Le Plazze si raggiungono percorrendo per circa un chilometro, la strada sterrata che si dirama a valle della S.S. 43 dir, appena oltrepassato il bivio per Coredo. Le Plazze si presentano come una pineta non molto fitta, alternata a spazi aperti che costeggiano il lago di S. Giustina. Riordinata e sistemata di recente, l’area si presta a molteplici attività del tempo libero quali la pesca, il nuoto, il surf, le passeggiate e i picnic. Di fronte alle pareti
strapiombanti della zona sud delle Plazze, dal fondo del burrone in
cui scorreva il Noce prima dello sbarramento artificiale di S. Giustina, si
ergeva il
Dòs de
la Colombara, ora è visibile solo quando il livello del lago si abbassa di alcune
decine di metri. Sulla sommità di questo rilievo, isolato in mezzo alla
forra del Noce e poco distante dalla diga, chiamato, anche per la sua forma
arrotondata, Poinèla, sono stati rinvenute ceramiche
e utensili in selce e metallo che fanno supporre la presenza di un
castelliere dell’età del bronzo. Più tardi, in epoca
medievale, vi fu eretta un’edicola sacra
[1] a ricordo della pace stipulata
nel 1276 tra Mainardo II conte del Tirolo ed Enrico II principe vescovo di
Trento.[2]
Una leggenda narra
che il barone di castel Cles, inseguito dagli inferociti contadini di
Sanzeno, si sia salvato dal linciaggio per merito della sua mula che
scappando al galoppo con il suo padrone in groppa, trovatasi davanti ad un
burrone spiccò un salto fino a raggiungere la sponda opposta. Più tardi in
quel luogo il barone di Cles fece costruire un ponte al quale fu dato il
nome di Pont de la Mula a ricordo di quel salto provvidenziale.(5)
In realtà il nome si rifà all'antico nome celtico del rivo di
San Romedio, chiamato appunto Mular.
(6)
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1)
Questa notizia è riportata da Mons. Celestino Eccher
nel suo libro «Dermulo La nuova Chiesa» ma personalmente, non
ho mai trovato altre fonti che confermassero ciò. I resti di quello che
sembra un'edicola dovrebbero essere visibili invece nel territorio di Tassullo, sulla sponda opposta del lago, in prossimità della biforcazione
dell’antica strada che saliva da Ponte Alto. In ogni caso la pace menzionata
non era stata stipulata presso il nostro Ponte Alto, ma in prossimità di un
altro ponte nei territorio di Romallo.
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