LA PRIMA FONDAZIONE DEL 1710
Agli inizi del Settecento incominciò a farsi vivo il desiderio di poter almeno in parte evitare i trasferimenti a Taio. La cosa ebbe a concretizzarsi in occasione della visita pastorale del 1710, quando i vicini dei Dermulo espressero ai visitatori la loro esigenza. I Dermulani inviarono al vescovo la seguente lettera:
All’Ecc.za Rev.ma (?) Vescovo e principe (?)(?) e padre nostro clemente
Consta la Villa di Dermullo in famiglie n° 20. Un miglio distante dalla Parrochiale di Taj. La qual lontananza leva a molte persone per molta parte dell’anno, a causa delle nevi, fredi, giacci et altre intemperie l’occasione d’udire nei giorni festivi la Santa messa, e di frequentare altri divini uffici, cibo tanto neccessario per l’anime; la vecchia per l’impotenza del viaggio, le done lattanti per la cura dovuta a bambini, altri per il pericolo, e timore d’incendi, o furti, che occorrevi potrebbero senza la dovuta custodia: restano ordinariamente privi del merito de divini Sacrifici, come più li figli s’alevano nelle tenebre dell’ignoranza, principi della nostra Santa Religione. A ciò dunque premendo un tant’affare, benchè ponesi s’endo in questa terra privi de Sacerdote, habbiam stabilito vestito di tanto pregiudicio, stipendiare un Primissario che ci legga nelle Sante Feste, il divino Sacrificio per l’adempimento di Santta Madre Chiesa, e per godere il Beneficio dell’istruzione Catechistica, per assicurarci la strada alla Beata Eternità: per qual fine ricoriamo all’innata Clemenza dell’ Alt Eccza V.a come Zellantissimo Vescovo, umilmente si degni concederci l’accennata provisione d’un Sacerdote che somministrar possi il cibo all’anime nostre secon’il bisogno come sopra accenato, qual Premissaria duri perpetuamente, non potendo in altra forma ritrovare benvisto Rev. Sig. Sacerdote che c’assisti, se non che per tuto il tempo dell’anno con l’autrità anco di provederci d’una benchè di concessione sprovvisti. A qual concessione potend’ostare, il molto Rev. Sig.nostro Arciprete cui per altro ci preferiamo in ogni rispetto a cagione della cessazione di qualche elemosina alla parochiale per la nostra assenza si obblighiamo però di voler supplire a questa mancanza con un dono gratuito da tassarsi dall’ All. Ecc.za Vos.a Rev[erendissi]ma per l’accenata cle[men]za. E sì mentre ne sospiriamo dal All. Ecceza V.a R[everendissi]ma et Clementissima rescrito a tanto bene dell’anime nostre, con tut’umiliazione et osequio profondissime le facciamo umilissima riverenza e restiamo dell’ All. Eccza V.a Re[verendissi]ma
Umilissimi et obl.mi Servi e Suditi Li vicini della Villa di Dermullo Pieve di Thajo
Confirmatur concesia facultas ad norma Decreti Visitalis et non aliter 14 Aug 1710 (Firma)
Ricevuta l’autorizzazione vescovile, bisognava reperire il denaro per il mantenimento di detto primissario. E fu così che i vicini di Dermulo si autotassarono per l’importo di 438 Ragnesi, assicurato su diversi terreni. Per questa donazione furono attribuite n. 55 messe legatarie, da celebrarsi ogni anno nella chiesa di Dermulo. Il primissario era obbligato a celebrare la S. Messa e tenere dottrina tutti i giorni festivi dal 1° novembre 1° al maggio. Dal 1°maggio al 1° novembre, la S. Messa doveva essere celebrata anche il mercoledì.[1] [1] A.D.T doc. n. 2254 del Libro B (551)
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