Dal punto di vista dialettale, le
valli del Noce sono suddivise dagli esperti in quattro zone distinte. Dermulo
appartiene alla così detta zona alto-nonesa che comprende più precisamente, la Val di Non orientale e settentrionale, da Castelfondo-Dovena a Revò-Tregiovo, e da Fondo-Tret a Vervò, con in più il
tratto Dermulo-Taio-Segno-Mollaro.
Questa zona presenta le seguenti caratteristiche: (in rosso quelle relative a Dermulo)
· L’assenza delle vocali medie ö e ü
· La dittongazione di e latina in iè, con l’eccezione di Castelfondo e Brez (dove si ha ié), di Cloz (ìe), di Cagnò e del tratto Dermulo-Taio-Segno-Mollaro dove non si ha la dittongazione ma é. Quindi a seconda dei posti abbiamo: prièda, priéda, prìeda, préda;
·
La dittongazione di o
latina in uè, con l’eccezione di
Castelfondo-Brez-Dambel-Cavareno (dove di ha ué), di Coredo, Smarano e Sfruz (uò). La dittongazione non si presenta nel tratto
Dermulo-Taio-Segno-Mollaro dove si ha ò.
Quindi a seconda dei luoghi si ha: fuèr,
fuér, fuòr, fòr.
· La riduzione del suffisso latino -ariu a ài, il fenomeno è però limitato al Soratou.
· La riduzione di qu- a ch- (quindi aca al posto di acqua) con l’eccezione di Priò, Tres e Vervò.
· L’assibilazione di c e g davanti ad e e i, cioè abbiamo zéna e zènt al posto di céna e gènt, ma non dappertutto.
· La palatalizzazione totale o parziale delle velari c e g davanti ad "a", e più precisamente, totale nelle pievi di Romeno, Coredo e Vervò, parziale nelle pievi di Fondo, Cloz e Revò. Quindi a seconda dei posti si ha: ciastèl, ch’astèl, giat, gh’at. A Cagnò si ha però per la g la jotizzazione: jat, jalina.
· La velarizzazione di l davanti ad altra consonante che non sia labiale, soprattutto se dentale: quindi aut, ciaut e ch’aut.
Cfr. Giulia Mastrelli Anzilotti “I dialetti delle Valli del Noce” in“Convegno di studi sulla figura e l’opera di Enrico Quaresima” Pro Cultura-Centro Studi Nonesi (a cura della) Pag 15 e successive.