Dermulo si trova a 535 m. s.l.m. sulla sponda sinistra del Noce nella media Val di Non; dista circa 5 Km da Cles e 40 da Trento. Oggi a poco meno di 200 abitanti e fino al 2014 era una delle frazioni del Comune di Taio. Dal 1° gennaio 2015, Dermulo è una delle 14 frazioni che compongono il Comune di Predaia, nato dalla fusione fra i comuni di Taio, Coredo, Tres, Vervò e Smarano.
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Fino al 1928 Dermulo, come pure tutti gli altri centri abitati, fu comune
amministrativo autonomo. Oggi conserva l'autonomia solo come comune Catastale.
Dal Repertorio Comunale del Tirolo, un elenco di dati sui comuni riferito al
1900, apprendiamo che il Comune Catastale di Dermulo aveva una superficie di 167
ettari. Di questi, 146 erano soggetti a imposta suddivisi in 52 Ha di campi, 17
Ha di prati, 0,18 Ha di orti, 11 Ha di vigneti, 19 Ha di pascoli e 47 Ha di
boschi.[1] L’abitato si trova, per la maggior parte, a ridosso della S.S. n.
43.
Il rio Pissaracel
[2]
che scorre ripido in direzione est-ovest, divide il paese in due rioni ben
distinti denominati “Borgo”, la parte a nord, e “Zità” la
parte a sud.[3]
Questa suddivisione è ripresa anche dal poeta coredano Bepo Sicher,
nella sua poesia “En Viaz atorn la Val de Non” scritta nel 1876, che dal
verso 282 così recita:
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Attualmente il paese conta 51 case dislocate lungo le vie che la recente revisione onomastica comunale ha denominato come segue :
1) Via S. Giustina (ex Via Nazionale) |
2) Via del Borgo (ex Via Borgo) |
3) Via Mons. Celestino Eccher (ex Via Marconi) |
4) Via per la Mendola |
5) Via Masi (ex Via Bosco Rauti) |
6) Via Strada Romana (ex Via Marconi e Via Borgo) |
Il Comune Catastale di Dermulo confina a nord con il C.C. di Sanzeno, a sud con il C.C. di Taio a est con il C.C. di Coredo e ad ovest con il C.C. di Tassullo. La superficie coltivata a frutteto è di circa 80 ettari, mentre la parte rimanente è costituita da boschi, terreni incolti, strade e dalle abitazioni.
Legati da sempre alla comunità di Dermulo, anche se appartenenti al territorio di Coredo, ricordiamo i due masi: Voltoline e Rauti.
[1] Il libro si ritrova presso
la biblioteca dell’AST.
[2] Il Pissaracel
nell’Ottocento fu di vitale importanza per l’approvvigionamento idrico,
le sue acque raccolte e convogliate in tubi alimentavano la fontana del Borgo
ed in parte anche quella della Zità.
[3] Questa suddivisione, molto
antica, è
menzionata come si vedrà più avanti anche da Ottone Brentari nella sua “Guida
del Trentino”.
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