Nell’estate del 1796 il principe vescovo Pietro Vigilio Thun abbandonava Trento. Ai primi di settembre vi entrava Napoleone, che installò un governo provvisorio costituito dal Consiglio di Trento. Alla fine delle occupazione militari francesi del 1797 ritornò a governare il Capitolo, a nome del vescovo ancora assente. A questo, che moriva il 17 gennaio 1800, succedeva il nipote Emanuele Maria che però per alterne vicende non riusciva a governare lasciando posto agli austriaci. Finchè nel 1803 fu proclamata la secolarizzazione e cessazione del principato vescovile di Trento. Nel 1805 però l’Austria in forza della pace di Presburgo, dovette cedere il Tirolo ed il Trentino alla Baviera. Questa che ne prese possesso nel 1806, resse il governo fino al 1809 quando il Trentino passò poi al Regno Italico. Infine nel 1813 ritornò alla sovranità austriaca e vi rimase fino al 1918.
Nel 1810 durante il Regno Italico Dermulo assieme a Tres faceva parte del comune di Taio che apparteneva al Distretto II di Cles e al Cantone di Denno e quest’ultimo al Dipartimento dell’Alto Adige.
Nel 1815 il comune di Dermulo apparteneva al Giudizio Distrettuale di Cles che a sua volta apparteneva al Capitanato Circolare di Trento. Quest'ultimo infine apparteneva alla Provincia del Tirolo con capoluogo Innsbruck.
Nel 1868 dopo alcuni aggiustamenti si arrivava alla seguente situazione: il comune di Dermulo apparteneva al Distretto di Cles, che sottostava al Circolo di Trento che a sua volta apparteneva alla Contea del Tirolo.
Nel 1806 ad opera del governo bavaro furono abolite le regole e così sparirono i regolani, i giurati e i saltari. Al loro posto furono istituite le seguenti figure: il Capocomune, i deputati, il ricevitore, l’attuario (una specie di odierno impiegato), un guardiaboschi e campagna. Più tardi al capocomune furono affiancati due consiglieri. Le rappresentanze comunali dalla metà dell’Ottocento erano formate dal capo comune, da due consiglieri e quattro rappresentanti. La rappresentanza comunale veniva eletta solo dai capifamiglia. Alle dipendenze del comune c’era anche un cassiere, un cursore, una mammana, un guardia boschi e campi.