IL LEGATO TAME'

 

Il 16 agosto del 1900 moriva in Dermulo Rosa Tamè figlia del fu Vittore.[1] Nel suo testamento olografo redatto il 26 dicembre 1899 dispose all’articolo 4 quanto segue:

Lascia alla Chiesa di Dermullo f.ni 400/quattrocento/ pella illuminazione al S.Imo Sacramento, cosa che deve essere attivata nella Chiesa di Dermullo entro un anno dopo la sua morte, tale importo lo lasciava in denaro.

La curia di Trento alla quale era pervenuta detta notizia dall’ I.R. Luogotenenza di Innsbruck poneva alcuni quesiti al decano di Taio in merito alla possibilità di ottemperare al legato.

Tutto si risolse favorevolmente e con lettera del 17 dicembre 1900 il vicario generale Francesco Oberaurer autorizzò la fabbriceria della chiesa di Dermulo ad accettare il legato “colla riserva però che non possa conservarsi il Santissimo Sacramento nella Chiesa di Dermullo quando non vi sia in paese un sacerdote stabile che celebri quotidianamente la S. Messa, e che attesa la insufficienza della rendita pel mantenimento del lume eterno ne venga limitata la conservazione a certi tempi determinati come sarebbero i giorni domenicali e festivi”.[2]

[1] Questa signora nata nel 1825 e morta nubile nel 1900, non è da confondersi con l’altra Rosa Tamè anche lei figlia di un Vittore che si era sposata con Costante Tamè.

[2] Da due manoscritti presso l’A.P.T. Busta 5.