LA FONDAZIONE PRIMISSARIALE DEL 1778

 

 

Con la prima fondazione, le cose per Dermulo non cambiarono più di tanto, perchè la messa e la dottrina festiva, non potevano soddisfare in pieno l’esigenza di una comunità. Inoltre, credo che la sede primissariale sia rimasta per lunghi periodi vacante. Si addivenne allora nell’autunno del 1778, alla fondazione di una primissaria stabile di cui qui sotto si trascrive il documento.

 

Nel nome di Dio li 4 9bre 1778 in Taio e casa Barbacovi.

Ivi personalmente comparso il D. Gio: Mendini come Sindico specialmente deputato dall’ onoranda Comtà di Dermulo, il quale volendo effetivamente dar mano alla fondazione stabile, e perpetua d’una Premessaria in d.o Dermulo tanto necessaria, e gia da tanto tempo desiderata ha quivi con effetto presentato lo speciale sindicato, ed autorità conferitagli oggidi in pubblica Regola dalla Sud.a Comtà dei rogiti di me sottoscritto, affinchè col consenso del R.mo Sigr: Parocco Don Cristoforo Franceschini si possa effettuare la detta pia opera col stabilire un congruo e sufficiente salario al S.r futuro Premissario assegnando per questo fine uno stabile, e perpetuo fondo.

Fu dunque mediante l’interposizione dell’Ill.mo Sigr: Consigliere, ed Assessore dell’Officio Spirituale di Trento Francesco Vigilio Barbacovi primieramente giudicato conveniente, che il S.r Premissario pro tempore debba avere una congrua abitazione e spese della Comtà, al qual fine viene destinata la caseta[1] posta in detto Dermulo che in adietro serviva per abitazione dell’Eremita di S: Giustina insieme all’orto sogetto ad una perpetua annuale Messa. E siccome questa caseta di pnte ritrovasi in cativo stato, così sarà obligo della Comunità entro il termine di tre anni prossimi di ripararla, riducendola a buon, ed abitabile stato.

2° La Comunità dovrà pure contribuire annualmente al S.r Premissario pro tempore due fassi di legna tagliata e condotta a spese della medema alla di lui abitazione avertendo, che a questo oggetto la Comtà averà il diritto di potersi servire del bosco per altro appartenente all’Eremo di S: Giustina.

3° Dividendosi dalla Comunità sorti di legna, o d’altro oppure distribuendosi da vicini carità di pane e vino, o di sale, o d’altro, sarà al S.r Premissario data la sua parte, e cosi considerato in questo ponto come Vicino.

4° Il S.r Premissario, che sarà pro tempore oltre li emolumenti sud.i averà l’annuale stipendio de Rasi[2] cinquanta parte in danaro e parte in grano, li quali verano pagati nella seguente maniera cioè la Comtà contribuirà annualmente Rasi venti, che ritraerà dalli affitti, o sia canoni da alcuni beni comunali, che mediante il placet dell’Eccelsa Superiorità intende a questo oggetto di livellare col patto francabile eguale somma de Rasi venti attesa la povertà della Comunità verà annualmente contribuita dalle entrate della Venerabile Chiesa di d.o Dermulo, come quella che è proveduta di vendite soprabondanti al suo mantenimento, e cio col consenso del qui presente Rev.mo S.r Parocco, come altresì di quella che sperasi ottenere dalla Rev.ma Superiorità di Trento. Gli altri Rasi dieci poi si ritroverano da due capitali de Rasi duecento e dieci, che furono piamente offerti all’oggetto della detta Premissaria da alcuni benefattori noti al Rev.mo S.r Parocco. E caso mai, che contro l’aspettazione venisse a mancare in tutto o in parte il premesso fondo dei Rasi duecento offerto dalli detti benefattori, il che però non si credde, in tal caso sarà obbligo della Comtà di suplirvi colle proprie vendite, o coll’imporre a suoi Vicini ed abitanti per la somma che fosse per mancare la coleta per as et libram. Resta inoltre riservato a favore della Chiesa, che se mai col trato del tempo il fondo della d.a Premissaria venisse col mezzo de pii legati, o donazioni, o per qualunque altra causa accresciuto, allora s’intenda, e debba cessare a proporcione dell’accrescimento la contribuzione predetta per parte della Chiesa, il che però s’intenderà, quando l’intenzione de pii donanti non fosse diversa perchè questi intendessero di beneficiare soltanto la Premissaria, in qual caso non dovrà ponto essere semata la contribuzione fissata per parte della Chiesa. Come pure in caso di qualunque bisogno d’ essa Chiesa la Comunità averà sempre l’obbligo di concorervi, e di suplire alle eventuali indigenze e necessità.

5° Il S.r Premissario pro tempore sarà eletto dalla Comunità regolarmente congregata colla preza del Rev.mo S.r Parocco, osservando in tutto e per tutto il tenore della costituzione Episcopale  (ex inicta) ?

6° Il S.r Premissario oltre il dover perpetuamente abitare in Dermulo, averà l’obbligo di celebrare tutti li giorni festivi nella Chiesa di detto Dermulo dopo l’Ave Maria e la Messa prima di insegnare la dotrina Cristiana subito dopo celebrata la Messa: di sentire le confessioni, visitare ed assistere l’infermi, e recitare ogni Sabato, come pure tutte le vigilie, e tutte le Feste il Terzeto colle Litanie nella detta Chiesa di Dermulo terrà pure nelle prime e terze dominiche di cadaun mese come altresì nelle feste principali, (salvo sempre il caso d’intemperie o accidenti) portarsi alla Parocchiale per assistere alle sagre foncioni levitare, e confessare occorendo.

7° Avrà l’obligo in oltre d’insegnare a leggere scrivere e far conti alli fanciulli della Villa di Dermulo, pagando cadauno ogni mese per il leggere troni un e mezzo, per il leggere e scrivere troni due, e per lo scrivere, leggere e far conti troni due e mezzo oltre il legno da fuoco.

8° Il S.r Premissario potrà pure o devrà celebrare tutte le messe legatarie, che vennero in addietro celebrate in Dermulo dalli antecedenti S.ri Premissari l’elemosina delle quali consiste parte in troni due, e mezzo per cadauna, parte in troni due e carantani trei, e troni due e troni uno e carantani nove parte in danaro e parte in grano.

Finalmente il S.r Premissario  dovrà inculcare al popolo di Dermulo perpetuamente l’obbligazione che gli rimane d’intervenire sempre diligentemente alla Parrocchia per udire la Messa Parrocchiale, e la divina parola dal S.r Parroco, procurando a tutto suo potere, che non venga negleto questo preciso e streto dovere.

Li quali sopra scritti ponti furono pertanto dal prenomato Sindico Mendini e dal accenato Revmo S.r Parroco accettati, e placedati coll’intendimento di farne in domani in publica Regola la partecipazione di quelli alli Vicini di Dermulo ed al Sindico della predetta Chiesa M:r Gio: qm Gio:Batta Inama per la sua necessaria confermazione mediante l’intervento del predetto S.r Parroco sempre presente, e di così fare prometente in autentica forma mediante l’opera di me soscritto Not.o, e colla riseva di fare umilissimo ricorso e di presentare questo atto alla Revma Superiorità di Trento affine d’ottenere la graciosissima sua aprovazione e cosi

Io Bald.e Bergamo Not: prto dalle parti scrivere feci.

 

 

Ed infatti nel giorno seguente che fu li cinque di detto novembre 1778 in Dermulo e luogo solito delle Regole alla presenza del S.r Pietro de Medis e di M.r Francesco Cristoforetti ambi di Taio in testimoni pregati fu da me alli Magci Regolani di detto Dermulo Gio: Mendini anzi Sindico ante nomato, e Giacomo qm Ottavio Inama sostituto dell’assente coregolano Dominico Massenza assieme colli loro seguenti Vicini regolarmente congregati al previo aviso del Saltaro M:r Cristiano Emer presente e referente, e col suono della campana secondo il solito cioè D: Francesco Mendini, Gasparo Inama, Antonio Massenza, Giuseppe Tamè, S:r Romedio Mendini, D: Bortolamio Mendini, Ant.o Tamè rendadore di Gio: Maria Tamè, Gio: Emer rendadore della Nob:e Famiglia Betta, e M.r Giovanni qm Gio:Batta Inama Sindico mencionato della detta Chiesa, e Lucia ved.a di Gio:Batta Inama curatrice di suo figlio erede paterno asserenti così essere più delli due terzi che formano la Comunità oltre la persona del S:r Giacomo Ant.o Inama abitante in Taio già da me partecipato ed assenciente chiaramente letto il premesso piano delli capitali dal prelibato Illmo S:r Consigliere ed Assessore Barbacovi concepiti per la bramata fondazione della stabile e perpetua Premissaria di questa villa di Dermulo colla continua presenza e consenso del Revmo S.r Parroco di Taio don Cristoforo Franceschini e perciò bene da tutti intesi furono con mutue stipolazioni aprovati ed accettati obligando per la pontuale e perpetua osservanza di quelli cioè il predetto Sindico della Chiesa li beni presenti e ventori della medema e li vicini li propri della loro Comunità a nome anco delli assenti colla (clausola del contratto)? in forma riservata sempre la ramentata aprovazione della Superiorità di Trento, per qual fine fu renovata e data l’autorita da loro predetto Sindico Mendini di fare il dovuto ricorso, e così non solo con questo ma con ogni, essendovi sempre concorso il volto del prelodato S.r Parroco presente ed in tutto accordante come pure conferito ogni arbitrio al più volte nomato Illmo S.r Barbacovi di poter moderare, accrescere, o diminuire li detti capitali, conforme a lui piacerà / me not.o stipulante/

Io Bald.e Bergamo Not: di Taio pregato scrivere feci e publicai.

 

Il primo primissario fu eletto nel 1778 nella persona don Giuseppe Manincor di Casez. Don Manincor fu eletto “di comune consenso e senza frodi e inganno” dalla regola di Dermulo dove rimase fino al 1784.[3]

Nel 1793 la primissaria si rese vacante per la rinuncia di don Antonio Stringari e quindi il 4 ottobre dello stesso anno, alla presenza del parroco don Nicolò Monauni e dei due regolani di Dermulo Giovanni Emer e Pietro Mendini, fu eletto primissario don Francesco Lucchini di Revò.[4]

Al Lucchini successe don Nicolò Corradini di Livo, che come vedremo più avanti ebbe modo di far parlare di se; poi don Barbacovi di Taio e quindi don Giacomo Mendini pure di Taio ma con stipiti dermulani. Don Mendini fu il primissario che rimase piu a lungo in paese, avendovi soggiornato per ben quarant’anni.

Dopo la sua morte si ebbe difficoltà a trovare un sostituto e la primissaria rimase vacante fino al 1886.

Nel 1876 il comune inoltrava domanda al convento di Cles, perché mandassero un frate per celebrare la S. Messa, almeno la Domenica.

Per un breve periodo fu poi primissario don Filippo Fedrizzi di Sfruz e quindi don Giuseppe Gilli di Brez, precedentemente primissario a Sfruz. Don Gilli che era amico del poeta dialettale coredano Bartolomeo Sicher, morì nel 1900 e fù sepolto nel vecchio cimitero di Dermulo. L’iscrizione funeraria è ancora oggi visibile nel marmo infisso nella parte di muro a settentrione.

Al Gilli successe don Bernardino Gius di Malosco che era stato priore a S. Romedio.

 

[1] Quindi con questo documento si trasferisce la proprietà della casa più tardi n. 16, dall’eremo alla Primissaria.

[2] Ragnesi (Fiorini del Reno)

[3] A.D.T. Libro B n.282 a. 1793

[4] A.D.T. Libro B (85) n.137 a. 1778