LA SCUOLA
A Dermulo come negli altri paesi, nel XVIII° secolo, l’istruzione dei ragazzi era affidata al primissario. Nell’atto di fondazione della Primissaria del 1778 infatti, fra gli obblighi del primissario, al punto 7) si legge: “Avrà l’obligo in oltre d’insegnare a leggere scrivere e far conti alli fanciulli della Villa di Dermulo, pagando cadauno ogni mese per il leggere troni un e mezzo, per il leggere e scrivere troni due, e per lo scrivere, leggere e far conti troni due e mezzo oltre il legno da fuoco.” Non tutti i sacerdoti però si erano dimostrati all’altezza, in particolare molte critiche e lamentele si erano levate contro don Nicolò Corradini, che fu primissario a Dermulo dal 1795 al 1813. Questi era considerato incapace di insegnare e poco ligio al suo dovere anche dal parroco di Taio Monauni, che l’aveva richiamato inutilmente per molte volte. Durante la sua presenza a Dermulo, la scuola era andata allo sbaraglio. A detta del parroco, nel 1810 erano molti i ragazzi tra i 20 e i 25 anni che non sapevano leggere e scrivere. Solo alcuni genitori più sensibili, avevano mandato i loro figli alla scuola di Taio. Dalla lettera del parroco apprendiamo anche che “la scuola nel 1809 fu tenuta da Domenico Inama che aveva studiato le prime scuole, ma siccome morì nell’inverno fu tenuta da don Domenico Barbacovi di Taio che aveva 14 scolari”.[1] Don Corradini in una sua lettera del 26 settembre 1810 al parroco Monauni, riconobbe i suoi limiti e li imputò alla mancanza di metodo, promise però per il futuro di adottare la tecnica di insegnamento che gli aveva consigliato il curato di Tres Gio.Batta Magnani.[2] Non siamo a conoscenza se la promessa andò a buon fine, don Corradini comunque passo a miglior vita tre anni dopo.
Nei primi anni non esisteva un luogo apposito dove si teneva scuola, ma ci si serviva di un locale nella casa primissariale. Nel 1821 si spesero F. 1:46 per una tabella ed altri materiali per la scuola.
Dal 1818 (ma forse ancora dal 1809) sicuramente fino al mese di ottobre del 1821, il primissario don Domenico Barbacovi impartiva la scuola ai fanciulli di Dermulo. Dopo tale data, Dermulo rimase senza primissario, e per quanto riguarda la scuola, fu supplito dall’eremita Faroni, come si legge dal presente atto:[3] Scuole Avendo la comune nell’ Eremita sollevato Faroni un maestro gratuito e nella casa della vacante primissaria il necessario locale di scuola a scanso di contribuzione scolastica pei libri e mobili si espongono f. 6:30 eliminati nella rubrica spese diverse ove sotto erroneo titolo erano esposti di conformità all’approvato piano scolastico. Dall’Imp. R. Giudiz. Dist. di Cles lì 3 gen.o 1822 Zanetti
Dopo il 1822 la popolazione di Dermulo, fece richiesta alla curia di Trento per avere un primissario e maestro, ma per mancanza di un adeguato fondo per il suo mantenimento, la supplica non fu accolta. Si ebbe però, un occhio di riguardo per il problema dell’istruzione e fu permesso l’utilizzo dell’apposito fondo scolastico, affinchè la scuola di Taio accettasse gli scolari di Dermulo. Era insegnante a Taio in quel periodo il maestro Antonio Chilovi.[4] Nel 1834 l’insegnamento veniva impartito in un locale della casa n. 6 di proprietà di Maria Endrizzi, alla quale il comune corrispondeva F. 3, anche per accendere il fornello. Nel 1836 il falegname di Taio Battista Cescati costruiva per la somma di F.14 X 35 cinque banchi ed un tavolino per la scuola. In quegli anni, nella stagione fredda, il comune comperava la legna a fasci fuori paese e incaricava Maria Endrizzi di riscaldare il locale scolastico. Nel 1836 fornì la legna Bartolomeo Rizzardi, nel 1839 Pietro Gottardi di Vervò e nel 1840 Battista Endrighi di Don. Nel 1841 si trova per la prima volta notizia che agli alunni più meritevoli il decano di Taio consegnava dei premi, a spese però del comune. Dal relativo prospetto, si viene a sapere che la scuola era divisa in tre classi. Nel 1841 la scuola si teneva in un locale messo a disposizione da Romedio Mendini. L’anno successivo invece ,a scuola si andava nella casa canonicale n. 16. Nel 1841 il comune incaricò il geometra Stefano Altadonna, di predisporre un progetto per adattare la canonica ad uso scuola. Si passò quindi all’asta per i lavori che furono assegnati a Cristiano Berti e Gio.Batta Cescati. Il muratore Vittore Tamè invece, riparò la cucina che si trovava in condizioni da essere pericolosa per gli incendi. Nel 1843 venne stipulata per la prima volta, la polizza di assicurazione per gli incendi che oltre alla chiesa ed al campanile, copriva anche l’edificio della canonica. Nello stesso anno il comune comperava una spugna ed un gesso per la scuola ed inoltre commissionava al falegname Gio.Batta Cescati una tabella ed un banco per F.7 X 48.
Credo che il maestro di più lunga data in paese, sia stato don Giacomo Mendini di Taio, che oltre ai suoi doveri di primissario tenne lezioni ai fanciulli di Dermulo a partire dal 1833, per almeno una ventina d’anni. Se si esclude Maria Endrizzi, citata con l'appellativo "maestra", alla sua morte avvenuta nel 1855 causa il colera, la prima insegnante si incontra ufficialmente nel 1865 nella persona di Francesca Dalpiaz di Terres. Nel 1866 a Dermulo c’erano 32 famiglie e circa 40 alunni. Il salario dell’insegnante era di 33 Fiorini e 60 Soldi. In quell’anno ci fu un adeguamento della paga dei maestri che portò l’importo percepito a 70 Fiorini annui. La spesa per l’insegnante doveva essere coperta dal comune, ma essendo questo molto povero e da solo non in grado di far fronte alla spesa, si fece richiesta affinchè il Fondo Provinciale concedesse un contributo. Nell’anno scolastico 1871/72 era maestra Orsola Negri di Tres. Con foglio n. 2240 datato 1 aprile 1872 l’ I.R. Capitanato Distrettuale di Cles, richiese informazioni inerenti la scuola. Dalla risposta a questo documento, apprendiamo che i fanciulli obbligati a frequentarla erano 26 (17 fra i 6 e 12 anni e 9 dai 12 ai 14 anni), frequentanti 24; le fanciulle obbligate 21 (14 fra i 6 e 12 anni e 7 dai 12 ai 14 anni), frequentanti 20 per un totale di 47 obbligati e 44 frequentanti. La scuola possedeva una tabella da conteggiare, 8 banchi da scuola, una tavola e un armadio. L’insegnamento veniva impartito due volte al giorno per sei mesi. Si dice poi che “Stancher Sisto figlio di Francesco e Caterina di Tavon d’anni 12 a frequentato la scuola di Dermullo tutti gli anni della scuola.......Endrizzi Desiderato di Giacomo restò assente dalla scuola durante i sei mesi per malatia [,] d’anni 11. Inama Desiderato di Giacomo restò assente dalla scuola durante l’inverno per povertà dovendo andare in servizio [,] d’anni 13. Tame Teresa di giamaria d’anni 9 restò assente dalla scuola trovandosi fuori di Patria con una sua zia a Cagnò.........Emer Irene di Giovanni danni 13 Inama Maria di Pietro d’anni 13 queste due frequentarono la scuola il dopo pranzo circa tre mesi”. La maestra aggiunge poi: “per l’anno venturo metto in libertà questo comune di Dermullo per il solo motivo della scuola promiscua. Negri Orsola di Tres d’anni 23, condizione contadina 2 anni fa ricevetti l’attestato di assistente dal signor Giuseppe Sicher di Corredo, anni di servizio 2 due salario l’importo complessivo fini 54:50 Aust.” Il comune poi asserisce: “Da parte del Comune si partecipa che dai scolari tassa scolastica non venne pagata nessuna e l’annuo salario della maestra venne pagato alla Cassa Comunale mediante sovraimposta sulla steura fondiaria Il proprietario della camera della scuola è il Comune e si ritrova in buon stato il quale venne riscaldato dalla docente e la legna venne soministrata dal Comune. Sentito la Maestra che non ha intenzione di venire a tener la scuola anche un altro anno perche e scuola promiscua, al Comune rincresce perchè essa durante l’anno scolastico teste terminato si diporto molto bene e quindi non potendola obbligare si raccomanda a codesta autorita a prendere disposizioni nel provedere anche in avvenire d’una buona maestra per questa scuola” La lettera datata 2 Maggio 1872 è firmata dal Capocomune Eccher Andrea, dalla maestra Orsola Negri e dall’ Ispettore Locale Emer Giovanni. Nel 1875 si decise di convocare un geometra, per i necessari accertamenti per la costruzione di un nuovo locale scolastico o l’ampliamento di quello già esistente. Fra i maestri che si susseguirono due erano di Dermulo. Si trattava di Germano Inama figlio di Pietro e Anna Inama figlia di Lorenzo. Nel 1881 Romedio Emer era ispettore scolastico locale. Al decano di Cles pro tempore era invece attribuito il compito di ispettore scolastico distrettuale. IL TENTATIVO DI TRASFERIMENTO A TAIO
Nel 1893 entrava in applicazione una nuova legge scolastica per la quale Dermulo, non raggiungendo il numero di 40 scolari, si vedeva costretto a chiudere la scuola in paese, e mandare i ragazzi a Taio. Questa decisione non piacque ai dermulani, molti dei quali si rifiutarono di mandare i figli a scuola, soggiacendo per questo al pagamento di varie multe. Anche al comune non era gradita questa situazione, tanto che per protesta si rifiutò di pagare la tassa scolastica al Comune di Taio. Dal 1893 fino al 1895, Dermulo non pagò mai la tassa dovuta per gli insegnanti, alla neoformata Comunità Scolastica di Taio-Dermullo. Da Taio intanto, pervenivano continue sollecitazioni al pagamento. Nel 1895 la situazione stava precipitando e da Dermulo venne la proposta che si sarebbe fatto il pagamento, solo in cambio della concessione di una scuola autonoma. Manco a dirlo la proposta non venne accettata, anzi venne rincarata la dose e oltre alla tassa, si vorrebbe far pagare una multa di 20 F., per ciascun anno di mancato pagamento. Il Capocomune però, al quale erano dirette le continue pressioni, oramai quasi trasformate in minacce, assieme alla rappresentanza rimase fermo sui primi propositi. Agli inizi del 1896 non si era ancora risolto nulla, e la multa di 60 F. incominciava a spaventare. Finalmente il 20 novembre 1896, fu stesa una convenzione fra i comuni di Taio e Dermulo, con la quale venne concessa la scuola autonoma a Dermulo, pur non essendo per legge necessaria. Il comune di Dermulo si impegnava a pagare gli arretrati dovuti alla comunità scolastica Taio-Dermullo, per gli anni scolastici 1893/94, 1894/95, 1895/96, e a sobbarcarsi tutta la spesa derivante dall’istituzione di questa scuola indipendente. Dermulo inoltre, non avrebbe potuto usufruire dei contributi del fondo provinciale e nemmeno di eventuali lasciti o elargizioni previste per le scuole legalmente riconosciute. Infine, avrebbe pagato annualmente 90 Fiorini al comune di Taio per il mancato contributo, alle spese della comunità scolastica. LA SCUOLA TORNA A DERMULO
Già durante il 1897 però, dopo aver deliberato di pagare gli arretrati per gli anni dal 1893 al 1896, ci si rendeva conto che aver ottenuto la scuola autonoma, con le condizioni della convenzione del 20.11.1896, non era una cosa economicamente sostenibile dal povero comune di Dermulo. Quindi si tornava alla carica e con un ricorso all’Eccelso I.R. Ministero, si chiedeva di rivedere la decisione dell’ I.R. Consiglio Scolastico Provinciale, con la quale veniva istituita la comunità scolastica di Taio-Dermullo. Nel documento datato 18 maggio 1897 sono elencati i vari motivi per i quali si dovrebbe concedere a Dermulo una “scuola suppletoria” e il disgiungimento dalla comunità scolastica di Taio. Tra le diverse motivazioni, si afferma che “la distanza soverchia 2 chilometri, una via percorsa da ruotabili d’ogni sorta e piena di pericoli pei bambini che han da percorrerla da soli 4 volte al giorno[,] la cura per la salute dei ragazzi esposti al freddo, alla neve, all’umido d’inverno, ai temporali e al lorrido sole d’estate, la cura per la moralità messa in grave pericolo dalla promiscuità dei sessi in via solitaria nell’età dove la pubertà si desta e ogni giudizio manca....”. E ancora: “Dermullo è un picolo paesello di sollo 168 abitanti e poverissimo: questi sacrifici sono addiritura superiori alle sue forze; per sostenerli dovrebbe elevare le sue imposte al 600% cifra enorme che basterebbe a ridure in poco tempo in rovina il povero paese”. A guardare gli anni successivi, si può affermare che la battaglia per tenersi la scuola a Dermulo fu giusta, anzi qualche anno dopo gli alunni frequentanti la scuola erano circa 80 e si ebbe la necessità di creare una seconda classe. E’ degli inizi del 1897 anche un’altra lamentela del comune, indirizzata al vescovo, nella quale si espone che gli scolari di Dermulo rimanevano privi dell’insegnamento della dottrina cristiana, per un puntiglio del decano di Taio, Francesco Valentini. Nella lettera si dice che: “Tanto il Sig. Decano quanto il Sig. Capelano essi viene a Dermulo pei suoi affari tutte le settimane passando sotto le finestre della nostra scuola, ma mai si degnarono di fare visita ai nostri poveri scolari, questa è una cosa molto sinistra a vederla dai sacerdoti di Taio”. Il Capocomune Germano Emer, scriveva che il decano non si era attivato per insegnare il catechismo, solo perchè non gli era stato esplicitamente richiesto. Della risposta non sono a conoscenza, ma probabilmente si sarà poi trovato un accordo. Nel 1899 si deliberava la costruzione di un locale per la scuola popolare nella casa comunale n. 21. Il 23 settembre 1900, non era ancora stato concesso lo svincolamento dalla scuola di Taio, perchè è di questa data un’altra supplica del comune per ottenere la tanto agognata autonomia. Un anno prima il decano di Taio, quale presidente del consiglio scolastico locale di Taio e Dermullo, esponeva in una lettera che pur riconoscendo i validi motivi per i quali Dermulo aspirerebbe a una scuola autonoma, non poteva appoggiare tale idea. Questo perché, a sua detta, non si poteva fare a meno del contributo finanziario di Dermulo per il mantenimento della scuola di Taio. Nel 1900 si iniziarono i lavori per la costruzione di un’aula scolastica, nella casa n. 21, ma furono sospesi perché ci fu l’esigenza più urgente di rifare il tetto della casa n. 16. Nel 1901 la commissione scolastica locale era presieduta dal Capocomune Germano Emer e da Geremia Inama. Ad Ernesto Inama era affidato il compito di accendere il fornello e di pulire la scuola per il compenso di 6 Corone. Sorvegliante scolastico era Demetrio Inama. Nel 1907 era sorvegliante scolastico, il primissario don Costante Brigadoi e la scuola era frequentata da 50 alunni. Nel 1901 si decideva di fare un locale scolastico ed un quartiere per la maestra, prendendo in prestito dal fondo della chiesa 650 Corone. Nel dopoguerra il numero di alunni era molto cresciuto e le autorità scolastiche invitarono il comune ad allestire una seconda classe. La cosa non piacque al comune che si vedeva costretto ad affrontare nuove spese in un momento tanto delicato. Si provò una timida difesa, sostenendo che il numero dei scolari si sarebbe ridotto da lì a pochi anni, ma alla fine dovettero eseguire l’ordine comunque. Nel 1919 si creava una nuova classe. Nel 1920 per tale scopo si utilizzava la camera al 2° piano verso mezzodì, della casa n. 21. Nel 1919 frequentano la scuola 79 scolari. Nel 1921 sono disponibili 3732 £ per costruire la nuova seconda classe.
INVENTARIO[5] DELLA SCUOLA POPOLARE DI DUE CLASSI PUBBLICHE IN DERMULO ALLA FINE DELL’ANNO 1923/24
ELENCO DEGLI INSEGNATI CHE OPERARONO A DERMULO
NUMERO DI ALUNNI NELLA SCUOLA DI DERMULO[6]
[1] A.D.T. Libro B (144) a. 1810. [2] A.D.T. Libro B (144) a. 1810 [3] Allegato al Conto Consuntivo comunale del 1822. [4] A.P.T. Busta n. 5.
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