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo
3 4
* 1640
1646
Mendini
Giacomo
I
1 2
Mendini
Antonio V
1 2
Mendini
Giovanni IV eredi
1 2 d.1646
Panizza Pietro
1 2 1668
1695
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo
II
3
4 *
Mendini Antonio VI
3 4 * p.1670 1695
Panizza Matteo
1 2 1713
1721
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo Antonio I
3 4 *
Mendini
Giacomo Antonio II
3 4 *
Mendini
Giacomo III
3 4 *
Panizza Pietro Antonio
1 2 d.1721 p.1727
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo Antonio I 2
3
*
Mendini
Giacomo Antonio II
1 4 *
Mendini
Giacomo III
1 4 *
d.1727 1745
1763
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini
Giacomo
*
1 2 3 4 d.1763 1780
1798
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Romedio Maria
1 2 3 4 * 1798
1803
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Vigilio
2 3 *
Mendini Giuseppe
1 4
*
Alla morte
di Romedio Maria il terreno a Lamport fu diviso fra i suoi figli, per cui la p.f. 267 risultava nelle
disponibilità di Vigilio Mendini, il figlio più giovane, mentre
la confinante 268, al fratello maggiore, Giuseppe.
1803
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Giacomo Antonio
2 3 *
Mendini Giuseppe
1 4
* 1803
d.1816
1824
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Giacomo Antonio
1 4 * 1825
1840
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini dott. Romedio
1 4 * 1840 1848
Mendini Camillo
1 4
1856
1859
1870
1885 Danielli Caterina
1 4
1885
1904
Inama Ferdinando
1 4
Inama Modesto
1 4
Inama Angelo
1 4
Inama Candido
1 4
Inama Romedio
1 4
1904
Inama Angelo
1 4
d.1958
Inama Aldo
1
Inama Germano
4
Molto probabilmente Antonio Cordini era proprietario delle future p.f. 267/2 e
268/2.
SUPERFICIE 2840 mq
La p.f. è stata frazionata in 268/1 e 268/2 che misurano rispettivamente 1020 mq
e 1820 mq.
l terreno formava un tutt'uno con le future p.f. 266-267 e misurava una
superficie di 5600 mq ca.
Ritengo che la parte più a nord delle p.f. 267/2 e 268/2,
fossero in passato occupate da bosco. Ciò, sarebbe provato dalla continuità di
proprietà con la p.f. 284 e anche dalla superficie del terreno soggetto al
Gafforio che era circa la metà di quella attuale.
In antico, e come poi ripresentatosi in tempi più moderni, la particella era
divisa in due porzioni, così come la vicina 267. Le parti sud delle due
particelle, ossia la p.f.267/1 e la p.f. 268/1 misuranti una superficie di 4
Moggi (2700 mq), costituivano i possessi della Mensa. L'affittuario pagava 1
quarta di frumento, 1 quarta di siligine, 2 quarte e 1 minela di spelta.
Nel 1848, dietro versamento di 29 Fiorini, fu cancellato l'obbligo nei confronti
della Mensa, per cui gli affittuari in quell'anno divennero proprietari a tutti
gli effetti.
Affittuario *
Sulla particella, verso nord, si capisce che una sorta di rientranza rappresenta
l’eremo e, ingrandendo la mappa, si vede infatti il disegno della chiesa e casa
eremo.
Romedio fu Giovanni Mendini acquistava dagli eredi Pret la futura p.f. 267/1
(3). L'altra metà del terreno 268/1 (4) apparteneva a Tommaso Pret, figlio di
Pietro.
Il terreno che fu di Romedio Mendini (3), in un anno imprecisato dopo il 1552,
ritornò in possesso di Tommaso Pret.
Conzia Michele eredi
3 4 *
Nel 1574 gli eredi di Michele Conzia, creditori dei Pret, acquisirono il terreno
dai figli del fu Tommaso Pret, ancora di minore età. Nel 1585 furono investiti del terreno gli
eredi di Michele Conzio e a nord al posto dei Cordini, troviamo Antonio Mendini
II che ne aveva acquistato la proprietà.
Carlo abitava a Taio ed era erede
di Michele Conzio.
Figlio del fu Antonio Mendini. Sul terreno
insistevano 6 stregle di viti e 8 vanezze.
Le future p.f. 267/2 e 268/2
erano
possedute da Giacomo in comproprietà con suo fratello e i suoi nipoti. Tanto
risulta dai confini del terreno qui sopra al punto 3 4 nel 1640. Il fratello di Giacomo,
era Antonio V e i suoi nipoti, i figli del fu Giovanni, ossia Matteo, Antonio e
Giovanni Giacomo.
Il Panizza aveva
probabilmente acquistato dagli altri Mendini la restante parte di terreno.
Mentre nel 1646 acquistava la parte di terreno appartenente ad Antonio
Mendini V.
Giacomo e Antonio sono figli del fu Giacomo I, ai quali il terreno pervenne dopo la morte del padre. Nel
1695 ne furono investiti ancora i due fratelli.
Dopo la morte del padre Pietro il terreno pervenne al figlio Matteo. Nel 1695 la
proprietà risulta da confini del terreno qui sopra.
Giacomo Antonio era figlio del
fu Antonio.
Pietro Antonio era figlio del fu Matteo Panizza.
Giacomo Antonio II e Giacomo III erano figli di Giacomo II Mendini.
Il terreno appartenuto a Pietro Antonio Panizza fu acquisito dai Mendini e tutto
Lamport fu suddiviso longitudinalmente.
Dal testamento di Giacomo si capisce che era divenuto l'unico
proprietario/possessore di tutto il terreno a Lamport. Per cui nel lasso di tempo dal 1727
al 1745, aveva acquisito la parte del fratello Giacomo Antonio e quella
appartenuta ai suoi cugini Antonio e Giacomo Antonio Mendini.
Romedio Maria ereditava il terreno dopo la morte del padre Giacomo.
Nel 1803 Vigilio vendeva la sua parte a Lamport al fratello Giacomo Antonio di
Taio.
1816
Mensa vescovile di Trento
3 4
Mendini Giuseppe
1 2 3 4
*
Tramite permuta Giuseppe acquisisce le porzioni 2 3 dal fratello Giacomo Mendini,
divenendo così unico proprietario del terreno.
Dopo il 1816 siccome Giuseppe era debitore del fratello Giacomo Antonio, gli
cedeva una porzione del terreno, questa volta la 1 4.
Nel 1825 Giacomo Antonio e la moglie Domenica,
assegnano al figlio Romedio il terreno.
Giuseppe de Stefenelli di Fondo per conto della Mensa vescovile di Trento
libera ed esonera, dietro il versamento di una somma di 29 Fiorini, don Giacomo Mendini (agente per conto del nipote Camillo Mendini) e Romedio fu Giuseppe
Mendini dall’obbligo della corresponsione del livello gafforiale.
Vedova di Camillo Mendini e dopo maritata con Daniele Danielli. Da confini
risulta che la parte a monte era già di Teresa Inama (Mendini).
Il terreno fu acquistato da Ferdinando e Modesto anche a nome degli altri
fratelli Angelo, Candido e Romedio.
Il terreno fu frazionato nelle p.f. 268/1 e 268/2
Emer Gianni
4
Kaisermann Bruno
1
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1510
ca.1535 Inama Leonardo
ca.1535
ca.1540 Inama Giovanni 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I 1854
1859
Emer
Giovanni
Emer
Pietro
Emer Romedio II
1870
1880
1892
Panizza Giovanna
1892
1896
Panizza Filippo
1896
1904
Panizza Augusto
SUPERFICIE 2395 mq
La superficie qui sopra si riferisce alle due p.f.
La p.f. 269 non è più esistente in quanto
conglobata nella p.f. 229.
La sequenza dei proprietari Inama di Fondo è stata principalmente dedotta dalla
genealogia.
Non è dato a sapere quando la futura p.f. 269 fosse
stata conglobata nella p.f. 229 ed a opera di chi.
E' comunque fuori dubbio che tale bosco fosse appartenuto agli Inama di Fondo,
perchè citato nei confini della futura p.f. 268.
Giovanni era figlio di Leonardo.
Nei confini della locazione Gafforiale del 1585, si
nominano gli Inama di Fondo, come "Toffolli".
La proprietà risulta anche nel 1680 dal confine nord della futura p.f. 229.
I due fratelli possedettero il bosco in comunione
ma alla morte di Lorenzo Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la
detenne fino al 1741.
Nel 1756 è comprovata la proprietà di Bartolomeo
nelle confinazioni delle future p.f. 271, 272, 273 e 274.
Romedio nel
1849 acquistava, dopo esserne stato per parecchio tempo il masadore, il Maso
Inama di Fondo al quale apparteneva pure questo bosco.
Alla morte di
Romedio il bosco fu ereditato dai suoi figli.
Nelle divisioni fra i fratelli Emer, il bosco toccò
a Pietro che morì nel 1878.
Almeno dal 1880 il bosco era già passato ai Panizza.
Giovanna morì nel 1892 e il bosco pervenne al
marito/cugino Filippo.
Alla morte di Filippo il bosco fu ereditato dal nipote Augusto Panizza.
Solo la p.f. 270 perchè la 269 era già stata inglobata dai Panizza in
precedenza.
Toponimo Anno
Proprietario
Note
p.1715
Mendini Giacomo Antonio
1715 p.1748 Mendini Domenica 1748
1756 Comunità di Dermulo 1756 Chilovi don Giacomo 1780 Chilovi Gaspare 1825
1857
Chilovi Gaspare
1857
1870
1880
1880
1883
1883
1900
1901 1901
1904
Tamè Costante
SUPERFICIE 676 mq
Del medesimo proprietario erano anche le p.f.
273-274.
La p.f. 271 in alcune documentazioni sembra appartenere al comune di Dermulo.
Giacomo Antonio assegna il bosco alla figlia Domenica,
nel
momento del suo matrimonio come parte di dote.
La comunità nel 1748 acquistava il bosco dagli eredi
Mendini.
Nel 1756 don Giacomo Chilovi acquistava il bosco dalla
comunità di Dermulo.
Chilovi Antonio
di Taio.
Gaspare era figlio del fu Romedio di Taio. Gaspare che nel 1857 abitava a
Castenedolo nel bresciano, vendeva il bosco a Lorenzo Inama, acquistante anche a
nome dei fratelli Pietro e Urbano.
Nel 1880 il terreno diventa esclusiva proprietà di Urbano.
Alla morte di Urbano il bosco passa al figlio Albino che
morirà nel 1900 e quindi ne diverrà proprietaria la madre Erminia.
Erminia venderà il bosco a Costante Tamè.
Toponimo Anno
Proprietario
Note
p.1715 Mendini Giacomo Antonio
1715 p.1748 Mendini Domenica 1748
1756 Comunità di Dermulo 1756 Chilovi don Giacomo 1780 Chilovi Gaspare 1825
1857
Chilovi Gaspare
1857
1870
1880
1880
1883
1883
1900
1901 1901
1904
Tamè Costante
SUPERFICIE 677 mq
Del medesimo proprietario erano anche le p.f. 271-272.
Giacomo Antonio assegna il bosco alla figlia Domenica nel
momento del suo matrimonio come parte di dote.
La comunità nel 1748 acquistava il bosco dagli eredi
Mendini, ossia sua figlia Domenica e il marito Bartolomeo Mendini.
Nel 1756 don Giacomo Chilovi acquistava il bosco dalla
comunità di Dermulo.
Chilovi Antonio
di Taio.
Gaspare era figlio del fu Romedio di Taio. Gaspare che nel 1857 abitava a
Castenedolo nel bresciano, vendeva il bosco a Lorenzo Inama, acquistante anche a
nome dei fratelli Pietro e Urbano.
Nel 1880 il terreno diventa esclusiva proprietà di Urbano.
Alla morte di Urbano il bosco passa al figlio Albino che
morirà nel 1900 e quindi ne diverrà proprietaria la madre Erminia.
Erminia venderà il bosco a Costante Tamè.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1763
Mendini Giacomo III
d.1763 1780
1825
Mendini Romedio p.1846
Mendini Romedio
d.1846
1859
1870
1886
1904
Inama Maria
SUPERFICIE 785 mq
Nel 1825 si ritrova proprietario Antonio Inama, ma credo si
tratti di un errore, infatti lo stesso numero del Cater (141) appare nello
stesso anno nelle disponibilità di Romedio fu Romedio Mendini.
Figlio del fu Romedio Maria.
Figlio del fu Giuseppe fu Romedio Maria. A tutt'oggi non ho trovato la prova
documentale del passaggio fra Romedio fu Romedio Maria e Romedio fu Giuseppe.
Teresa era moglie di Pietro Inama fu Baldassarre e figlia del
succitato Romedio.
Maria era figlia del fu Pietro Inama.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1780
Sulla p.f. 276 si nota la presenza di una costruzione,
rappresentata, come da convenzione della mappa, con il colore rosso. Questa però
non si capisce cosa sia! Inoltre c’è sempre la strada 931 che non è del tutto
chiaro se sia giù nel burrone o a Lamport ai margini delle campagne. 1825
1859
1870
SUPERFICIE 233
mq
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1780
1825
1859
1870
SUPERFICIE 11350 mq
La zona scoscesa di bosco e il pascolo nei pressi del
Noce, era appartenuta all'eremo di Santa Giustina e poi transitata al comune di
Dermulo.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1618 Massenza Simone II
p.1646 Massenza Giacomo 1668 Massenza Maddalena 1668
1680 Bergamo Giovanni? 1780 ? 1836
Mendini Pietro
1854
d.1854
1855
1859
1903 p.1880
Mendini Pietro
1880
1904
SUPERFICIE 800 mq
Denominato anche Santa Giustina.
Nel 1854 il bosco fu frazionato in 280/1 e 280/2.
Giacomo era figlio di Simone.
Maddalena, figlia di Giacomo Massenza, nel 1668 vendeva il bosco a Giovanni
Bergamo.
Ipotesi Da confine della p.f. 281
Non sono riuscito a capire da chi avesse acquistato il bosco Pietro Mendini.
Pietro sicuramente possedeva il bosco prima della sua morte nel 1836.
Mendini Francesco
Mendini Battista
I figli di Pietro entrarono in possesso del bosco nel 1854.
Mendini Caterina
Mendini Battista
Alla morte di Francesco il bosco 280/2 pervenne alla figlia Caterina.
Giacomo fu Silvestro Zitol, nel 1855 acquista la
particella di bosco 280/2 da Caterina Mendini, figlia del fu Francesco.
Pietro figlio del fu Battista Mendini possiede la p.f. 280/1.
Inama Francesco
Francesco figlio di Giacomo Inama, possiede la p.f.
280/1, in forza al contratto di compravendita del 1880 con Pietro fu Battista Mendini.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1680
Inama Silvestro
1680 1687
Inama Vittore
1699
Inama Giacomo 1700
1723
Inama Silvestro 1744
Panizza don Pietro eredi 1768 1780
1782 1782
1798 1825
Panizza Luigi
1859
1870
Panizza Giovanna
Panizza Filippo
1892
1896
1904
Panizza Augusto
(1892 + di Giovanna)
(1896 + di Filippo)
SUPERFICIE 625 mq
Chiamato anche al Ciapitel, oppure a Santa Giustina.
Bosco assegnato a Vittore nelle divisioni con il fratello Giacomo.
Forse poi transitato a Giacomo e quindi a suo figlio Silvestro.
La proprietà risulta da confini della futura p.f. 282.
Nel 1768 la proprietà risulta dal confine ovest della futura p.f. 282.
di Taio.
di Taio.
Toponimo Anno
Proprietario
Note p.1646
Mendini Antonio V
1646
1665
Panizza Pietro d.1670
Panizza Ferdinando d.1673
ca.1740
Panizza Pietro Lorenzo d.1740 1742
p.1743
Panizza Ferdinando 1744
Panizza Pietro Antonio 1747
Panizza Pietro Antonio 1747 1768
Lucchi don Federico 1775
Lucchi don Federico 1775 1780
1810
Lucchi don Federico 1803
1810 1825
Chilovi Francesco p.1852
Chilovi Antonio
1852
1859
1870
1893
1893
1904
SUPERFICIE 2150 mq
Chiamato anche al Ciapitel o alla Croce.
Il terreno fin dal Seicento era formato
da due porzioni, quella a nord, più piccola era coltivata a seminativo e vite, quella a sud
era boschiva. Tutto insieme apparteneva ad Antonio Mendini V il quale nel 1646
la alienava a Pietro Panizza.
Con le divisioni interne alla famiglia Panizza, le due porzioni toccarono a
persone diverse, ma in comune ebbero il destino di essere locate a livello
perpetuo.
Infatti nel Catasto teresiano troviamo il terreno assegnato ai due locatari,
Giovanni Mendini e Giacomo Endrizzi.
All'inizio dell'Ottocento il terreno transiterà alla famiglia Chilovi.
* Livellario
Ferdinando acquistava il terreno da Antonio Mendini, a nome del padre Pietro che era assente.
Il bosco e piccolo campo a nord, pervenne a Ferdinando figlio di Pietro. Nel
1680 da confini della p.f. 281, si dicono proprietari gli eredi di Pietro
Panizza.
Quindi il terreno passò a Pietro Lorenzo figlio di Ferdinando.
Nel 1742 la proprietà risulta anche dal confine nord della futura p.f.
283. Alla morte di Ferdinando, intorno al 1743, divenne proprietario del bosco, il
nipote Pietro Antonio.
Tamè Simone *
Pietro Antonio concede il terreno in locazione perpetuale a Simone Tamè.
Inama Giacomo
*
Pietro Antonio erede Panizza investe Giacomo Inama della parte nord del terreno,
che all'epoca era campo e non bosco.
Endrizzi Giacomo *
Nel 1747 la proprietà del Lucchi risultava dal confine sud della parte di Pietro
Antonio Panizza.
Don Lucchi di Sarnonico investe Giacomo Endrizzi di Dermulo della porzione a sud
verso il crocefisso.
Inama Giacomo
*
Giacomo era figlio del fu Michele ed era stato investito della porzione nord.
Giovanni Mendini muore nel 1802 e nello stesso anno, il fratello Mattia, suo erede,
vende il bosco a Francesco Chilovi.
Francesco era figlio del fu Antonio di Taio.
Nel 1810 Francesco subentra a don Federico Lucchi e nello stesso anno Giacomo
Endrizzi gli cede lo stesso terreno che aveva in locazione.
Antonio era figlio del fu Francesco.
Nel 1852 Pietro fu Baldassarre Inama acquistava il
bosco da Antonio fu Francesco Chilovi.
Inama Elia
Pietro Inama Guslot nel 1893 vendeva il bosco al figlio Elia.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1646
Panizza Pietro
1695
1699
Panizza Matteo
d.1699
1742
Panizza Biagio
Panizza Giuseppe
1742 p.1763
Mendini Giacomo III
d.1763
1768
1780
d.1798
1824
Mendini Giacomo Antonio d.1824 1825
1859
1870
1882
1892 Mendini Luigi
1892
1898 Mendini Arnaldo
1902
1904
Nel 1646 la proprietà del bosco risulta dal confine sud della futura p.f. 282.
SUPERFICIE 380 mq
Questa p.f. era
chiamata anche alla Cros di Santa Giustina oppure al Capitello.
Nel 1780 formava un'entità unica con il bosco posto a sud, p.f. 284.
Nel 1695 la proprietà del bosco risulta dal confine nord del terreno a Lamport.
Figli del fu Matteo.
Giacomo acquista il bosco dai fratelli don Giuseppe e don Biagio Panizza figli
del fu Matteo.
Nel 1768 la proprietà risulta anche dal confine sud della futura p.f. 282.
Figlio di Romedio Maria.
Giuseppe era
figlio del fu Giacomo Antonio Mendini
e abitava a Taio.
Don Giacomo era fratello di Giuseppe e fu primissario
a Dermulo.
Don Giacomo vendette il bosco ai nipoti.
Nel 1882 Luigi esce dalla comproprietà.
Mendini Ludovico
Ludovico nel 1898 trasferisce la sua parte al fratello Arnaldo.
1898
1902
Mendini Arnaldo
Nel 1902 Arnaldo vende il bosco allo zio Celeste.
Da un documento si ricava che nel 1902 Arnaldo fu Luigi Mendini cedeva allo zio Celeste la sua parte del bosco alla Croce.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1646
Panizza Pietro
1695
Panizza Matteo
1742 p.1763
Mendini Giacomo III
d.1763 1780
1816 1825 1835
1859
1870
1879
1904
SUPERFICIE 565 mq
Chiamato Lamport "presso il capitello". (ossia il
crocefisso)
Nel 1780 formava un'entità unica con il bosco posto a
nord p.f.283.
La proprietà del bosco sembra risultare dal confine nord del terreno a Lamport.
Non è escluso però, che il bosco fosse già in possesso della famiglia Mendini,
già affittuaria della p.f. 268 a Lamport.
Nel 1742 questo bosco risultava già proprietà di Giacomo.
Romedio era figlio del fu Romedio Maria Mendini. La
proprietà del
1816 risulta anche dal confine nord del terreno a Lamport.
Romedio era
figlio del fu Vigilio Mendini ed aveva ereditato il bosco
dallo zio Romedio.
Nel 1870 il bosco pervenne ai due figli di Romedio, Tobia e Giuseppe, per poi rimanere solo
dell'ultimo.
Toponimo Anno
Proprietario
Note 1528
Cordini Delaito
1550
Cordini Pietro 1550
ca.1568
Cordini Anna 1569
1581
Betta Pantaleone
Cordini Martino * 1604
1625
Betta Pantaleone Eredi
Massenza Domenico * 1630
1640 1646
Betta Bonifacio
Bonvicini Giorgio *
Pellegrini Andrea * 1657
Betta Bonifacio Eredi
Massenza Concio * 1659
Betta Giovanni Pantaleone
Inama Silvestro II * 1671
1688 1723
Betta Antonio
Inama Giacomo II * 1733
1739 1771
Betta Bonifacio
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Giovanni * 1777
1783
Betta Francesco
Emer Giovanni * 1780
Betta Bonifacio Eredi
Emer Giovanni * 1792
Benedetti Paolina
Melchiori Antonio * 1793
1815
Gentili Gertrude
Gentili Marietta
Endrizzi Giacomo *
1858
1883
Widmann Alfonso
Inama Baldassarre *
1885
1894
Widmann Alfonso Eredi
Inama Agostino *
1895
1903
1904
Widmann Alfonso
Fondazione Stipendiaria Widmann
p.1947 Widmann Egberto
Widmann Ermanno Widmann
Enrico
1947 Tamè Vigilio
Tamè Agostino Tamè Maria
Tamè Silvia
1947 Pinamonti Ferdinando
SUPERFICIE 15500 mq
(prima del frazionamento)
La p.f. 286 nel 1889 è stata divisa in due porzioni
(286/1 e 286/2) dal passaggio della strada
che da Dermulo porta al Ponte di Santa Giustina.
Le altre particelle erano costituite da incolto, bosco e pascolo.
* Affittuario
Sembra che assieme a Martino fosse affittuario anche il fratello
Gervasio.
Domenico è attestato affittuario nel 1604.
Il Bonvicin che era di Salter è attestato affittuario dal 1628 al 1637,
mentre Andrea Pellegrini dal 1640 al 1644.
Silvestro è attestato affittuario nel 1659 al 1669.
Giacomo è attestato affittuario nel 1671.
Antonio e Giovanni erano figli di Gio. Battista e li troviamo affittuari
assieme fino al 1768.
L'Emer era affittuario dal 1778.
L'Emer proseguì con l'affitto fino al 1787.
Vedova
di Francesco Betta in quell'anno moglie di Michele Gentili di Sanzeno.
Gertrude e Marietta erano sorelle, figlie di Paolina e Michele.
Giacomo fu affittuario fino al 1804.
1815
1835
Widmann don Romedio
Tamè Vittore *
Per acquisto fatto alle sorelle Gentili.
1836
ca.1850
Widmann Alfonso
Tamè Vittore *
Agostino fu affittuario fino al 1899.
Alfonso abitava a Magrè. La Fondazione era stata istituita da don Romedio
Widmann il 14 settembre 1841.
I Widmann vendettero il terreno a Vigilio Tamè e Ferdinando Pinamonti.
p.f.
286/2, 287, 288 e 289.
p.f. 286/1, 285 e 290
Toponimo Anno Proprietario
Note ca.1450
Antonio fu Inama
ca.1490 Inama Pietro 1531
1553 Inama Cristoforo 1568
1598 Inama Floriano I Inama Pietro 1598
1615 Inama Bartolomeo I 1615
1652 Inama Floriano II 1652
1691 Inama Bartolomeo II 1691
1704 Inama Lorenzo Floriano Inama
Alberto 1741
1780 Inama Bartolomeo III 1763
1828 Inama Giovanni Vigilio 1828
1848 Inama Vigilio
Inama Floriano V
1849 Martini Carlotta
Sommeda Chiara 1849
1854
Emer Romedio I
1870
1877
1904 Emer Germano
Emer Geremia
1878
1904 Emer Alessandro
Emer Celeste Emer
Giuseppe Emer Arcangelo
SUPERFICIE 5200 mq
La p.f. 291/2 risulta più lunga rispetto a quanto
rappresentato sulla mappa qui a fianco.
Oggi detta Loc.
Già nel 1618 una porzione della futura p.f. 291/1, della superficie di circa 600
mq, come rappresentata nella mappa inferiore, era proprietà della chiesa di San
Giacomo. Successivamente venne presumibilmente data in locazione perpetuale alla
famiglia Mendini, la quale in un anno imprecisato, mediante Antonio Mendini
(quale?) che fu sindaco della chiesa, fu restituita alla chiesa stessa. Nel 1715
l'arativa vignata fu venduta ad Alberto Inama che vi confinava da tre parti, per
l'importo di 120 Ragnesi.
La linea rossa rappresenta la strada comunale n. 265 che prima della costruzione
dello stradone per il ponte di Santa Giustina, collegava la futura Via Strada
Romana, con la strada delle Marzole.
di Fondo.
I due fratelli possedettero il terreno in comunione, ma
alla morte di Lorenzo Floriano nel 1704, la parte passò ad Alberto che la tenne
fino al 1741.
Floriano IV fratello di Bartolomeo fu comproprietario fino alla sua morta
avvenuta nel 1763.
Figli ed eredi di Giovanni Vigilio. Vigilio morì nel 1837.
Le vedove di Vigilio e di Floriano V Inama, nel 1849 vendono il maso di cui
faceva parte il terreno, a Romedio Emer.
I figli di Giovanni nelle divisioni si aggiudicarono la p.f.
291/2.
I figli di Pietro nelle divisioni si aggiudicarono la p.f.
291/1.
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1688
1701 Thun di Castel Bragher
Inama Antonio * d.1701 1716
1717 Thun di Castel Bragher
Inama Marino * 1717 1744
1759 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1759
1777
Thun di Castel Bragher Inama
Bartolomeo Eredi * 1777 1780
1787
Thun di Castel Bragher 1795
1801 Thun di Castel Bragher
Inama Anna *
Inama Brigida * 1801
1825 Thun di Castel Bragher
Inama Giacomo *
1825
1843
Thun di Castel Bragher
Inama Brigida * 1859
1867
1868
1870
1877
1904 Emer Germano
Emer Geremia
SUPERFICIE 1900 mq
Questa particella assieme alle p.f. 293, 294, 295, 296, 297, 298, 299, 300, 301
e 302 costituiva in passato un unico terreno proprietà di Castel Bragher,
della superficie di 19500 mq.
I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in locazione perpetuale.
Dopo il 1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli affittuari
dovevano corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare proprietari
dei terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di riscossione di
tale somma, a Francesco fu Giuseppe Inama di Coredo. Per tale motivo molti dei
proprietari delle Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al pagamento
del debito.
Attualmente la particella ha una forma un po' diversa, praticamente è molto più estesa verso
sud ed è chiamata come i terreni vicini, Loc.
Nel 1716 Giovanni Battista Inama II, per se e i fratelli, vendette al confinante
verso valle, Alberto Inama di Fondo, una striscia di terreno di 1,5 quarte a valle, con
un filare di viti.
*Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
che era irreperibile.
Antonio era figlio del fu Giovanni Battista.
Dopo la morte del padre, il terreno fu del figlio Marino che però morì in
giovane età.
Bartolomeo figlio del fu Antonio acquisì il terreno dopo la morte del fratello
Marino.
Gli eredi furono i nipoti, Antonio, Giovanni e Giovanni Battista.
Nelle divisioni del 1777 la parte di sotto del terreno che fu dello zio
Bartolomeo Inama (+1759) toccò a Giovanni.
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Anna e Brigida sono figlie di Giovanni Inama. Nel 1801, Anna per accomodamento
con la sorella Brigida, le lascia la sua parte di terreno.
Giacomo era figlio del fu Giuseppe Inama e marito di Brigida.
Il terreno appartenne a Brigida e dopo la sua morte pervenne al figlio Giacomo.
Giacomo figlio
del fu Giacomo Inama, possedeva il terreno assieme alla moglie Anna Chini.
Nel 1867 il terreno andò all'asta per dei debiti con Giovanni Battista Ossanna
di Cles e fu acquistato dai fratelli Emer.
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1688
1701 Thun di Castel Bragher
Inama Antonio * d.1701 1716 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Bartolomeo *
d.1722 1744
1759 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1759
1777
Thun di Castel Bragher Inama
Bartolomeo Eredi *
1777 1780
1787
1801
Thun di Castel Bragher d.1801
1817
Thun di Castel Bragher
Zini Elisabetta *
1817
1825
Thun di Castel Bragher
Inama Giacomo * 1825
1855
Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni * 1855 1859
1870 1904
SUPERFICIE 1650 mq
Questa particella assieme alle p.f. 292, 294, 295, 296, 297, 298, 299, 300,
301 e 302 costituiva in passato un unico terreno proprietà di Castel
Bragher,
della superficie di 19500 mq.
I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in locazione perpetuale per il
canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi.
Dopo il 1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli affittuari
dovevano corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare proprietari
dei terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di riscossione di
tale somma, a Francesco fu Giuseppe Inama di Coredo. Per tale motivo molti dei
proprietari delle Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al pagamento
del debito.
Oggi di questa
p.f.,
detta Marzole Sota,
è rimasto ben poco, infatti è stata quasi interamente occupata dalla strada
statale che porta a Cles.
Risulta un frazionamento in 293/1 e 293/2. Quest'ultima particella, oggi
scomparsa, era localizzata sopra lo stradone.
*Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
che era irreperibile.
Antonio era figlio del fu Giovanni Battista.
I tre fratelli di Marino Inama possedevano assieme le p.f. 293 e 294. Nel 1722 Antonio trasferito a Favogna vendeva la sua parte al fratello Giobatta
II, il quale poi successivamente la cedeva assieme alla sua, al fratello
Bartolomeo.
Bartolomeo era figlio del fu Antonio.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Gli eredi furono i nipoti, Antonio, Giovanni e Giovanni Battista.
Nelle divisioni del 1777 la parte centrale del terreno che fu del prozio
Bartolomeo Inama (+1759), toccò Giovanni Battista V.
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Elisabetta vedova di Giovanni Battista V, tutrice dei figli Maddalena e Giovanni
Battista VI, vende il terreno a Giacomo fu Giuseppe Inama.
Giacomo figlio del fu Giuseppe Inama.
Giovanni era figlio del fu Giacomo.
Eugenio era figlio del
fu Giovanni. Il
terreno fu assegnato nel progetto divisionale del 1858.
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1688
1701 Thun di Castel Bragher
Inama Antonio * d.1701 1716 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista II *
Inama Antonio *
Inama Bartolomeo *
d.1722 1744
1759 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1759
1777
Thun di Castel Bragher Inama
Bartolomeo Eredi * d.1777 1780
Thun di Castel Bragher Inama Antonio * 1780
1787 1801
Thun di Castel Bragher d.1801
1817
Thun di Castel Bragher
Paoli Tommaso * 1825
Thun di Castel Bragher
Emer Cristoforo * p.1856
Emer Pietro 1856
Rosati Gioseffa
1868
1870 Eccher Lorenzo
1904 Eccher Augusta
SUPERFICIE 2050 mq
Questa particella assieme alle p.f. 292, 293, 295, 296, 297, 298, 299, 300,
301 e 302 costituiva in passato un unico terreno proprietà di Castel
Bragher,
della superficie di 19500 mq. I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in locazione perpetuale
per il canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi. Dopo il 1850 l'istituto
del livello perpetuo cessò, per cui gli affittuari dovevano corrispondere ai
Thun una prestabilita somma per diventare proprietari dei terreni a tutti gli
effetti. I Thun cedettero i diritti di riscossione di tale somma, a Francesco fu
Giuseppe Inama di Coredo. Per tale motivo molti dei proprietari delle Marzole si
ritrovarono i terreni ipotecati, fino al pagamento del debito.
Sulla parte nord della p.f. oggi sorge la casa degli eredi di
Luigi Inama. Parte del terreno dove Romedio Inama edificò la casa, apparteneva
alla chiesa di Dermulo.
*Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
che era irreperibile.
Antonio era figlio del fu Giovanni Battista.
I tre fratelli di Marino Inama possedevano assieme le p.f. 293 e 294. Nel 1722 Antonio,
già trasferito a Favogna, vendeva la sua parte al fratello Giobatta
II, il quale poi successivamente la cedeva assieme alla sua, al fratello
Bartolomeo.
Bartolomeo figlio del fu Antonio.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Gli eredi furono i nipoti, Antonio, Giovanni e Giovanni Battista.
Nelle divisioni del 1777 la parte sopra del terreno che fu dello zio Bartolomeo
Inama (+1759) toccò ad Antonio. Spesso il possesso di Antonio Inama è
identificato con quello del genero Giovanni Mendini.
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Dopo la morte di Giovanni divenne proprietaria la moglie Maria Caterina Inama che circa nel 1804 lasciò
il terreno al nipote Tommaso Paoli.
Questo è probabilmente ciò che avvenne, per analogia con la p.f. 264.
Il possesso del 1817, risulta da confine est della p.f. 293.
Cristoforo Emer era di Taio. Sembra che Cristoforo fosse stato il figlio di
Dorotea Inama (figlia di Giovanni fu Giovanni Battista) e Domenico Emer di Taio.
Pietro
figlio del fu Cristoforo di Taio vende il terreno a Gioseffa, vedova di Lorenzo
Eccher.
Da Gioseffa il terreno passò ai figli Lorenzo e Augusta.
Eccher Augusta
Lorenzo emigrò in Brasile e lasciò il terreno alla sorella Augusta.
Augusta era la
moglie di Filippo Inama. Per cui il terreno, composto dalle due p.f.
294/1 e 294/2, passò alla famiglia Inama.
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1688
1710
1720 Thun di Castel Bragher Inama
Valentino * d.1720
1744
1757 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista II * 1757
1759 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista III *
Inama Giovanni *
Inama Antonio *
d.1759
1764 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista III * 1780
1787
Thun di Castel Bragher 1825
Thun di Castel Bragher 1828 1838
1848 1870
1874
1874 Inama Elisabetta
1883
1903
1904 Inama Amadio
Inama Battista Inama
Camillo
1904
Inama Battista Inama
Amadio
SUPERFICIE 4120 mq
Questa particella assieme alle p.f. 292, 293, 294,
296, 297, 298, 299, 300, 301 e 302 costituiva in passato un unico terreno
proprietà di Castel Bragher,
della superficie di 19500 mq. I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in
locazione perpetuale
per il canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi.
Dopo il 1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli
affittuari dovevano corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare
proprietari dei terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di
riscossione di tale somma, a Francesco fu Giuseppe Inama
di Coredo. Per tale motivo molti dei proprietari delle
Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al
pagamento del debito.
Attualmente risulta frazionata in 295/1, 295/2, 295/3 e 295/4.
Nel 1883 Camillo Inama trasferisce su questo terreno ed altri di sua proprietà,
l'obbligo del così detto "lascito delle tronde", in precedenza legato al fondo
alle Late.
La quota di livello di questo terreno spettante a Castel Bragher, assieme alla
p.f. 301 e 302, ammontava a 4 stari, 2 minele e 1 fiorino e 45 Carantani.
*Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
che era irreperibile.
Nel 1710 il possesso di Valentino risulta dal confine ovest della futura p.f.
296.
Il terreno di Valentino fu acquistato da Giovanni Battista II (suo
nipote), in un anno imprecisato,
presumibilmente dopo la sua morte avvenuta nel 1720. Nel 1744 il possesso
risulta dal documento di investitura.
Dopo la morte di Giovanni Battista II, il possesso indiviso passò ai tre figli.
Nelle divisioni scritte da Cristano Emer nel 1759 questo terreno era toccato a
Giovanni Battista III che però moriva nel 1764. Suoi eredi furono la vedova Lucia Inama
e il figlio Giovanni Battista V.
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Nel 1828
Giovanni Battista VI assegna il terreno alla moglie Teresa come bene dotale.
Nel 1846 cedeva temporaneamente il terreno a Romedio fu Vigilio Mendini, per
poi riappropriarsene nel 1848.
Figlia di Teresa e Giobatta VI e moglie di Camillo Inama.
Camillo vende ai fratelli la sua quota di terreno.
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1688
1743 Thun di Castel Bragher
Inama Michele *
1743
1753 Thun di Castel Bragher
Inama Giacomo * d.1743
1744
1769
1779 Thun di Castel Bragher
Inama Gaspare * d.1779 1780
1787
1813
Thun di Castel Bragher d.1813
1816 1825
1840
Thun di Castel Bragher
Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Domenico *
Thun di Castel Bragher
Inama Lucia *
Thun di Castel Bragher
Inama Battista *
Zambiasi Teresa * d.1840 1859
1870 1894
Inama Giovanni 1899
1914
Inama Ernesto d.1915
Inama Abramo
1899
1904
Inama Daniele
SUPERFICIE 2590 mq
Queste particelle assieme alle p.f. 293, 294, 295, 298, 299, 300, 301 e 302
costituivano in passato un unico terreno proprietà di Castel Bragher,
della superficie di 19500 mq. I
Thun lo concedevano da tempo immemorabile in locazione perpetuale
per il canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi.
Dopo il 1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli affittuari
dovevano corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare proprietari
dei terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di riscossione di
tale somma, a Francesco fu Giuseppe Inama di Coredo. Per tale motivo molti dei
proprietari delle Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al pagamento
del debito.
La p.f. 297 è scomparsa mentre la 296 è stata
frazionata in 296/1 e 296/2.
* Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
che era irreperibile.
Il 1743 è l'anno in cui morì Michele. (p.f. 296/1)
1744
Nel 1743 Giacomo figlio di Michele dovrebbe assegnare a Giobatta II un suo
terreno per dei debiti nei suoi confronti. (p.f. 296/2). Nello stesso anno Giacomo vendette al
fratello Gaspare una pergola, per cui il terreno si assottigliava.
Giacomo possedeva la porzione est del terreno.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Nel 1769 la proprietà risulta da confine ovest della p.f. 298. In ogni caso,
più tardi la porzione a est fu del fratello Giacomo.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Silvestro possedeva la futura p.f. 296/2 mentre Giovanni Michele la p.f. 296/1.
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Antonio figlio del fu Silvestro, non avendo figli, lasciò eredi della p.f.
296/2, i figli di suo
cugino Giovanni Domenico: Luigi, Giacomo e Giovanni.
1801
1804
1816
1829
Giovanni Domenico possedeva la p.f. 296/1.
1829
1836
La futura p.f. 296/1 pervenne come dote a Lucia moglie di Romedio Mendini.
1836
Lucia e Romedio Mendini danno in permuta ai coniugi Inama il terreno p.f. 296/1.
Giovanni del fu Giovanni Domenico, rimase l'unico proprietario dopo la morte
prematura dei suoi fratelli. In un anno imprecisato, successivo al 1836,
Giovanni acquistava dai coniugi Battista e Teresa Inama, la p.f. 296/1 che fu
della sorella Lucia e ancora prima del padre Giovanni Domenico.
Ernesto, figlio del
fu Giovanni detto Foga, diventerà proprietario della parte a valle del terreno
contraddistinto dalla p.f. 296/1.
Abramo
figlio del fu Ernesto possiede la p.f. 296/1.
Daniele
fu Giovanni,
da divisioni del 1899, diventerà proprietario della parte monte
del terreno contraddistinta dalla p.f. numero
296/2 .
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688
1700 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1700
1704 Thun di Castel Bragher
Inama Maddalena * 1704
1715
1744
1751 Thun di Castel Bragher
Mendini Pietro Antonio * 1751
1761 Thun di Castel Bragher
Colletti Antonia * 1761
1769 1780
Thun di Castel Bragher
1787
Thun di Castel Bragher
Mendini Pietro * 1813
1850
Thun di Castel Bragher
Mendini Francesco *
Mendini Battista * 1850
1855
Thun di Castel Bragher
Inama Baldassarre *
d.1855
1859
1870
1898
1900
1904
Inama Geremia
Inama Clemente
1940
1904
Inama Vittoria
SUPERFICIE 1150 mq
Questa particella assieme alle p.f. 292, 293, 294,
295, 296, 297, 299, 300, 301 e 302 costituiva in passato un unico terreno
proprietà di Castel Bragher,
della superficie di 19500 mq. I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in
locazione perpetuale
per il canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi.
Dopo il 1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli affittuari
dovevano corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare proprietari
dei terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di riscossione di
tale somma, a Francesco fu Giuseppe Inama di Coredo. Per tale motivo molti dei
proprietari delle Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al pagamento
del debito.
* Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
irreperibile.
Maddalena era figlia di Bartolomeo.
Nel 1704 Pietro Antonio, sposando Maddalena figlia di Bartolomeo Inama, diventa
co-ffittuario del terreno.
Nel 1715 il possesso risulta dal confine sud delle Bertuse.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Nel 1769 il possesso risulta da confine nord delle p.f. 262 e 261.
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Figli di Pietro.
Nel 1813 il possesso risulta anche dal confine est della p.f. 296.
I fratelli Mendini avevano permutato con Baldassarre Inama questo terreno.
Giuseppe era figlio del fu Baldassarre.
I figli di Giuseppe ereditano il terreno alla morte del padre. Poi sarà solo di
Geremia.
Vittoria era figlia di Geremia. Il terreno perverrà ad Emanuele Sandri, marito
di Vittoria.
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688
1700 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1700
1704 Thun di Castel Bragher
Inama Maddalena * 1704
1715
1744
1751 Thun di Castel Bragher
Mendini Pietro Antonio * 1751
1752 Thun di Castel Bragher
Mendini Antonio * 1753
1757 Thun di Castel Bragher
Mendini Veronica *
Mendini Anna Maria *
1757
1759 1761 Thun di Castel Bragher
Colletti Antonia * 1761
1769 1780
Thun di Castel Bragher 1787
1821
Thun di Castel Bragher
Mendini Giuseppe * 1825
1833
Thun di Castel Bragher
Cristoforetti Marianna * 1833
Thun di Castel Bragher
Mendini Antonio *
Mendini Luigi * 1844
Thun di Castel Bragher
Mendini Pietro * 1844
1846
1855
Inama Baldassarre d.1855 1859
1870
1894
1904
SUPERFICIE 1190 mq
Questa particella assieme alle p.f. 292, 293, 294, 295, 296, 297, 298, 300,
301 e 302 costituiva in passato un unico terreno proprietà di Castel
Bragher,
della superficie di 19500 mq.
I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in locazione perpetuale
per il canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi.
Dopo il 1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli affittuari
dovevano corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare proprietari
dei terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di riscossione di
tale somma, a Francesco fu Giuseppe Inama di Coredo. Per tale motivo molti dei
proprietari delle Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al pagamento
del debito.
La p.f. è frazionata
in 299/1 e 299/2,
ma non sono riuscito a capire chi fossero i beneficiari del frazionamento. Nel
1904, comunque, risultava ancora da frazionare.
* Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
che era irreperibile.
Nel 1704 Pietro Antonio, sposando Maddalena figlia di Bartolomeo Inama, diventa
co-affittuario del terreno.
Nel 1715 il possesso risulta dal confine sud delle Bertuse.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Antonio figlio di Pietro Antonio morì nel 1752.
Figlie di Pietro Antonio maritate fuori paese che avevano ricevuto come dote il terreno, ma
che l'avevano poi ceduto alla madre Antonia per scomodità nell'essere lavorato.
Vedova di Pietro Antonio Mendini, citata nella località "sora la Tonia" in riferimento alla p.f. 300.
Nel 1769 il possesso risulta da confine nord delle p.f. 262 e 261.
Nel 1821 era rimasta vedova di Giuseppe fu Francesco
Mendini. Poi aveva sposato Lazzaro Fuganti di Taio. Marianna mori circa nel 1833
e lasciò erede il figlio Antonio, nato dal matrimonio con Giuseppe Mendini.
Antonio e Luigi erano
figli del fu Giuseppe abitante a Tassullo. Probabilmente fu dopo questo periodo
che il terreno fu frazionato in due porzioni.
Antonio e Luigi, fratelli Mendini, avevano venduto a Pietro, altro fratello di Sanzenone, il terreno.
Pietro aveva venduto il terreno a Baldassarre Inama.
Pietro
figlio del fu Baldassarre vendeva il terreno a Francesco Inama.
Inama Francesco
Francesco era figlio di Giacomo Inama Zitol.
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688
1700 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1700
1711 Thun di Castel Bragher
Inama Domenica * 1711
1744
p.1750 Thun di Castel Bragher
Fuganti Bartolomeo * 1750 Thun di Castel Bragher
Fuganti Antonia * 1750
1757 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista II * 1757
1759 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista III *
Inama Giovanni *
Inama Antonio *
d.1759
1769 1780 Thun di Castel Bragher
Inama Antonio * 1780
1787 1801
Thun di Castel Bragher d.1801
1817
Thun di Castel Bragher
Paoli Tommaso * 1825
Thun di Castel Bragher Emer Cristoforo
* p.1856
Emer Pietro 1856
Rosati Gioseffa
1867
1870
1882 1882
1891
Inama Pietro 1892
1893
Inama Mansueta 1893
1912 1914
Inama Camillo
SUPERFICIE 1200 mq
Denominato alle Marzole ossia al Poc.
Questa particella assieme alle p.f. 292, 293, 294, 295, 296, 297, 298, 299,
301 e 302 costituiva in passato un unico terreno proprietà di Castel
Bragher,
della superficie di 19500 mq.
I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in locazione perpetuale
per il canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi.
Dopo il 1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli
affittuari dovevano corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare
proprietari dei terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di
riscossione di tale somma, a Francesco fu Giuseppe Inama
di Coredo. Per tale motivo molti dei proprietari delle
Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al
pagamento del debito.
La p.f. è frazionata in
300/1 e 300/2, ma non sono riuscito a capire chi fossero i beneficiari del
frazionamento. Nel 1914 quando Camillo Inama assicurava un prestito sul terreno,
si disse proprietario di entrambe.
* Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre
irreperibile.
Domenica era figlia di Bartolomeo.
Dopo il 1711 il terreno sarà posseduto da coniugi Domenica e Bartolomeo
Fuganti.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Antonia figlia di Bartolomeo Fuganti e di Domenica Inama, vende il terreno a Giobatta
Inama II.
Giovanni Battista II era figlio del fu Antonio I.
Dopo la morte di Giovanni Battista II, il possesso indiviso passò ai tre
figli.
Nelle divisioni scritte da Cristano Emer nel 1759 questo terreno era toccato
ad
Antonio.
Giovanni era il genero di Antonio Inama. (Il terreno infatti era di Antonio).
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Dopo la morte di Giovanni divenne proprietaria la moglie Maria Caterina Inama che circa nel 1804 lo lasciò al nipote Tommaso Paoli.
Questo è probabilmente ciò che avvenne, per analogia con la p.f. 294 che a sua
volta si rifà alla situazione della p.f. 264.
Cristoforo era di Taio.
Pietro
figlio del fu Cristoforo di Taio vende il terreno a Gioseffa vedova di Lorenzo
Eccher.
Da Gioseffa il terreno passò ai due figli Lorenzo e Augusta.
Andrea Eccher procuratore dei fratelli Lorenzo e Augusta, vende il terreno
(p.f.300/2) a Pietro fu Valentino Inama.
Pietro era figlio del fu Valentino.
Mansueta ereditò il terreno (p.f. 300/2) dopo la morte del padre nel 1891.
Camillo acquistava da Mansueta moglie di Placido Tait, il terreno p.f. 300/2
Toponimo Anno Proprietario
Note 1586 Thun di Castel Bragher
Cordini Baldassarre *
ca.1670 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista * 1678 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista eredi * 1688
1700 Thun di Castel Bragher
Inama Bartolomeo * 1700
1711 Thun di Castel Bragher
Inama Domenica * 1711
1744
p.1750 Thun di Castel Bragher
Fuganti Bartolomeo * 1750 Thun di Castel Bragher
Fuganti Antonia * 1750
1757 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista II * 1757
1759 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista III *
Inama Giovanni *
Inama Antonio *
d.1759
1764 Thun di Castel Bragher
Inama Giovanni Battista III * 1777 1780
1787
Thun di Castel Bragher 1825
Thun di Castel Bragher 1828 1838
1848 1870
1874
1874 Inama Elisabetta
1883
1903
1904 Inama Amadio
Inama Battista Inama
Camillo
1904
Inama Battista Inama
Amadio
SUPERFICIE 1530 mq
Denominato alle Marzole ossia al Poc.
Queste particelle assieme alle p.f. 292, 293, 294, 295, 296, 297, 298, 299 e
300 costituivano in passato un unico terreno proprietà di Castel Bragher,
della superficie di 19500 mq.
I Thun lo concedevano da tempo immemorabile in locazione perpetuale
per il canone annuo di 20 staia di frumento e 8 Ragnesi. Dopo il
1850 l'istituto del livello perpetuo cessò, per cui gli affittuari dovevano
corrispondere ai Thun una prestabilita somma per diventare proprietari dei
terreni a tutti gli effetti. I Thun cedettero i diritti di riscossione di tale
somma, a Francesco fu Giuseppe Inama di Coredo. Per tale motivo molti dei
proprietari delle Marzole si ritrovarono i terreni ipotecati, fino al pagamento
del debito.
Nel 1883 Camillo Inama trasferisce su questo terreno ed altri
di sua proprietà, l'obbligo del così detto "lascito delle tronde", in precedenza
legato al fondo alle Late.
La quota di livello di questo terreno spettante a Castel Bragher, assieme alla
p.f. 295, ammontava a 4 stari, 2 minele e 1 fiorino e 45 Carantani.
*Affittuario
Il possesso risulta dal confine sud dei campi alle Bertuse.
Bartolomeo era figlio di Giobatta e riceveva l'investitura a nome del padre che
era irreperibile.
Dopo il 1711 il terreno sarà posseduto da coniugi Domenica e Bartolomeo Fuganti.
Nel 1744 il possesso risulta dal documento di investitura.
Antonia figlia di Bartolomeo Fuganti e di Domenica Inama, vende il terreno a Giobatta
Inama II.
Dopo la morte di Giovanni Battista II, il possesso indiviso passò ai tre figli.
Nelle divisioni scritte da Cristano Emer nel 1759, questo terreno era toccato a
Giovanni Battista III che però moriva nel 1764. Suoi eredi furono la vedova Lucia Inama e il figlio Giovanni Battista V. Nel 1769
il possesso (eredi di Giovanni
Battista Inama III) risulta da confine nord della p.f. 261.
Nel 1787 il possesso risulta anche dal documento di investitura.
Nel 1828
Giovanni Battista VI assegna il terreno alla moglie Teresa come bene dotale. Nel
1846 cedeva temporaneamente il terreno a Romedio fu Vigilio Mendini, per poi
riappropriarsene nel 1848.
Figlia di Teresa e Giobatta VI e moglie di Camillo Inama.
Camillo vende ai fratelli la sua quota di terreno.
Note: p.= prima; d.= dopo; ca= circa; Le
superfici attuali delle p.f. sono state ricavate tramite il
GIS della Provincia Autonoma di Trento |
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