RELIGIOSI VISSUTI PRIMA DEL 1800
NOME |
ANNO |
NOTE |
UDELRICO |
ca.1120 |
Il nominativo appare nel
Sacramentario Adalpretiano come "Udelrici monace Armulli".
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SALVATORE INAMA |
1566 |
Da un documento presente nel
Spicilegium
Cazzufianum, risulta che nel
1566 il "fratre Salvatore Inama de Dermulo Vallis Annaniae"
era frate nel monastero di San Marco a Trento. Sicuramente considerato il nome,
era un figlio o un nipote di Salvatore I Inama.
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UDALRICO INAMA |
1595-1606 |
(Detto anche Odorico)
Era figlio di Michele Inama che si era trasferito a Coredo
intorno al 1560 in occasione del suo matrimonio con Clara
Biasi. Aveva quindi stipiti dermulani.
(Riguardo a Romedio prete a Coredo, che secondo
Inama-Sternegg era figlio di Salvatore Inama e che era stato
documentato nel 1544, ho constatato che si tratta di un
errore di datazione del documento. Tale documento non era
del 1544, ma bensì del 1574 e il Romedio citato, non era
prete e nemmeno figlio di Salvatore, ma di Michele Inama e
quindi fratello del qui citato Odorico.)
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GASPARE INAMA |
1601-1616 |
Gaspare III era figlio di Ercole e
Domenica Geri. Gaspare fu Pievano di Fassa dal 19 marzo 1602 al 1616
quando morì tra il 18 e il 21 agosto. Don Gaspare successe
nell'incarico allo
zio materno don Matteo Geri che a sua volta successe al
fratello Andrea Geri. Gli zii molto probabilmente avevano avuto
un ruolo sulla sua scelta di intraprendere la carriera
ecclesiastica. Gaspare aveva
studiato a Dillingen in Baviera ed era stato ordinato sacerdote il 10 aprile 1599. La sua
Memoria resterà in benedizione, e i Fassani continueranno
per lungo tempo a domandare ai suoi successori di seguirne
gli esempi, e primo fra tutti il suo successore, don
Giovanni Andrea Rossi, solandro. (Pagg. 141 e 233
di Documenti per la storia della comunità di Fassa.)
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SILVESTRO INAMA |
n.1659 v.1681 |
Silvestro era nato a Dermulo nel 1659 da Vittore e Anna
Maria Busetti. Nel 1681 l'omonimo nonno Silvestro
aveva assegnato al nipote due terreni a Dermulo, uno
al Blaum di 13 stari e uno
alle Braide di 19 stari per
costituire il patrimonio per il mantenimento. Non sappiamo
nient'altro su Silvestro.
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VITTORE INAMA |
n.1677 +1704 |
Vittore era nato nel 1677 a Dermulo ed era figlio di
Vittore e Anna Maria Busetti. Nel 1700, quando Vittore era
già chierico, fu costituito il suo asse patrimoniale
derivante dalla sua parte di eredità del padre Vittore. Il
patrimonio costituito da prati, boschi e una
parte di casa a Dermulo, assommava a
1696 Ragnesi. Don Vittore Inama sembra che nel 1704
si trovasse a Venezia per continuare gli studi, dove morì
all'età di 27 anni.
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GIOVANNI INAMA |
n.1659 |
Un Giovanni figlio di
Vittore e Anna Maria Busetti, era effettivamente nato a
Dermulo nel 1659, ma ho riscontrato la notizia che fosse un
prete, solo da quanto scritto da Inama-Sterneg, che non cita
la fonte.
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GIOVANNI ANTONIO EMER |
n.1668 +ca1744 |
Giovanni Antonio era nato a Dermulo nel 1668 da
Giovanni e Ludovica Cordini. Molto probabilmente intraprese
gli studi per diventare prete
grazie allo zio materno, don Francesco Cordini.
Giovanni Antonio fu ordinato sacerdote nel 1683, e
nel 1690 il padre Giovanni gli aveva assegnato un patrimonio
di 1210 Ragnesi in terreni e in una
parte di casa. Altro non
sappiamo, se non della morte avvenuta
in Austria intorno al 1744. Da quanto si evince da un
documento trattante questioni di eredità della famiglia Emer,
don Giovanni Antonio dovrebbe essere stato parroco a Lofer
(o Unken), nel distretto di Zell am See nel Salisburghese,
dove aveva fatto testamento mediante il quale aveva beneficiato anche la
chiesa di Dermulo con la somma di 100 Ragnesi.
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STEFANO CARLO CORDINI |
v.1662,1690 |
Di Stefano Carlo non si conosce la data di
nascita, si sa solo che era figlio di Baldassarre e di
Antonia Panizza e risultava documentato vivente fra gli anni 1662
e 1690. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Graz, in Stiria.
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FRANCESCO CORDINI |
n.1647 +1717 |
Figlio di Ercole fu Simone III, quest’ultimo
marito di Maddalena Inama di Dermulo, la sorella del pievano
di Fassa don Gaspare. Don Francesco fu primissario a Dermulo.
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NICOLO' INAMA |
n.1689 |
Secondo l'Inama-Sternegg, Nicolò figlio di Antonio I Inama e
di Caterina Bertoldi, intraprese la carriera sacerdotale ed era
parroco a Taio nel 1744. In realtà, oltre alla data di nascita,
di Nicolò null'altro sappiamo, non essendo mai comparso in altri
documenti. Purtroppo non conoscendo la fonte da dove lo Sternegg
ha ricavato la notizia, dobbiamo fidarci sulla parola. Esisteva
un altro don Nicolò Inama che fu arciprete di Primiero per 23
anni, dal 1668. Non credo possa essere stato confuso con questo,
visto che era di Fondo e poco compatibile cronologicamente.
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PIETRO CORDINI |
v.1713 +p.1728 |
Era pronipote di don Francesco cioè
figlio di Giacomo Michele che a sua volta era figlio di
Gaspare, fratello di don Francesco. Quindi aveva lontani
stipiti dermulani, sia perchè discendente da quel Simone I
trasferitosi da Dermulo a Taio intorno al 1561, sia per via
di Maddalena Inama moglie di Simone III e sorella del
pievano don Gaspare. Don Pietro
nel 1713 risultava avere ancora dei
possessi a Dermulo.
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PIETRO PANIZZA |
v.1693 1732 |
Don Pietro Panizza era nato nel 1665 da Giovanni Antonio e
di Anna Caterina Concini. Giovanni Antonio, originario di
Taio, almeno dal 1671 abitava a Dermulo nella
casa n. 20 che
aveva acquistato suo padre Pietro dopo il 1650. Quindi anche
il giovane Pietro era residente nel nostro paese
e forse vi era pure nato. Lo stesso Pietro, divenuto adulto,
era citato come convicino di Dermulo. La famiglia inoltre,
intrattenne dei rapporti di parentela con i dermulani, in
particolare con la famiglia Inama. Infatti Margherita, sorella di don
Pietro, aveva sposato Silvestro Inama di Dermulo. Giovanni Andrea,
fratello di don Pietro, aveva invece preso in moglie Giovanna Inama figlia di
Bartolomeo della linea di Fondo, proprietario della vicina
casa n. 19. Nel 1716
Don Pietro figura come partecipante ad un’assemblea
regolanare,
in qualità di vicino. (Nel 1710
però è elencato fra gli
abitanti di Taio.) Nel 1718 don Pietro Panizza, alla
morte del fratello Giovanni Andrea, promuoveva l'istituzione
di un beneficio ecclesiastico che porterà il suo nome. Nel suo testamento
del 1731 sono elencati i moltissimi beni che furono destinati al
beneficio, di cui a Dermulo un prato
alla Casetta di 14,5
Stari e un campo a Cavauden di 5 Stari. Suoi eredi
universali furono i tre nipoti Giacomo Antonio, Pietro
Andrea e Silvestro, figli di sua sorella Margherita, moglie
di Silvestro Inama. Poi essendo morti prematuramente Pietro
Andrea e Silvestro, rimase unico erede Giacomo Antonio Inama.
Don Domenico Emer fu il primo nominato e chiamato al
beneficio Panizza. Nel 1775 il beneficiato era don Giuseppe
Panizza.
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RELIGIOSI VISSUTI DOPO IL 1800
GIACOMO MENDINI
Don Giacomo Mendini era nato a Taio il 17 luglio 1795, da Giacomo
Antonio e Domenica Franceschini di Tres. Il padre Giacomo Antonio,
(quasi sempre apparente solo come Giacomo) figlio di Romedio Maria
Mendini, si era trasferito a Taio intorno al 1785 ed aveva avviato
una florida attività di negoziante. La carriera ecclesiastica del
giovane Giacomo, fu sicuramente caldeggiata dallo zio materno, don
Cristoforo Franceschini di Tres, che in quegli anni ricopriva la
carica di pievano di Taio. La prima notizia del suo mandato la
troviamo nel 1824 dove risultava essere primissario a Segno. Non
sappiamo però da quanto fosse in quel paese e nemmeno se vi fosse
rimasto continuativamente fino al 1832, quando poi gli fu assegnata
la primissaria di Dermulo. Don Mendini ne rimase titolare fino al
1873, risultando così il più longevo dei primissari di Dermulo. A
lui, oltre che ai compiti religiosi, fu demandata l’istruzione dei
fanciulli del paese. Vista la breve distanza da Taio, sicuramente
don Giacomo avrebbe avuto la possibilità di fare il pendolare, e
sicuramente lo fece, ma ritengo molto plausibile che si fosse fermato spesso a Dermulo. Infatti in paese
aveva la disponibilità di una parte di casa, ereditata assieme a
diversi terreni, dal padre Giacomo Antonio. Romedio Mendini
“consigliere d’appello” in varie preture del Veneto, per seguire i
suoi numerosi interessi, aveva eletto suo procuratore, il fratello
don Giacomo, per cui lo si trova spesso nei documenti in tale
veste. Don Giacomo si ritrovò primissario nel 1855, quando
imperversò l’epidemia di colera, e in quel periodo il pievano di Taio gli aveva ordinato di non recarsi a Dermulo. Don Giacomo possedeva
a Dermulo la casa denominata al Plazol, nei pressi del
capitello, più specificatamente la parte a ovest, verso la strada
Romana, che ampliò anche con nuove acquisizioni dagli altri eredi.
Nel 1872 poi la mise in vendita e fu acquisita da Lorenzo fu
Valentino Inama. Don Giacomo si spense il 7 novembre 1875 all’età di
ottant’anni. Nel 1877 si trova notizia di un suo legato di 25 Fiorini
lasciato alla primissaria di Dermulo.
DOMENICO TAME'
Nato a Dermulo il 24 gennaio 1833 da Teresa Inama e Vittore. Egli fu
battezzato con il nome del padre Vittore che poi tramutò in Domenico
nella vita sacerdotale. Non conosciamo tanto della sua vita; almeno
dal 1868 era curato in val di Rabbi a Piazzola, dove l'avevano
seguito le sorelle Rosa e Matilde. Nel 1878 fu curato a Vervò dove
morì l'8 novembre 1893 e sepolto in quel cimitero avanti la porta
della chiesa dal decano. Nel 1879 aveva donato
alla comunità di Dermulo la somma di 180 Fiorini, con lo scopo di
costituire lo stipendio per il sacerdote del paese. Don Domenico fu
molto amato dalla gente di Vervò dove si era adoperato per l’ampliamento della
chiesa di Santa Maria che fu riconsacrata il 13 agosto 1886. Nel 1894
l'eredità di don Domenico, costituita da metà arativo
al Campet, metà vignato
alle Braide,
arativo
a Cavauden,
prato alle Parissole, casa rustica
al civico 28 con annesso orto con gelsi
tutti a Dermulo e un campo a Vervò, fu aggiudicata alle due
sorelle Rosa e Matilde e alla premorta sorella Domenica, per cui ai
nipoti Filippo, Agostino e Eugenia fu Baldassarre Inama.
BLANDINA ECCHER
Suor Blandina era figlia di Andrea e Teresa Stancher ed era nata a
Dermulo il 10 ottobre 1857. Da una
notizia dell'archivio comunale di Dermulo, risulta che nel 1916 si
trovava a Merano. Nel
censimento della popolazione effettuato nel 1921 è contrassegnata come assente
da Dermulo. Probabilmente si trovava già a Trento dove prestò
servizio nella comunità delle suore di Maria Bambina. Non conosciamo
la sua data esatta di morte, ma possiamo collocarla negli anni dopo
la Seconda Guerra mondiale. Durante la guerra, secondo la nipote
Olga Eccher, lei si era trasferita da Trento a Cavalese.
ABENE INAMA
Addolorata figlia di Lorenzo e Giuditta Zucal era nata a Dermulo il
23 settembre 1863 e divenne suora con il nome di suor Abene. Niente
altro possiamo aggiungere sulla sua vita.
Su un articolo riguardante l'istituto del Cottolengo, apparso nella
Strenna Trentina del 1939, Augusto Goio, in conclusione scrive"
La Superiora delle Vicenzine (se non erro), il più importante forse
dei gruppi di suore fioriti intorno all'opera santa, è oggi una
trentina, un'Inama di Dermulo." Io ritengo quindi si potesse
trattare di suor Abene o della sorella suor Augusta.
AUGUSTA INAMA
Sorella di suor Abene, Augusta era nata a Dermulo il 5 settembre 1868, e
allo stesso modo, come per la sorella, null'altro possiamo aggiungere.
LORENZO ECCHER
Don Lorenzo nato a Dermulo il 29 aprile 1889 da Eugenio e Irene
Tamè era fratello di padre Andrea e nipote di don Domenico Tamè.
Celebrò la prima messa a Dermulo nel 1914 e fu arciprete a Spormaggiore dal 1939 al 1959, dove lo aveva seguito come perpetua
Emma Inama. Morì il 12 aprile 1970 a Dermulo.
STANISLAA INAMA
Suor Stanislaa, al secolo
Anna Marina, figlia di Ferdinando e Rachele Eccher, era
nata a Dermulo il 10 dicembre 1891.
Entrata nella Congregazione di Gesù (Dame Inglesi)
a Rovereto il 20 ottobre 1919, in un momento cruciale, quando le Consorelle, che
avevano dovuto disperdersi a motivo della guerra e del bombardamento
della loro casa, vivevano in abitazioni di fortuna, come ad esempio
in casa Parolari, gravemente danneggiata
dalla guerra, con i disagi
che facilmente si possono immaginare. Abituata ad uno stile di vita
semplice e laborioso, contribuì alla ripresa della casa e
dell’attività apostolica con il lavoro e l’amore di Dio che ardeva
nel suo cuore giovanile, docile alla chiamata del Signore. E al
Signore fu fedele per 63 anni, occupata nei vari uffici di casa a
Rovereto e a Predazzo in due periodi, dal 1929 al 1930 e dal 1939 al
1952. Suor Stanislaa
fu bidella della scuola,
incaricata del refettorio, della portineria, del guardaroba delle
educande e delle religiose, ufficio quest’ultimo che tenne fino alla
tarda età di 85 anni circa. La sua caratteristica fu il lavoro umile
ma assiduo, fatto con amore e per amore. Morì a Rovereto nella notte
del 19 luglio 1983.
CELESTINO ECCHER
Monsignor Celestino Eccher nacque a Dermulo nella
casa n.8, il 12 giugno 1892 da
Enrico e Celestina Emer. Ancora giovanissimo, entrò prima in un
collegio religioso e poi
nel Seminario diocesano di Trento. Ordinato prete il 1 maggio 1917 a
Bressanone, fu destinato come cura d'anime a Tione e poi a Mori. Nel
1922 fu avviato agli studi musicali presso il Pontificio Istituto di
musica sacra a Roma. Don Celestino in questa scuola incontrò un
ambiente giovane, dinamico e sorretto da forti idealità, che dava il
senso di pionierismo.
Ritornato a Trento nel 1925 fu incaricato dell'insegnamento della
musica nel Seminario diocesano, della direzione della cappella della
cattedrale e, qualche anno più tardi a partire dal 1932 fino al
1962, insegnò musica sacra al Conservatorio di Bolzano.
L'opera sua più fruttuosa, in ordine alla promozione musicale del
Trentino, fu senza dubbio la Scuola di musica sacra, che egli fondò
nel 1927. La scuola di musica sacra, preparava il personale
necessario al servizio musicale nelle parrocchie e nei quarant'anni
sotto la sua direzione, contò più di tremila alunni.
Le idee ceciliane dell'Eccher lasciarono una profonda traccia anche
nella costruzione degli organi che egli promosse per il Trentino con
il consueto zelo, avvalendosi quasi esclusivamente della famiglia
organaria Mascioni. L'organo era visto specialmente nella sua
funzione di accompagnatore del canto liturgico del coro e del popolo
e solo limitatamente come solista.
Monsignor Celestino morì a Trento il 24 settembre 1970 e fu sepolto
a Dermulo.
FILIPPO TAME'
Al secolo Giuseppe, era nato a Dermulo il 27 maggio 1897, ed era entrato a Camposampiero nel 1910.
Emise i voti temporanei nel 1917, quelli solenni nel 1921 e fu ordinato
sacerdote nel 1923. Compì gli studi superiori a Roma: la filosofia
all’Università Gregoriana e la teologia nella nostra Pontificia Facoltà di S.
Bonaventura. Un mese dopo la sacra ordinazione venne di convento al Santo,
dove si dedicò con grande amore al ministero delle confessioni. Colpito ben
presto da una grave forma di epilessia, fu trasferito dapprima all’Arcella e
quindi a Camposampiero, dove morì prematuramente a soli 35 anni. Padre Filippo
presentiva da tempo la sua fine e ogni giorno vi si preparava con il “pio
esercizio della preghiera della buona morte”. Sempre ilare, benigno, paziente,
di grande carità verso gli infermi, fu di esempio nella vita religiosa e nelle
pratiche di pietà. Devotissimo di San Giuseppe, si spense nella festa del
Patrocinio di questo santo, patrono della buona morte, il 13 aprile 1932. Riposa a Camposampiero.
La sua prima S. Messa fu celebrata a Dermulo il 12 agosto 1923, e in
quell'occasione il parroco don Carlo Paolazzi, e la zia Maria gli dedicarono
un sonetto ciascuno.
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ANTONIA INAMA
Suor Antonia, al secolo Modesta, era nata in Colorado (USA) il 20
marzo 1897 da Romedio e Diomira Barbacovi. Ritorno a Dermulo al
seguito dei genitori intorno al 1910. Suor Antonia è morta
presumibilmente nel convento delle suore Terziarie di Rio di Pusteria
(BZ).
ANDREA ECCHER
Padre Andrea, nato a Dermulo il 2 gennaio 1898 da Eugenio e
Irene Tamè era fratello di don Lorenzo. Entrò a Camposampiero
nel 1910. Fece professione temporanea nel 1917 e la solenne nel
1920. Studiò filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma
e la teologia nel nostro Collegio internazionale di di via S.
Teodoro (Roma). Qui fu compagno e amico del padre Koble, ed ebbe
l'onore di essere il 12° iscritto alla MI. Fu ordinato sacerdote a
Venezia nel 1923. Di famiglia all'Arcella e poi guardiano a Venezia,
a Pola e a Camposampiero, segretario provinciale nel 1939, poi
ministro provinciale dal 1940 al 1952, e da quell'anno di famiglia
al Santo fino alla morte. Gli anni del suo provincialato gli
meritano a ragione il titolo di "Padre della Provincia". Devono
essere ricordate l'opera svolta durante il lungo, doloroso periodo
di guerra, nel salvaguardare soprattutto i seminari, assicurando ad
essi i mezzi di sostentamento e garantendo la continuità della
scuola; l'apertura della missione dell'America Latina (solo un
occhio lungimirante e una fede intrepida potevano spingerlo ad
allargare ad orizzonti sì vasti l'attività della Provincia);
l'apertura dei conventi in Francia e l'incremento della missione
dell'Albania, appena iniziata; l'invio di frati in altre parti del
mondo, soprattutto in Cina. Fu uomo di grande prudenza, discrezione,
fedeltà, laboriosità e preghiera. La sua capacità di conciliazione
di rivelò anche alla fine del sanguinoso conflitto, quando i capi
partigiani e i gerarchi fascisti si riunirono al Santo e sotto la
sua guida pattuirono la resa. Sopportò con magnanimità e pazienza
qualche insuccesso e incomprensione, lasciando a tutti un raro
esempio di bontà e di serenità. Trascorse gli ultimi trent'anni al
Santo da fedele officiatore e ricercato direttore di anime. Il suo
esempio era quasi la coscienza della comunità. Già preparato alla
fine, la morte arrivò la fredda sera dl 4 febbraio, e la sua animo
si avviò verso il giorno senza tramonto. Riposa all'Arcella. Celebrò
la prima santa Messa a Dermulo il 3 aprile 1923. Fu padre alla
Basilica del Santo di Padova dove morì il 4 febbraio 1983.
BERNARDO INAMA
Padre Bernardo, al secolo Elviro era nato a Central City
(Colorado USA) il 13 aprile 1905 da Candido e Assunta Barbacovi.
Entrò a Camposampiero nel 1918. Fece la professione temporanea a
Padova nel 1922, la solenne a Camposampiero nel 1925 e fu ordinato
sacerdote al Santo nel 1928. Di comunità all'Arcella, al Santo, ad Arsio di Brez per due volte, a Milano, a Rio di Pusteria, a Brescia
e di nuovo al Santo. Presso la tomba di Sant'Antonio trascorse circa
quarant'anni della sua vita, esercitando l'ufficio di penitenziere e
di economo, oltre a quello di cerimoniere, svolto con dignità e
precisione. Doti del p. Bernardo, di esempio a tutti la costanza, la
diligenza, la fedeltà nel suo lavoro, nei vari uffici per lo più
umili e poco gratificanti. Puntuale agli atti della vita comune, non
si arrese neppure quando la malattia gli tolse completamente le
forze e lo ridusse alla carrozzella. Negli ultimi tempi, ricoverato
alla clinica "vlla Maria" di Padova, si spense serenamente il 5
dicembre 1983. Riposa all'Arcella.
EGIDIO ECCHER
Padre Egidio, al secolo Francesco era nato a Dermulo il 8 ottobre 1907
da Fortunato e Maria Inama. Fancesco entrò nel 1920 a Camposampiero
ove frequentò le medie e il ginnasio; completò gli studu a Cherso, a
Camposampiero e a Venezia. Emise la professione sempilce nel 1924 al
Santo, la solenne a Camposampiero nel 1929; fu ordinato sacerdote ai Frari (Venezia) il 30 maggio 1931. Svolse il ministero a Vicenza, a
Trieste, al Santo, per nove anni a Milano e poi, in tre turni a
Brescia. Visse in maniera semplice, lineare, prevalentemente in
comunità tradizionali, quasi sempre incaricato dell'economato. Si
distinse nell'apostolato della predicazione. Dotato di memoria
eccellente, di una voce chiara, modulata a dovere, talvolta
squillante "con metodo, modo e profitto seppe intrattenere folle di
fedeli anche in insigni chiese e basiliche d'Italia" Di poche
pretese metodico nel suo impegno quotidiano, ben presto fu colto da
una tosse fastidiosa e persistente dovuta anche alle sue sudatissime
corse in bici nel recarsi nei paesi delle valli bresciane per
adempiere i doveri dell'apostolato. Già anziano venne colpito da
un'insufficienza polmonare e bronchiale chwe minò la sua fibra
robusta. Ricoverato dapprima all'ospedale di Brescia, poi ad Arco,
lottò con quella tenacia che lo distingueva e con umile
sopportazione. Dal 1984 venne trasferito a S. Pietro di Barbozza. In
silenzio e pazienza sopportò la penosa situazione, finchè le forze
lo abbandonarono. Al superiore che gli faceva coraggio e lo incitava
a "tirarsi su", nemo dat quod non habet, rispose, e all'ospedale di Valdobbiadene
nella fredda giornata del 15 gennaio 1990, incontrò sorella morte.
"Mi pare di piangere un lutto di famiglia" disse un'anziana
frequentatrice di S. Francesco, in Brescia. Riposa all'Arcella.
PIA GERMANILLA ENDRIZZI
Al secolo Teresa era nata a Dermulo il 25 ottobre 1908 da Germano e
Rachele Inama. Durante la sua vita prestò servizio nella
congregazione delle suore di Maria Bambina a Telve Valsugana, a
Ponte di Legno (BS) ed infine a Vezza d'Oglio (BS) dove era madre
superiora e dove morì il 15 aprile
1999.
PIETRO INAMA
Don Pietro, al secolo
Eugenio era nato a Dermulo il 28 ottobre
1908 da Celeste e Fortunata Inama. Il benedettino don Pietro
trascorse la sua vita a Perugia, nel convento di.... viene
ricordato, anche assieme a padre Martino Siciliani per avere avuto
il merito nella riattivazione della stazione sismica situata nella
suggestiva cornice dell'abbazia di San Pietro e di aver dato nuova
vita a quell'osservatorio che, nel corso della sua storia, ha
conosciuto tante vicissitudini.
Don Pietro era conosciuto anche per la sua bravura nel restaurare
libri antichi.
LUIGI ECCHER
Don Luigi è nato a Malgolo (ma il papà era di Dermulo) il 16 agosto 1932 da Abramo e
Viola Bott. Don Luigi è stato parroco di Segno per molti anni fino
al suo pensionamento.
CORRADO BRIDA
Padre Corrado è nato a
Dermulo
il 29 dicembre 1936 da Martino e Giuseppina Inama. La famiglia,
quando Corrado era ancora da bambino, si era trasferita a Arco
dove il padre era impiegato come stradino. Con Dermulo ha sempre
mantenuto, oltre a vincoli di parentela, un particolare legame
affettivo. Entrato in seminario con i
Cappuccini a 11 anni, è stato
ordinato sacerdote a 24 anni nel 1961. La sua storia si lega in particolare
con i 22 anni trascorsi come cerimoniere nel santuario della Santa
Casa di Loreto, dove padre Corrado era noto, oltre che per la sua
dedizione ai pellegrinaggi per gli ammalati, per gli "assoli"
cantati con cui accompagnava le liturgie mariane. Celebre la sua
interpretazione del canto di origine polacca Madonna Nera, un brano
che ha anche inciso su un'audiocassetta di canti lauretani. Rientrato a Trento, dal 2001 fu rettore del
Tempio Civico di San Lorenzo dove nel 2011 festeggiò i 50 anni
dall'ordinazione sacerdotale con la Santa Messa animata dal
Coro
Parrocchiale di Tassullo. Per tale occasione ha celebrato la
messa anche nella chiesetta dei santi Filippo e Giacomo, dove è
stato battezzato il 3 gennaio 1937. Almeno dal 2015 era stato
trasferito al convento dei Cappuccini di Rovereto, dove era
confessore. Attualmente si trova a Rovereto.
PIO EMER
Padre Pio è nato a Dermulo il 23 marzo 1938. Entrò in
seminario nel 1950 ed emise la Professione temporanea nell' Ordine
dei FF.MM.CC. nel 1957 e la professione solenne nel 1961. Fu
ordinato sacerdote nel 1965 e fu padre
Guardiano a Treviso, Parroco a Rovereto, rettore della Basilica del
Santo a Padova, Parroco ai SS. Pietro e Paolo a Roma, e dal
settembre 2001 parroco a Milano. Attualmente si trova a Pedavena
(Bl).
FABIOLA EMER
Suor Fabiola, sorella di padre Pio, è nata a Dermulo il 28
giugno 1942. Attualmente a Bressanone (Bz).
MARIA ALESSANDRA INAMA
Maria Teresa è nata a Trento il 13 dicembre 1940 da Matteo e
Emma Genari. Dal notiziario parrocchiale "Le campane di Villazzano",
del mese di settembre del 2016, ho appreso che suor Alessandra Inama
faceva parte della comunità delle Suore di Maria Bambina.
Cartolina riportante sul recto
l'immagine del Papa Pio XI, scritta da padre Filippo Tamè ai
familiari di Dermulo. Probabilmente non fu mai spedita. |
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Padre Filippo Tamè con alcuni confratelli e il papa Pio
XI. |
CORO PARROCCHIALE DI DERMULO ANNO 1955 circa
Seduti da sinistra verso
destra: Luigi Eccher, Don Giuseppe Leita, Don Luigi Rosat,
Alessandro Inama. Dietro da sinistra a destra: Candido Inama,
Felice Inama, Aldo Chilovi, Remo Inama, Guido Eccher, Mario
Kaisermann e Bruno Inama. |
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Fra' Pietro Inama con il Papa Karol
Wojtyla. |
Padre Andrea Eccher. |
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Padre Andra Eccher con il Papa Karol
Wojtyla. |
Monsignor Celestino Eccher |
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Famiglia Eccher dove appaiono don Luigi e
don Lorenzo. |
Filippo Tamè con alcuni confratelli a Padova. |
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Suor Stanislaa nel dicembre 1968 a
Rovereto. |
La famiglia di Fortunato Eccher. |
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Suor Fabiola Emer, padre Pio Emer, suor Modesta Inama,
Giuseppina Inama, Elma Inama, ecc. |
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PRIMA COMUNIONE ALL'INIZIO DEGLI ANNI CINQUANTA.
I bambini, tutti nati nel 1943, sono da sinistra a destra:
Rosetta Emer, Maria Inama, Carla Inama, Silvana Inama,
(bambino anonimo cieco che abitava nella casa del Tullio
Inama), Luciana Endrizzi e Mariuccia Tamè.
Dietro c'è il vescovo Carlo de Ferrari, don Luigi Rosat e la
maestra Chilovi di Taio. |
La prima Santa Messa di padre Corrado
Brida nel marzo 1961. |
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Suor Blandina Eccher con le nipoti Olga e Daria Eccher
in una foto scattata a Dermulo nel 1930. |
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