CRONOLOGIA DELLA COMUNITA' DAL 1554 AL 1805

   

 

 

7 luglio 1554 Dermulo, sulla piazza vicino alla casa di Simone Corradini

Sulla piazza vicino alla casa di Simone Cordini, presenti Antonio fu Giacomo Francesco di Taio, Cristoforo Caslet e Hiseppo de Zadris di Tres pieve di Taio, e Tomaso fu Antonio Donà di Rumo. Comparvero Giovanni fu Leonardo Inama, Antonio Pangrazzi di Campodenno abitante a Dermulo, giurati della comunità di Dermulo, Antonio fu Marino Inama anche a nome di Pedrina vedova del fratello Gaspare, Ser Salvatore Inama fu Vittore, Rigolo Inama anche a nome di Vigilio Inama, Antonio Inama, Valentino Inama, Tommaso Pret, Rigolo Mendini anche a nome degli eredi del fu Simone Pret, Antonio Pangrazzi a nome degli eredi di Giacomo Cordini, Nicolò Cordini per se ed il fratello e a nome di Vigilio Cordini, del nipote e del fratello, Rigolo Mendini a nome degli eredi del fu Antonio Frison di Coredo, Antonio Inama a nome di Giovanni Mendini, Francesco Massenza anche a nome dei fratelli Vigilio e Gaspare, Giovanni fu Leonardo Inama a nome di Cristoforo Filippo Inama di Fondo, Antonio Pangrazzi a nome di Bartolomeo Cordini, Romedio Mendini, Andrea Mendini, Giovanni fu Leonardo Inama a nome di Tommaso Massenza, Nicolò Cordini a nome di Corradino e Bertoldo Cordini di Fondo. Sono eletti sindaci della comunità di Dermulo, Antonio Pangrazzi ed il notaio Baldassarre Oliva di Nanno, deputati fra l’altro di dirimere delle questioni riguardanti ser Romedio Barbacovi abitante a Dermulo.

A.S.Tn. Notaio Gottardo Gottardi di Rallo Busta I. f.24

 

15 luglio 1663 Coredo, sul dosso fuori del cimitero

Dopo la messa solenne, fu esposto che i regolani di Dermulo, i fratelli Cipriano e Antonio Inama, avevano consegnato a Silvestro Moncher di Coredo un proclama riguardante un suo fondo alle Voltoline, giacente in parte sul comune di Dermulo per problemi di pascolo. Ora volendo le parti evitare di litigare, si accordarono per annullare il proclama e se qualche animale fosse passato o avesse zuclato in detto luogo e se qualche vicino si fosse lamentato, il Moncher doveva pagare i danni.

(AP Taio)

 

4 dicembre 1671  Dermulo

Sulla piazza pubblica vicina alla casa di Simone Cordini, testimoni l’eremicula (eremita) Antonio Kuebler e Giovanni Battista de Prettis di Cagnò. Presenti Simone Cordini Regolano e Giovanni Antonio Panizza di Taio convicino di Dermulo e Vittore Massenza altro regolano. Presenti Antonio Mendini, il Mag. Silvestro Inama, Luca Massenza, Bartolomeo figlio di Giovanni Battista Inama, Cristofora vedova del fu Antonio Mendini, Cipriano Inama, Marina moglie di Tommaso Massenza, Gregorio Endrizzi, Maddalena moglie di Tommaso fu Fabiano Massenza, Concio Massenza e Giacomo Inama a nome di Antonio Betta, essendo delle tre parti presenti più di due riguardo a discrepanze portate dal ragolano maggiore per la questione che la comunità di Dermulo aveva nel luogo ai Piani delle Voltoline per cui si eleggevano i sindaci e procuratori Silvestro Inama, Antonio Mendini, Simone Cordini e Vittore Massenza questi ultimi regolani per discutere con la comunità di Coredo per dei problemi di termini nella suddetta località.

(ASTn Notaio Antonio Barbacovi di Taio Busta I)

 

10 agosto 1677  Taio

Convocata la regola di Dermulo e Taio sulla piazza sotto la nogara presso la chiesa di Santa Maria di Taio. Presenti i vicini di Taio e quelli di Dermulo, Vittore Inama e Marino Inama regolani, Tommaso Massenza, Luca Massenza, Simone Cordini, Bartolomeo Inama, Gregorio Endrizzi, tutti asseriscono di avere fatto gettare nel 1676 la campana maggiore da Paolo Polli di Trento, ed essendo questa crepata, avevano stabilito di farla rigettare di nuovo senza spese dalle comunità, come scritto nel contratto del notaio Giovanni Simoni di Tres.

(ASTn Notaio Antonio Barbacovi di Taio Busta I f.68)

 

26 dicembre 1698 Taio

Antonio Mendini di anni 62 e Marino Inama di anni 70, convicini di Dermulo, attestano che a loro ricordo chi voleva diventare eremita dei SS. Cipriano e Giustina doveva avere il patrocinio della comunità di Dermulo. Il parroco Valentino Chilovi aveva invece nominato un tale Federico Gaiardelli di Tres senza interpellare la comunità, per cui era stata annullata l’elezione. Antonio Mendini era regolano di Dermulo a quel tempo in cui fu fatta l'annullazione di tale elezione da parte del Chilovi.

(ASTn Notaio Udalrico Barbacovi di Taio Busta III)

 

6 dicembre 1703 Coredo

La comunità di Coredo ha dato licenza ai suoi regolani di poter ricevere da Antonio Mendini di Dermulo, ossia dalla chiesa di San Giacomo, la somma di 100 Ragnesi all'interesse del 7 %. Questo per i loro bisogni di quartieri di soldati cesarei che hanno e sostengono, e per debiti che hanno fatti per questi.

(ASTn Notaio Giovanni Matteo Widmann di Coredo Busta VI)

 

12 ottobre 1706 Coredo

Alla presenza di Giovanni Michele Tavonatti di Tavon, regolano Maggiore in Castel Bragher, Michele Inama e Pietro Mendini regolani della comunità di Dermulo, presente anche Antonio Mendini, recedono dalla lite avanzata davanti al regolano maggiore. I regolani di Coredo pretendevano che la divisione fra le dette comunità dovesse iniziare dal termine griso con croce che è sotto la strada quattro passi. La strada era quella che si ritrovava venendo dalle Plazze, oltre la Valesella del Gaio, e terminava sull’aia del maso dei beni di Vigilio Moncher alle Voltoline. Secondo la sentenza del capitano delle Valli, seguita in atti del fu Giovanni Giacomo Inama notaio di Coredo, in consonanza con gli atti di Antonio Barbacovi del 18 gennaio 1672, la comunità di Coredo recedeva e rinunciava al sito posseduto dalla comunità di Dermulo dopo tale sentenza. Il regolano maggiore stabilì che quelli di Dermulo non possano passare in su verso settentrione, oltre i nominati termini e debbano dare alla comunità di Coredo 7 Troni e non più a parte l’onorario del regolano maggiore Giovanni Michele Tavonatti.

(ASTn Notaio Giovanni Matteo Widmann di Coredo Busta VI. Anche AP Taio)

 

10 maggio 1711 Taio

Valentino Inama e Domenico Massenza, regolani della comunità di Dermulo, essendo questa gravata da debiti per vari e giusti litigi vendono un censo redimibile, ossia la ragione di esigerlo a Silvestro Inama per 25 Ragnesi, 2 Troni e 7 Carantani, assicurato sopra una certa parte di terreni comunali.

(AP Taio)

 

19 luglio 1711 Taio

E' indetta la pubblica regola di Taio, per accettare come vicino Vittorio figlio di Giovanni Emer di Dermulo. Vittorio dovrà sborsare la somma di 100 Ragnesi che però decurta dal suo credito che aveva con la comunità, dovuto all’indoratura dell’altare della chiesa di San Vittore a Taio.

(ASTn Notaio Giorgio Tommasini di Tres. L'originale era stato redatto dal notaio Giovanni Vigilio Barbacovi di Taio)

 

10 marzo 1714 Dermulo, nella  stua della casa di Silvestro Inama

Domenico Massenza regolano e Gregorio Endrizzi, come sostituto di Antonio Sicher altro regolano assente, come fongente dall’officio delli eredi di Giovanni Battista Massenza dei quali esso è curatore mentre la regola ha deliberato di ceder la ragione del ben comune a Giorgio fu Vittore Tamè e di redigere documento. Quindi Giorgio è stato accettato come vicino e gli sono state conferite sia le ragioni attive che passive. Giorgio Tamè in cambio del diritto di vicinato ha promesso di pagare 50 Ragnesi al conte Giuseppe Thun, dovuti dalla comunità come in atti del notaio Pietro Lorenzo Panizza. Il Tamè assicura la somma su un terreno a Campolongo, cui 1 Simone Tamè fratello, 2 3 e 4 il comune; infine la comunità per pareggiare il conto, ha trasferito al Tamè un terra greggia confinante con il predetto terreno a Campolongo.

(ASTn Notaio Giovanni Vigilio Barbacovi di Taio)

 

7 aprile 1714 Taio

Ottavio Inama e Pietro Antonio Mendini, regolani di Dermulo asseriscono di aver bisogno di 50 Ragnesi per cui costituiscono un affitto passivo presso la chiesa di Dermulo tramite il sindaco della stessa, Antonio Mendini che assicurano su un bosco alle Sort. Il bosco confina con gli eredi di Matteo Panizza, Ottavio Inama, Matteo Mendini, rido e Bartolomeo Massenza.

(ASTn Notaio Baldassarre Bergamo di Taio)

 

20 febbraio 1715 Dermulo, nella stua della casa di Giovanni Giacomo Inama.

Presenti Silvestro Inama e Ottavio Inama come testimoni, la Comunità di Dermulo, tramite i suoi regolani Bartolomeo Massenza e Simone Tamè, assistiti da Giovanni Giacomo Inama, Pietro Antonio Mendini, Bartolomeo Inama Giacomo Antonio Mendini e Giovanni Emer, vende a Vittorio Emer un bosco al Grezot. Il bosco confina con Silvestro Inama, Giovanni Giacomo Inama e Ottavio Inama, Gregorio Endrizzi, il comune e il compratore. Il bosco è stato assegnato a Vittorio Emer in luogo della quota di denaro relativa alla comunità di Dermulo, spettante per l’indoratura della pala dell’altare della chiesa di San Vittore a Taio.

(ASTn Notaio Baldassarre Bergamo di Taio)

 

13 aprile 1715

Si dice che da qualche tempo, in certo accidente, fu rotta la campana maggiore della chiesa di Dermulo e per rifonderla erano necessari 200 Ragnesi, somma elevata che la comunità non riusciva a reperire anche perché bisognava rifondere anche la campana della chiesa di Taio. Per cui si chiede di poter vendere una arativa vignata di 5 Quarte e mezza circa, detta a Casalin che fu data in pagamento alla chiesa dal fu Antonio Mendini che fu sindaco, perché la chiesa non patisca danno.

(ASTn Notaio Baldassarre Bergamo di Taio)

 

22 gennaio 1716 Dermulo

Giacomo Antonio Mendini e Giovanni Battista Inama, regolani di Dermulo, costituiscono un affitto passivo ne confronti di Alberto Inama di Fondo della somma di 100 Ragnesi assicurato su un bosco a Dermulo nel luogo alla Rozza de Teg, verso Pramartinel, cui Giovanni Giacomo Inama, Giacomo Mendini, Alberto Inama, Ottavio Inama, Antonio Mendini e Silvestro Inama.

(ASTn Notaio Baldassarre Bergamo di Taio)

 

16 marzo 1716 Dermulo, nella piazza solita dove si fanno le regole

Convocati dal saltaro, comparvero Giacomo Antonio fu Antonio Mendini e Giovanni Battista Inama, regolani della comunità e Giovanni Giacomo Inama, Silvestro Inama, Vittorio Emer, Ottavio Inama, don Pietro Panizza, Domenica fu Bartolomeo Inama, Bartolomeo Inama a nome della moglie Marina fu Giovanni Battista Massenza, il regolano Giovanni Battista Inama a nome di Antonio Betta di cui è affitalino, Domenico Massenza, Antonio fu Antonio Mendini, Valentino Inama, Pietro Antonio Mendini anche a nome dei suoi fratelli Giacomo Mendini, Pietro Mendini e Giovanni Mendini, Simone Tamè, Margherita moglie di Giorgio Tamè secondo l’ordine ricevuto dal marito, Bartolomeo Massenza, Maria vedova di Tommaso Massenza a nome di suo figlio Giuseppe minore, i quali sono unanimi a riserva di Giacomo Mendini (che come si vedrà sotto era contrario) e Valentino Inama si ritrova assente. Si dice che Giovanni Antonio Salà di Nanno abitante a Tres, aveva disposto di far celebrare in perpetuo due messe a settimana nella chiesa dei santi Filippo e Giacomo di Dermulo, dando al sacerdote per ciascuna messa 7 Traieri, parte in denaro e parte in grano e avena. Per assicurare ciò consegnava alla comunità, di esigere da suo genero Giuseppe Brida, che coltiva i terreni, un livello il denaro necessario di 23 Ragnesi. Si era già ottenuto il placet dal Vicario Spaur. Seguiva l'elenco di tutti i terreni a Tres. In tutto sono 104 messe che però con l'importo dei 7 Traieri arriverebbero a 40 Ragnesi e rotti, per il rimanente denaro mancante, il Salà consegnava ai regolani la somma di 250 Ragnesi che essi si obbligavano a investire per ricavare con gli interessi i 17 Ragnesi mancanti. In più il Salà ha versato a Giovanni Giacomo Inama sindaco della chiesa altri 30 Ragnesi per il discomodo del sacerdote. La comunità era obbligata di dar conto delle messe celebrate. Siccome il sr. Giacomo Mendini era stato renitente, quando toccherà a lui la regolaneria, deve far riscuotere gli interessi da altro regolano. Se mancasse il sacerdote a Dermulo le messe si potranno far celebrare in altro luogo. Una supplica viene fatta anche perché determini le elemosine da dare alla chiesa di Dermulo, essendo i 30 Ragnesi non sufficienti e perché l’arciprete era adirato con quelli di Dermulo perché nei memoriali non lo onorano con i titoli che lui pretende di avere e perché pretende di eleggere il sacerdote a Dermulo da solo.

(ASTn Notaio Giovanni Francesco Barbacovi di Taio. Anche in AP Taio)

 

1 maggio 1716 Dermulo, nella casa e somasso di Giovanni Giacomo Inama

La comunità di Dermulo, tramite i regolani Simone fu Vittore Tamè e Giacomo Antonio fu Antonio Mendini, concede in prestito a  Ottavio Inama la somma di 38 Ragnesi che viene assicurata su un terreno al Campovecchio, cui 1 via imperiale, 2 Antonio fu Antonio Mendini, 3 Silvestro Inama, 4 Giovanni Giacomo Inama, e sopra un orto posto a Dermulo, alla Crosara cui 1 strada imperiale, 2 comune, 3 Antonio Betta, 4 eredi di Gregorio Endrizzi. (Campovecchio p.f. 541, 542) cui 1 via imperiale, 2 Antonio fu Antonio Mendini, (campo Cordin p.f. 492, 493) 3 Silvestro Inama, (di Taio poi quindi al figlio Giacomo Antonio p.f. 543) 4 Giovanni Giacomo Inama, (p.f. 540) e sopra un orto posto a Dermulo alla Crosara (p.f. 162, 161, sicuramente ma forse anche la p.f. 160 e 159) cui 1 strada imperiale, 2 comune, 3 Antonio Betta, 4 eredi di Gregorio Endrizzi.(p.f. 158)

(ASTn Notaio Giovanni Francesco Barbacovi di Taio)

 

1 maggio 1716 Dermulo, nella casa e somasso di Giovanni Giacomo Inama

Presente Giovanni Battista fu Antonio Inama presente per se e fratelli Bartolomeo, Antonio e Martino, (dovrebbe essere invece Marino) che espone di avere bisogno di una somma di 22 Ragnesi che prende a prestito dalla comunità di Dermulo tramite i regolani Simone fu Vittore Tamè e Giacomo Antonio fu Antonio Mendini che assicura su un orto e broiletto presso le case cui 1 via comune, 2 Valentino Inama, 3 Maria Massenza, 4 beni di Santa Giustina e sopra un terreno a Cavauden pertinenze di Sanzeno cui 1 via comune, 2 Valentino Inama, 3 il comune, 4 Pietro Lorenzo Panizza. In più Caterina, madre dei fratelli, si costituisce garante.

(ASTn Notaio Giovanni Francesco Barbacovi di Taio)

 

1 maggio 1716 Dermulo, nella casa e somasso di Giovanni Giacomo Inama

Simone fu Vittore Tamè accende un censo passivo in favore delle comunità di Dermulo, tramite il suo regolano Giacomo Antonio fu Antonio Mendini, e presente anche Giovanni Battista Inama, dell'importo di 15 Ràgnesi all'interesse del 7% e che assicura su un suo fondo a Campolongo, a cui da 1 2 il comune, 3 4 Giorgio Tamè fratello e pure sopra la sua casa nominata ai Fabiani osii ai Massenzi a cui confinano la via imperiale, Bartolomeo Massenza, Bartolomeo Inama uxorio nomine da due parti.

(ASTn Notaio Giovanni Francesco Barbacovi di Taio. Anche in AP Taio)

 

2 gennaio 1724 Coredo

Antonio fu Silvestro Rizzardi dona alla comunità di Dermulo, rappresentata dai suoi regolani Giovanni Battista Inama e Domenico Massenza, un capitale di 40 Ragnesi che deve pagare Gregorio fu Giovanni Endrizzi di Dermulo su un affitto. Tale affitto fu fondato in rogiti Bombarda del 6 marzo 1699 ed era costituito da un capitale di 80 Ragnesi di cui il Rizzardi donava la metà. E così volle perché Margherita nata Inama, sua nonna, era di Dermulo. Obbligando così la comunità di Dermulo a far celebrare annualmente 4 messe nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo.

(ASTn Notaio Giovanni Michele Widmann di Coredo Busta III f.1. Anche in AP Taio)

 

29 dicembre 1725 a Dermulo presso la casa eremitale.

Alla presenza dei testimoni Filippo Antonio Panizza e Michele Bergamo, i regolani di Dermulo Giovanni Battista Inama e Domenico Massenza, con la presenza del sindaco della chiesa di Santa Giustina, Antonio Mendini e don Valentino Giorgio Chilovi, nominano eremita di Santa Giustina Francesco Bergamo di Taio e gli consegnano contestualmente le chiavi dell'eremo. Francesco Bergamo deve convivere con l’altro eremita Francesco Fuganti.

(ASTn Notaio Giovanni Nicolò Bergamo di Taio Busta I.)

 

30 aprile 1726 Dermulo

Nella casa dell’eremo di Santi Cipriano e Giustina, ossia della chiesa figliale dei SS. Filippo e Giacomo, presenti don Giorgio Valentino Chilovi, Antonio Mendini sindaco e Pietro Antonio Mendini e Giovanni Giacomo figlio di Giovanni Giacomo Inama, regolani, affidano l’eremo di S. Giustina a Giacomo Mozzer nativo di Salisburgo che dovrà condividere l'eremo con gli altri due eremiti Francesco Fuganti e Francesco Bergamo.

(ASTn Notaio Giovanni Nicolò Bergamo di Taio Busta I.)

 

21 novembre 1726 Coredo

Presenti come testimoni Antonio Mendini e Giovanni Battista Inama. Giovanni Giacomo Inama e Pietro Antonio Mendini, regolani della comunità di Dermulo, riguardo il lascito di Antonio Rizzardi del capitale di 40 Ragnesi per i quali si dovevano far celebrare 4 messe basse annue nella chiesa di Dermulo, il figlio Francesco acconsente alla riduzione delle messe legatarie.

(ASTn Notaio Giovanni Michele Widmann di Coredo Busta IV f.92. Anche in AP Taio)

 

24 febbraio 1727 Taio

Presente Giovanni Mendini di Taio testimone. La comunità di Dermulo, rappresentata dai suoi regolani Pietro Antonio Mendini e Giovanni Giacomo fu Giovanni Giacomo Inama, concede in locazione perpetuale per 19 anni un fondo a Cambiel, a Lucia vedova di Enrico Endrizzi. Il terreno era stato lasciato alla comunità da Antonio Rizzardi e confinava da tre parti con i figli d’essa Lucia e dall’altra Gregorio figlio del fu Giovanni Endrizzi.

(ASTn Notaio Giovanni Nicolò Bergamo di Taio Busta I.)

 

27 luglio 1732 Taio

Siccome Ottavio Inama, il 18 gennaio 1701 in rogiti Concini di Taio, aveva venduto due censi redimibili, entrambi a don Pietro Panizza per 100 Ragnesi, fondati uno sopra un prato a Pramartinello, trasportato poi in rogiti Panizza sul fondo alle Bertie ossia ai Vicenzi (Bertuse?) e l’altro alle Bertie?  i quali censi furono poi ceduti dal Panizza alla comunità di Dermulo nel 1710 in rogiti Barbacovi. La comunità gli aveva poi ceduti alla cappellania di detto luogo mediante il reverendo Domenico Emer, investito di quella, in rogiti Paoli di Nanno. Tali censi furono poi addossati avanti qualche tempo in rogiti de Medis a Ferdinando Panizza che a sua volta se ne voleva sgravare, per cui Ferdinando sborsava ai regolani Ottavio Inama e Giuseppe Massenza, la somma di 100 Ragnesi più gli interessi.

(ASTn Notaio Giovanni Nicolò Bergamo di Taio Busta I.)

 

13 marzo 1735

Giovanni Battista Inama restituisce nelle mani del regolano Gaspare Inama, 22 Ragnesi che aveva ricevuto dalla comunità di Dermulo come censo in data 1 maggio 1716, in rogiti Barbacovi.

(ASTn Notaio Giovanni Nicolò Bergamo di Taio Busta II.)

 

5 agosto 1735 Castel Bragher

Bartolomeo fu Romedio Fuganti di Taio e Giovanni Battista fu Antonio Inama di Dermulo convicini e regolani delle comunità di Dermulo, alla presenza di don Pellegrino Moggio beneficiato in Castel Bragher, affermano di aver bisogno della somma di 50 Ragnesi per far fronte alle spese di guerra. Per cui Margherita Veronica contessa Thun concede la somma ai due predetti regolani, i quali promettono di pagare ogni anno, il giorno di san Michele, l’interesse del 5%.

(ASTn Notaio Giovanni Giorgio Matteo Widmann di Coredo Busta I.)

 

2 dicembre 1736 Castel Bragher

Costituiti i regolani di Dermulo, Bartolomeo Inama e Giovanni Giacomo figlio di Ottavio Inama, e Giovanni Giacomo fu Giovanni Giacomo Inama convicino, lecitati dalla regola, ricevono dalla contessa Margherita Veronica Thun altri 50 Ragnesi per far fronte alle spese di guerra.

(ASTn Notaio Giovanni Giorgio Matteo Widmann di Coredo Busta I.)

 

8 marzo 1742 Maso Voltoline (Coredo)

Nella casa rusticale di Silvestro Moncher al Maso Voltoline, costituito Pietro Antonio Mendini Regolano della comunità di Dermulo, deputato in vece di Giacomo Mendini e Simone Tamè altro Regolano con la presenza e consenso di Ottavio Inama, Giovanni Battista Inama e Giacomo Inama, convicini della comunità di Dermulo, hanno venduto, con il permesso del vescovo, a Maurizio Bombarda di Coredo presente anche a nome del figlio Giorgio Tommaso, un terreno e un incolto nelle pertinenze di Dermulo, alle Voltoline, cui 1 Giorgio Tommaso, figlio del compratore e poca parte Silvestro Moncher, 2 Giorgio Tommaso e sito greggivo delli Massenzi di Dermulo, 3 Comunità venditrice, 4 il compratore con sito avuto i permuta dalla comunità di Coredo. Il terreno venduto sarà del tutto libero dalle strade e sentieri esistenti e praticati dalli Dermullani, che saranno obbligati a procurarsi altrove tali sentieri sul loro territorio. La parte Bombarda potrà fare dei fossi per derivare l’acqua piovana fuori dai termini di detto terreno che è stato delimitato con 4 termini di sasso bianco con le sue croci sopra. Cui uno posto a mezzogiorno verso la villa di Dermulo, 4 varghi circa sopra il sito greggivo dei Massenzi. Gli altri 3 per linea dritta all’insù verso settentrione in proporzionata distanza l’uno dall’altro fino al termine dividente i beni delle comunità di Coredo e di Dermulo. Il tutto per 20 Ragnesi. Allegata al documento, la supplica e la concessione firmata dal Massaro Giovanni Andrea Giuliani il 29/11/1739

(ASTn Notaio Giovanni Giorgio Matteo Widmann di Coredo Busta III f.64)

 

17 febbraio 1743 Taio

Alla presenza dei reverendi don Filippo Antonio Panizza e Stefano Panizza, e di messer Giacomo fu Giovanni Giacomo Inama convicino di Dermulo, viene eletto eremita di Santa Giustina, Giovanni Battista Rossetti di Taio, alla presenza dell'arciprete  don Giorgio Valentino Chilovi, del sindaco della chiesa, Giovanni Giacomo fu Ottavio Inama e dei regolani di Dermulo, Giovanni Cristano Emer e Vittore Tamè.

(ASTn Notaio Antonio Bonaventura Innocenzo Barbacovi di Taio f.166)

 

13 maggio 1743 castel Bragher

La contessa Margherita Veronica Thun ha sborsato a Vittore Tamè e Giovanni Giacomo Inama, regolani di Dermulo, la somma di Troni 60 per totale pagamento delle collette e imposte fatte per le spese di guerra per i beni che la contessa possedeva nelle pertinenze di Dermulo. (Anche in archivio Parrocchiale A.P)

(ASTn Notaio Giovanni Giorgio Matteo Widmann di Coredo Busta III f.60. Anche in AP Taio)

 

1746

La comunità di Dermulo supplica il vescovo perché deve procedere al pagamento della campana sia di Taio che di Dermulo, e deve sborsare 100 Ragnesi per quella di Dermulo al fonditore di Bolzano. Per cui hanno deliberato di accendere un censo di 100 Ragnesi, assicurato sui beni comunali presso Alberto Inama di Fondo. E siccome questo vuol essere cautelato si chiede il permesso al vescovo.

(AP Taio)

 

25 gennaio 1746 Taio

La comunità di Dermulo qualche anno addietro aveva contratto un debito di 100 Ragnesi nei confronti delle chiesa di Dermulo per far gettare la campana maggiore e ora se ne voleva sgravare. Per cui Vittore Tamè regolano, agente anche a nome dell’altro regolano Silvestro fu Ottavio Inama, ha dato a Giuseppe Massenza, sindaco della chiesa i detti 100 Ragnesi, in 20 zecchini e 10 troni.

(ASTn Notaio Giovanni Nicolò Bergamo di Taio Busta III f. 64)

 

9 marzo 1746 Dermulo

Nel luogo solito regolanare, presenti Antonio figlio di Giovanni Battista Inama e Giovanni Battista Piechestain. Presente Vittore Tamè regolano a nome anche di Silvestro Inama, altro regolano assente e di Giacomo Inama a nome Guelmi, Giovanni Giacomo fu Giovanni Giacomo Inama, Giovanni Battista Inama a nome Betta, Cristano Emer, Giuseppe Tamè, Giovanni Battista figlio di Bartolomeo Inama, Margherita vedova Mendini col figlio Bartolomeo, Pietro Antonio Mendini essendo delle tre parti, due e più. Si dice che qualche anno fa per lo scopo di far gettare la campana maggiore, la comunità aveva venduto al fu Alberto Inama di Fondo, un terreno al Casalin, con l’obbligo di rimborsare o assicurare la chiesa. Per cui i vicini cedono a Giuseppe Massenza, sindaco della chiesa, la ragione di esigere gli interessi d’un capitale di 66 Ragnesi al 5 % presso Giacomo fu Ottavio Inama e altro capitale di 33 Ragnesi presso Gaspare fu Michele Inama, fondati in rogiti Panizza. Si dice che la liberazione de 25 gennaio scorso fu poi annullata perché con i soldi fu formato un censo passivo.

(ASTn Notaio Giovanni Nicolò Bergamo di Taio Busta III f. 75. Anche in AP Taio)

 

11 gennaio 1748 Taio

Presente Giuseppe Massenza. Costituiti i regolani di Dermulo, Gaspare Inama e Silvestro Inama, con facoltà conferite loro in pubblica regola, la mattina dello stesso giorno, vendono a Giovanni Battista fu Antonio Inama, per il prezzo di 40 Troni, un poco d’orto e murozzia aderente colla porta ed arbori presso Bartolomeo Fuganti di Taio uxorio nomine, via comune, il compratore e Giuseppe Massenza, in precedenza acquistati dal fu Giacomo Antonio Mendini, mediante rinuncia fatta da Orsola vedova Chilovi, in atti del figlio dello stesso notaio Bergamo.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta I f. 4)

 

27 gennaio 1749 Taio

Gaspare fu Michele Inama è debitore della chiesa di Dermulo, come cessionaria della comunità di Dermulo, di un capitale di 33 Ragnesi, dovuti per il prezzo di un grezzo comprato dalla comunità come in rogiti Panizza. Gaspare Inama si obbliga  pagare alla chiesa, come detto cessionaria, stipulante il sindaco Giovanni Battista Inama. Gaspare assicura sul predetto grezzo, ora arativo e vignato a Resola, cui Giovanni Battista Inama, Cristano Emer, strada comune e comune.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta I f. 11)

 

27 gennaio 1749 Taio

Giacomo fu Ottavio Inama è debitore di un capitale di 66 Ragnesi a favore della chiesa di Dermulo, dovuti per il prezzo di un grezzo comprato dalla comunità come in rogiti Panizza nel 1742. Non avendo modo di pagare obbliga il grezzo alle Voltoline, ora arativo e vignato cui Giuseppe Bombarda da due parti, Giovanni Battista Cescati di Taio, il comune e messer Giovanni Giacomo Inama Rodaro.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta I f. 12)

 

25 aprile 1750 Taio

Giovanni Giacomo Inama e Pietro Antonio Mendini, regolani di Dermulo, hanno concesso a Cristano Emer un censo di 18 Ragnesi, provenienti dal fu Simone Tamè di Dermulo. Sono assicurati su un terreno al Campolongo cui 1 cavazzara e esso Emer, 2 Luca Massenza 3 Giuseppe Massenza uxorio nomine, 4 strada comune. Lo stesso terreno è sottoposto a censo a favore di Eusebio Gilli, abate di Romeno per la somma di 100 Ragnesi e per altri 110 Ragnesi da parte della comunità. Per maggior sicurezza ha sottoposto anche un altro suo fondo contiguo al precedente.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta I f. 35)

 

18 gennaio 1751 Taio

Il regolano Giovanni Giacomo Inama, a nome anche dell’altro regolano Pietro Antonio Mendini assente, riceve da Pietro fu Giuseppe Cristoforetti di Taio la somma di 25 Ragnesi che alla comunità serve per pagare le messe celebrate dal reverendo don Gerolamo Chini, fino al giorno di San Michele dell'anno 1750.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta I f. 7)

 

27 febbraio 1752 Taio

Siccome Giuseppe Brida di Tres aveva in locazione dalla comunità di Dermulo diversi beni assegnati in rogiti Barbacovi nel 1717, ma erano trascurati a causa della sua avanzata età, i regolani di Dermulo, Cristano Emer e Antonio Inama, affidano questi terreni in locazione perpetuale per 19 anni a suo figlio Giovanni Battista Brida.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta II) (Anche AP Taio)

 

18 maggio 1752 Taio

Giacomo Mendini, sindaco della chiesa di Dermulo, libera Gaspare Inama dall’obbligo del pagamento di un capitale di 33 Ragnesi, in quanto accollatosi dalla comunità di Dermulo.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta II f.63)

 

16 dicembre 1756 Taio

Giovanni Battista Inama, regolano di Dermulo, vende a don Giacomo Chilovi di Taio per l'importo di 13 Ragnesi e tre messe, due sorti, una a Lamport cui 1 4 Giacomo Mendini, 2 Bartolomeo Inama di Fondo, 3 Noce (Sono le future p.f. 271 e 272) e una alla Tezza di Cambiel cui 1 strada imperiale, 2 Giacomo Mendini, 3 Noce, 4 Giacomo Antonio Inama. (Sono le future p.f. 408-409) Le dette sorti erano state acquisite dalla comunità di Dermulo agli eredi di Giacomo Antonio Mendini, come da rogiti di Nicolò Bergamo del 1748.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta I f.112)

 

15 maggio 1757 Dermulo

Nel luogo solito regolanare, presso la casa di Giacomo Mendini, presenti don Pietro Antonio Barbacovi, primissario di Dermulo e Giacomo Endrizzi. Costituiti i vicini in pubblica regola, Giovanni Cristano Emer e Giuseppe Tamè intervenente a nome di Giovanni Battista fu Bartolomeo Inama assente, regolani della comunità, i nobili Giacomo fu Giacomo Mendini e Giacomo fu Silvestro Inama, Francesco Mendini, Bartolomeo Mendini, messer Giovanni Giacomo fu Giovanni Giacomo Inama, Giacomo fu Ottavio Inama a nome proprio e di Silvestro Inama suo fratello assente, il regolano Emer a nome di Vittore Tamè assente, Antonio Inama anche come masadore di Giovanni Bonifacio Betta, Giuseppe Massenza, Giovanni Battista fu Giovanni Battista Inama, Giuseppe Tamè, Gaspare Inama, Domenico Massenza, il regolano Emer per Bartolomeo e Floriano Inama di Fondo, Giacomo fu Michele Inama, Bartolomeo Mendini come tutore delle figlie del fu Antonio Mendini, i quali liberano dal pascolo in perpetuo dal 25 marzo di ciascun anno fino che saranno finite le vendemmie nella villa di Taio, e in caso di mal tempo fino a quando possa essere manipolato bene il fieno e condotto alle case di Giacomo fu Silvestro Inama e Giacomo Mendini. Per il primo sui suoi prati a Pramartinel a cui confinano 1 da tre parti il bosco, lo stesso Inama, Giovanni Giacomo fu Giovanni Giacomo Inama, Bartolomeo Mendini livellario Guelmi e castel Bragher, 2 il rido (il Rizagn), 3 fiume Noce, 4 lo stesso Giacomo fu Silvestro con l’Ischia e Giacomo fu Giacomo Mendini con prato e bosco. Liberano pure il prato di Giacomo fu Giacomo Mendini a Pramartinel. Liberano pure i prati all’Ischia di Giacomo fu Silvestro Inama cui 1 Giacomo fu Giacomo Mendini, 2 Giacomo fu Silvestro Inama, 3 fiume Noce, 4 Giacomo fu Giacomo Mendini. Liberano pure il prato di Giacomo fu Giacomo Mendini a Pradapont cui 1 lo stesso con bosco, 2 Giacomo fu Silvestro Inama come pure al 3 in parte e parte il Noce, 4 chiesa di Dermulo con prato. Liberano pure dal pascolo il prato della chiesa di Dermulo presente il sindaco Francesco Mendini. Per lo sgravio da questa servitù, Giacomo fu Silvestro Inama  paga 150 Ragnesi, mentre Giacomo fu Giacomo Mendini, 25 Ragnesi.

(ASTn Notaio Antonio Bonaventura Innocenzo Barbacovi di Taio f.433)

 

7 ottobre 1759 Taio, nella casa di Giacomo Antonio Inama

Domenico Massenza regolano e sindico generale all’infrascritto fine in rogiti Widmann, col consenso del coregolano Giuseppe Tamè, ha liberato Giovanni Giacomo Inama di Dermulo ora abitante a Taio di un capitale di 14 Ragnesi, accollatigli a favore di Vittore Tamè e altro di 19 Ragnesi che pagava esso per prezzo di certi beni comunali venduti in rogiti Panizza.

(ASTn Notaio Alfonso Baldassarre Bergamo di Taio Busta III f.22)

 

5 luglio 1760 Cles

Domenico figlio di Luca Massenza regolano della comunità di Dermulo, aveva riscosso l’anno addietro un capitale di 33 Ragnesi da Giovanni Giacomo Inama Rodaro di Dermulo ora abitante a Taio. Il capitale era dovuto dall’Inama alla comunità. Ma in occasione della pubblica regola Domenico Massenza non ne diede conto, per cui Cristano Emer regolano lo esigeva dal padre Luca. Domenico si accollava quindi di pagare per la comunità un capitale di 30 Ragnesi presso il sig. Giacomo Inama di Taio, e di pagare anche i rimanenti 3 Ragnesi quando la comunità glielo avrebbe richiesto.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta I f.68)

 

23 maggio 1760 Trento

Giacomo fu Giacomo Mendini e Giacomo [Antonio] fu Silvestro Inama, avendo comprato dalla comunità di Dermulo la servitù di pascolo in certi loro prati, per circa un mese all’anno, come appare da rogiti di Antonio Barbacovi del 15 maggio 1757, e perché la comunità ha richiesto il placet del vescovo, ora con il presente atto si accingevano a richiedere.

(ASTn Libri Copiali n.39 cc.120)

 

5 luglio 1761 Dermulo

Nel luogo solito della regola comandata dal saltaro Giovanni Inama d’ordine della vicinanza e mag.co Giuseppe Tamè regolano. Presenti Filippo Moncher di Coredo e Gaspare Rovati di Rabbi pastore nella villa di Coredo. Comparsi Giuseppe Tamè regolano, Giacomo fu Ottavio Inama altro regolano, in quel momento eletto dai vicini mediante il giuramento da esso prestato in mani di Francesco Mendini, sindaco di questa comunità, il medesimo Mendini, Bartolomeo Inama di Fondo a nome del quale interviene Domenico Massenza suo affitalino, Floriano Inama di Fondo per cui interviene il fittalino Gaspare Inama, Gaspare Inama a nome proprio, Giuseppe Massenza, Antonio fu Giovanni Battista Inama, Giovanni Battista Inama, Domenico Massenza a nome proprio, Cristano Emer con facoltà concessa vocalmente al notaio, Bartolomeo Mendini per cui interviene il regolano Tamè, Giacomo fu Michele Inama per cui interviene lo stesso regolano, Giacomo Antonio Inama per cui interviene Giovanni Inama suo affitalino, Giovanni Giacomo fu Giacomo Inama per cui interviene Silvestro Endrizzi suo affitalino, Giovanni Bonifacio Betta per cui interviene Antonio Inama suo affitalino. Hanno eletto loro sindaco Sigismondo Particella per rappresentarli nella causa pendente fra la comunità e Giacomo Mendini presso l’eccelso Consiglio di Trento.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta I f.22)

 

26 ottobre 1761 Taio

I regolani di Dermulo, Giuseppe Tamè e Giacomo fu Ottavio Inama, siccome la comunità per pagare debiti aveva bisogno di 50 Ragnesi, si decise di prenderli a prestito da Giuseppe Zambiasi di Nanno, abitante a Taio che sborsa il denaro da restituire in quattro anni al tasso del 5%. La comunità obbliga tutti i suoi beni.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta I f.48)

 

29 settembre 1763 Taio

Costituiti Vittore Tamè e Giacomo Inama, regolani di Dermulo e Bartolomeo Mendini sindaco della comunità come in rogiti Rizzardi, dichiarano di aver ricevuto da Pietro Antonio Panizza 100 Ragnesi al 5 %, per diverse urgenze, e per questo obbligando tutti i beni della comunità.

(ASTn Notaio Francesco Vigilio Barbacovi di Taio Fascicolo 8)

 

17 settembre 1764 Taio

Bartolomeo Mendini e Silvestro Endrizzi, regolani della comunità di Dermulo, vendono per 105 Ragnesi ad Antonio figlio di Antonio Micheli di Vion, una arativa e vignata nelle pertinenze di Vion nel luogo alle Marchette.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta I f.37) (Anche AP Taio)

 

12 aprile 1767 Taio

I regolani Giovanni Inama e Silvestro Inama, investono, a nome della comunità di Dermulo, Giacomo figlio di Antonio Micheli di Vion, di un prato in quelle pertinenze.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta I f.24)

 

18 maggio 1767 Dermulo

Congregata in pubblica regola la comunità di Dermulo, Giacomo e Silvestro fu Ottavio Inama regolani, Giovanni Inama Saltaro e i vicini, Francesco Mendini, Gaspare Inama a nome proprio e rendatore degli eredi Inami di Fondo, Antonio Massenza, Antonio Inama, Antonio Tamè, Giovanni Inama a nome proprio e curatore eredi di Giovanni Battista Inama, Silvestro Endrici rendatore dei Mendini di Sanzeno, Bartolomeo Mendini, Romedio fu Vittore Tamè, Giovanni Inama rendatore del Sig. Giacomo [Antonio] Inama, Antonio Inama rendatore Betta, Andrea Endrizzi rendatore di Giovanni Giacomo Inama abitante a Taio. Siccome la comunità aveva bisogno di 50 Ragnesi per sanare alcuni debiti, si delibera di prenderli a prestito da Giuseppe Sicher di Coredo.

(ASTn Notaio Alfonso Domenico Widmann di Coredo Busta III)

 

4 agosto 1768 Dermulo, nel solito luogo della regola

La regola è comandata dal saltaro Giacomo fu Ottavio Inama per nominare sindaco Giuseppe Geremia, che dovrà recarsi presso l’Eccelso Consiglio Aulico di Trento per esporre le ragioni della causa in atto fra la comunità e Romedio Mendini. Il regolano è Giovanni Giacomo Inama, il saltaro Giacomo fu Ottavio Inama e fra i vicini troviamo, Francesco Mendini anche a nome degli eredi di Floriano Inama di Fondo e del sig. Bartolomeo Inama pure di Fondo, Gaspare Inama tramite Silvestro suo figlio, Antonio Massenza, Lucia vedova di Giovanni Battista Inama, Domenico Massenza mediante il regolano Bartolomeo Mendini, Silvestro Inama, Giovanni Inama a nome di Giacomo Antonio Inama, Antonio Inama per se e affitalino di Bonifacio Betta, Giuseppe Tamè, Maria vedova di Antonio Mendini mediante il cognato Francesco Mendini.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta II f.65)

 

25 novembre 1768 Dermulo in casa di Giacomo fu Michele Inama.

Presenti Giacomo fu Michele Inama e Andrea Endrizzi, regolani della Comunità e Giacomo fu Ottavio Inama, saltaro e i vicini, Gasparo Inama, Francesco Mendini anche rendatore degli Inama di Fondo, Silvestro fu Ottavio Inama, Antonio Inama, Giovanni Inama anche rendatore Betta, Antonio Massenza, Silvestro Endrizzi rendatore Mendin, Giuseppe Tamè a nome paterno, Lucia vedova di Giovanni Battista Inama tutrice figliale, Romedio fu Vittore Tamè.  La comunità si costituisce debitrice di Giuseppe fu Antonio Sicher di Coredo per 100 danari da Ragnesi 4 e 6 Carantani l’uno.

(ASTn Notaio Alfonso Domenico Widmann di Coredo Busta III)

 

27 novembre 1772 Taio

Cristano Emer non potendo pagare un debito di 43 Troni e 10 Carantani che aveva con la Comunità di Dermulo, (doc.12/06/1763) cedeva a questa, come pegno, rappresentata dal suo Regolano Bortolo Mendini, due manzi di pellame formentino chiaro. Il prezzo degli animali sarà stimato dai fratelli Giovanni e Antonio Inama e l'Emer non potrà vendere gli animali finchè non avrà saldato il debito e in accordo con la comunità.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta III f.37)

 

4 giugno 1773 Dermulo, nel somasso di casa Mendina

Riuniti i vicini della comunità di Dermulo avvisati dai regolani Bartolomeo e Francesco Mendini, presenti Maria vedova di Antonio Mendini, Gaspare Inama, Antonio Massenza, Antonio Inama per se e tutore del nipote Giovanni Battista, Domenico Massenza, Giuseppe Tamè, Romedio Maria Mendini, Giovanni Cristano Emer, Romedio Maria Mendini curatore dei fratelli Mendini di Sanzeno, Giacomo e Silvestro fratelli Inama, Giacomo Inama, Giacomo fu Michele Inama, Bartolomeo Mendini con voto di Giacomo Inama, hanno venduto a Bonifacio Floriano Betta, loro convicino di Malgolo, un sito greggivo comunale alle Voltoline cui 1 2 strada comunale, 2 Giacomo fu Michele Inama livellario Luchi, 3 il rido detto dal Vignal 4 Giovanni Giacomo Inama per 170 Ragnesi. Inoltre un altro sito alle Voltoline, cui 1 casa Bombardi, 2 Giovanni Giacomo Inama, 3 lastivo pendente comunale spigolo, 4 óro e piaggio comunale, per 30 Ragnesi. La comunità vende anche a Cristano Emer un sito alle Voltoline per 26 Ragnesi. I soldi ricavati saranno divisi fra i vicini e utilizzati per altri usi della comunità.

(ASTn Notaio Alfonso Domenico Widmann di Coredo Busta IV)

 

14 dicembre 1773 Dermulo, nella stua della casa di Romedio Maria Mendini

Presenti i testimoni Nicolò Schadler e Giacomo Emer. I regolani Francesco e Bortolo Mendini, avvisati dal saltaro Giovanni Mendini a nome del fratello Romedio presente, al suono della solita campana, Francesco Mendini rendatore di casa Inama di Fondo, Gaspare Inama, Tomaso Antonio Massenza, Antonio Inama a nome anche del nipote Giovanni Battista Inama, Domenico Massenza, il nobile Romedio Maria Mendini a nome anche dei nipoti Mendini di Sanzeno dei quali è curatore, Giacomo fu Ottavio Inama e Giacomo fu Michele Inama, Giovanni Inama anche come rendatore del nobile Giacomo Inama di Taio, e Bonifacio Betta come rappresentante della famiglia Betta di Malgolo. Si dice che pendeva fra la comunità e la famiglia Betta di Malgolo una vertenza in quanto i Betta pretendevano di essere Nobili Rurali e quindi esenti da varie Regonalerie, Giurarie, Sindacarie, Saltarie, Collette, inquartierazioni di soldati e altri aggravi. La comunità di Dermulo con questo documento riconosceva i Betta come nobili rurali, in ordine alla sentenza Compagnazzi del 1510, ma in cambio i Betta avrebbero dovuto pagare alla chiesa di Dermulo, un capitale di 70 Ragnesi, che era dovuto dalla comunità, entro il termine di quattro anni. La famiglia Betta doveva comunque sottostare alla saltaria delle campagne.

(ASTn Notaio Alfonso Domenico Widmann di Coredo Busta IV)(Anche AP Taio)

 

9 marzo 1774 Taio f.538

Giacomo Antonio fu Silvestro Inama, dona alla comunità di Taio un fondo nelle pertinenze di Dermulo nel luogo alla Croce a Dermulo di tre Stari e una Minela, cui da due parti Domenico Massenza, strada consortale e chiesa di Dermulo.

(ASTn Notaio Antonio Bonaventura Innocenzo Barbacovi di Taio f.538)

 

18 dicembre 1774 Dermulo

La comunità di Dermulo è riunita in regola nella casa di Romedio Mendini, in presenza dei testimoni Silvestro e Antonio Endrizzi, dei regolani Francesco Mendini e Gaspare Inama ed i seguenti vicini: Bonifacio Betta, Romedio Mendini anche a nome del nipote Michele e del fratello Giacomo Mendini, Giovanni Inama anche a nome del genitore Giacomo, Giovanni e Antonio fu Giovanni Battista Inama, Giacomo fu Michele Inama, Giuseppe figlio di Giacomo fu Ottavio Inama a nome paterno, Cristano Emer, Bartolomeo Mendini, Silvestro Inama, Maria vedova di Antonio Mendini a nome delle sue figlie, Lucia vedova di Giovanni Battista Inama per suo figlio Giovanni Battista pupillo, Antonio Massenza, i signori Inama di Fondo tramite il loro rendatore, il regolano Francesco Mendini, sono assenti Domenico Massenza e Giuseppe Tamè che hanno dato il consenso nelle mani del regolano Mendini. La comunità riceve un censo di 300 Ragnesi dai fratelli don Gasparo e Antonio Chilovi di Taio che viene assicurato sui due prati alla Pozzata di Sopra di 20 Stari, cui 1 2 Bartolomeo Mendini livellario Guelmi, 2 Romedio Mendini, 3 strada pubblica, 4 rivo. Un altro prato alla Pozzata di Sotto di 9 Stari, cui 1 strada consortale, 2 Francesco Mendini livellario del signor Giacomo [Antonio] Inama, 3 bosco comune, 4 la strada suddetta e in parte il comune.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta III f.122)

 

4 novembre 1778 Dermulo

Presente Giacomo Endrizzi abitante a Dermulo e Antonio Rizzardi di Coredo. Qui furono congregati i magnifici Giovanni Mendini, regolano di Dermulo e Giacomo fu Ottavio Inama sostituto dall’altro regolano Domenico Massenza, assente dal paese e con ammonizione del saltaro Francesco Mendini presenti: Gaspare Inama, Antonio Massenza, Giuseppe Tamè, Romedio Mendini, Bartolomeo Mendini Antonio Tamè rendatore di Giovanni Maria Tamè, Giovanni Emer rendatore Betta, Giovanni fu Giovanni Battista Inama, a nome anche dell’assente Domenico Massenza, Cristano Emer, Baldassarre Inama, nonché dei due abitanti a Taio, Giacomo Antonio Inama e Giovanni fu Giovanni Giacomo Inama. Conferiscono autorità al sindaco Giovanni Mendini, già eletto l’11 agosto per lo stesso scopo, di fare rappresentanza presso Trento per l’erezione di una Primissaria, e di retribuire il primissario con 20 Ragnesi annui da ricavare con incanti, più la legna dal bosco di Santa Giustina goduto ora dall’eremita Giovanni Battista Rosetta, che quasi mai dimorava all’eremo e quindi non se ne poteva servire. Una casetta con orto a Dermulo, sempre poco abitata e molto peggiorata ma che la comunità si obbliga di rendere abitabile. Se la rendita non fosse sufficiente sarà integrata con denaro della chiesa.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta IV f.79)

 

4 dicembre 1778

Si dice che la comunità di Dermulo è gravata da debiti anche per aver soccorso i poveri presenti in paese, di aver fatto ricorso il 19 ottobre 1778 e di aver livellato alcuni terreni greggivi di poco conto al fine di mantenere il Primissario, senza pensare al primario bisogno di sfamarsi. Per tale motivo i regolani a nome della comunità pregano il vescovo di dare l’autorizzazione ad alienare due prati comunali del valore di 500 Ragnesi e ipotecati per 300 a condizione che i compratori debbano, in caso di vendita, preferire la comunità. Quindi i qui presenti sospirano con le mani giunte e le lacrime agli occhi la grazia. Firmato Giovanni Mendini e Giacomo fu Ottavio Inama regolani di Dermulo. (Lo scritto allegato al documento sotto riportato del 24 dicembre 1778 f.101, non sembra opera del notaio Bergamo, ma non credo nemmeno dei regolani)

 

23 dicembre 1778 Dermulo Nell’abitazione di Bartolomeo Mendini luogo indetto per la regola stante la fredda stagione.

Il comune di Dermulo, tramite i regolani Giovanni Mendini e Giovanni Emer, sostituito dalla regola in luogo di Domenico Massenza, precede all'incanto per la concessione a livello di sei terreni al Raut per il mantenimento del Primissario. A Bartolomeo Mendini una pezza di terreno con una cavata da settentrione benché da lui reso parzialmente a cultura al Raut cui 1 strada comunale, 2 Giovanni Emer, come successore di altra pezza toccata a Francesco Mendini, 3 Gaspare Inama con arativo, 4 Bartolomeo Mendini con proprio fondo e piccola parte il comune. A Francesco Mendini una pezza di terra boschiva al Raut, poi concessa per metà a Giovanni Emer, cioè quella parte di sopra che per intero confina la strada comunale, 2 Lucia vedova di Giovanni Battista Inama con altro incanto, 3 strada consortale e maggior parte imperiale, 4 eredi di Gregorio Endrizzi di Mezzotedesco e Bartolomeo Mendini con suo incanto. A Lucia vedova Inama a nome di suo figlio pezza boschiva aderente all’altra al Raut ossia alle Doi Vie, 1 via comunale, 2 Antonio Tamè con incanto, 3 strada imperiale, 4 i detti Mendini e Emer. Ad Antonio Tamè, pezza boschiva annessa alla precedente cui 1 strada comunale, 2 comune, 3 strada imperiale, 4 Lucia vedova Inama. A Francesco Mendini, sito grezzivo a Campolongo cui 1 Antonio Barbacovi, 2 rido, 3 strada pubblica, 4 strada consortale. A Giovanni Emer, sito grezzivo alle Voltoline cui 1 un fosso comunale, 2 il rido, 3 il compratore, 4 la strada comunale. Per cui i regolani e i vicini Romedio Mendini, Bartolomeo Mendini, Francesco Mendini, Giovanni Francesco Inama, messer Giovanni Inama, Gaspare Inama, Giuseppe Tamè, Antonio Massenza, Lucia vedova Inama, Antonio Tamè rendatore di Giovanni Maria Tamè, Giacomo fu Ottavio Inama mendiante intervento di Bartolomeo Mendini hanno investito per 19 anni i predetti vicini che hanno promesso di ridurre a coltura i terreni e pagare l’accordato frutto del 5% ogni anno a San Michele.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta IV f.100)

 

24 dicembre 1778 Dermulo, nel piazzolo solito delle regole.

Presente il saltaro Francesco Mendini e convocati al suono della campana i seguenti vicini, Antonio Inama sostituito dal compratore Giovanni Mendini e Giovanni Emer sostituito dalla regola in luogo di Domenico Massenza coregolano assente dalla patria e Romedio Mendini, Bortolo Mendini, Francesco Mendini, Giovanni Francesco Inama, Giovanni Inama, Gaspare Inama, Giuseppe Tamè, Antonio Massenza hanno trasferito a Giovanni Mendini, accettante con il consenso paterno, un prato grande con un pezzo boschivo nelle pertinenze di Dermulo detto alla Pozzata di Sopra, cui 1 Bortolo Mendini col fondo proprio e livellario Guelmi, 2 Romedio Mendini in parte anche da mattina, 3 strada pubblica, 4 il rido e in parte il Mendini livellario Guelmi. Un prato più piccolo nelle stesse pertinenze, detto la Pozzata di Sotto ossia Casetta, con qualche albero, cui 1 strada comunale, 2 Sig Giacomo Inama, 3 4 il comune. Tale vendita fu fatta perché il Mendini si era addossato un capitale di 300 Ragnesi presso don Gaspare Chilovi e il fratello Antonio Chilovi, assicurato su tali terreni. Ed inoltre ha sborsato altri 200 Fiorini al parroco Cristoforo Franceschini, deputato dall’Eccelsa Autorita per impiegarli al fine contenuto nella supplica. Col patto che la comunità possa riavere i prati dopo aver sborsato i 200 Ragnesi entro sei anni dal presente atto, trascorsi i quali detta clausola non sarà più valida. La comunità però non potrà avvalersi di questa clausola prima di 4 anni.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta IV f.101)(Anche AP Taio)

 

27 dicembre 1778

Giovanni Mendini, vivente separato dal padre Bartolomeo, istituisce un censo passivo di 100 Ragnesi verso don Giovanni Battista Marcolla fu priore di San Romedio abitante a Coredo, che assicurava sui suoi prati alla Pozzata di Sopra e di Sotto appena comprati dalla comunità di Dermulo, liberi a parte un capitale di 300 Ragnesi, ossia Fiorini, nei confronti Chilovi.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta IV f.102)

 

28 giugno 1779 Taio

Pietro fu Pietro Frasnelli, abitante da molti anni a Taio, chiedeva di poter essere eremita dei SS. Cipriano e Giustina, e la comunità di Dermulo in regola, dava l’assenso. La comunità però richiedeva una segurtà che veniva concessa dallo zio paterno, Stefano Frasnelli di Dardine. Stipulava il contratto il notaio, a nome dei regolani Giuseppe Tamè e Giovanni fu Giovanni Battista Inama assenti.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta III f.32)

 

11 settembre 1779 Dermulo

E’ indetta la regola nel luogo solito, dove viene nominato un sindaco nella persona di Bernardino Dusini di Cles, per agire nel foro di Cles nella causa della comunità mossa in atti Bergamo da Giovanni figlio di Bartolomeo Mendini già regolano di detta comunità. I regolani erano Giovanni fu Giovanni Battista Inama e Giuseppe Tamè, il saltaro,  Baldassarre Inama. Era presente anche Leonardo figlio di Cristano Emer come testimone ed i seguenti vicini: Francesco Mendini anche a nome degli Inama di Fondo, Giovanni Michele Inama, Giacomo fu Ottavio Inama anche a nome del nobile Giacomo Inama di Taio convicino della comunità, Cristano Emer, Giovanni fu messer Giovanni Giacomo Inama, Giovanni Emer figlio di Cristano a nome dei Betta di Malgolo, Antonio Massenza, Domenico Massenza tramite il regolano Giovanni Inama e Giovanni Battista fu Giovanni Battista Inama.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta III f.49)

 

30 aprile 1781 Dermulo, nella casa di Romedio Mendini, luogo destinato per regola atteso il tempo piovoso.

Presenti Giovanni Benassuti di Trento e Antonio Leonardelli di Coredo e i vicini: Domenico Massenza, Romedio Mendini, Francesco Mendini, Giovanni fu Giovanni Battista Inama, Giovanni Mendini a nome del suocero Antonio Inama, Giovanni Battista Inama, Giovanni Francesco Inama, Giacomo fu Ottavio Inama a nome proprio e rendatore di Giacomo Antonio Inama, Baldassarre Inama, Silvestro Inama, Giovanni Emer a nome dei signori Betta, Giuseppe Tamè, Antonio Massenza, hanno trasferito in locazione perpetuale della durata di 19 anni i seguenti beni:

a Giovanni Francesco Inama una pezza boschiva alle Voltoline cui 1 eredi di Valentino Sicher, 2 rivo comune di Dermulo, 3 comune di Dermulo con bosco e Giacomo fu Ottavio Inama, 4 eredi di Valentino Sicher e detto Inama.

A Domenico Massenza un pezzo di terra boschiva, ora ridotta coltura da lui, nel luogo Sopra le Due vie, cui 1 strada comunale, 2 bosco comunale, 3 strada pubblica, 4 Giovanni Maria Tamè.

A Giovanni Maria Tamè, successore di Antonio Tamè, una terra boschiva e grezziva ora in parte rautata di Stari 5 e Quarte 1 Sopra le due Vie cui 1 strada comunale, 2 Domenico Massenza, 3 strada imperiale, 4 Giovanni Battista Inama del valore di 100 Ragnesi.

A Giovanni fu Giovanni Battista Inama un sito crozivo alla Crosara cui 1 strada pubblica, 2 strada comune, 3 comune, 4 stesso compratore. Valutata 5 Ragnesi.

A Silvestro fu Gaspare Inama una terra boschiva e grezziva da porvi i termini mediante Giovanni Francesco Inama, a Rizola cui 1 comunità con sito boschivo, 2 esso Silvestro e fratello Giovanni, 3 il comune, 4 il ridato. Questa per l'importo di 12 Ragnesi.

A Giacomo fu Ottavio Inama un sitarello con arbori posto alla Croce di Rivalem, cui la strada pubblica, il ri ed esso Inama. Un sito grezzivo e lastivo a Rizzavi, cui 1 2 esso Inama, 3 strada pubblica, 4 strada che serve per godere li beni di castel Bragher. Un boscato con roveri e pezzi a Cambiel ossia Spinate, cui 1 bosco della chiesa e Romedio Mendini, 2 esso Inama, 3 Giovanni Battista Inama con bosco 4 Panizza con bosco, per la somma di 25 Ragnesi.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta VI f.28)

 

4 novembre 1781 Dermulo, nella stufa della casa di Romedio Mendini luogo della regola stante la frigida stagione.

Presenti i testimoni Giacomo Endriocher e Michele Mascotti di Coredo, Bartolomeo Mendini e Giuseppe Tamè regolani, e congregati i seguenti vicini: Pietro fu Francesco Mendini, Giovanni fu Gaspare Inama, Silvestro Inama fratello, Antonio Massenza, Giovanni Mendini a nome del suocero Antonio Inama, Giovanni Battista Inama, Domenico Massenza, Sig. Romedio Mendini, Cristano Emer, Giacomo fu Ottavio Inama, Giovanni fu Giovanni Battista Inama, Giuseppe Inama a nome del S. Giacomo Antonio Inama, Giovanni Francesco Inama, Giovanni Emer a nome Betta, hanno dato in locazione perpetuale per 19 anni, autorizzati dal vescovo, a Bartolomeo Mendini, figlio del suddetto Bartolomeo regolano, un bosco pendente alle Voltoline cui 1 Giovanni Francesco Inama, 2 il rido, 3 altro rido piccolo ossia Giovanni Emer, 4 Giacomo Inama, per la somma di 70 Ragnesi. Ad Antonio Massenza un bosco piantato a pini e qualche larice nel luogo alla Croce che sarà stimato dal regolano Bartolomeo Mendini e da Giovanni Francesco Inama, cui 1 strada comune, 2 comune con bosco, 3 strada pubblica, 4 Domenico Massenza, livellario della comunità. Con l’obbligo di rendere coltivabili i boschi con l’impianto di viti.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta VI f.69)(Anche AP di Taio)

 

16 dicembre 1781 Castel Thun

Bartolomeo Mendini, regolano di Dermulo, per ordine della vicinia, aveva chiesto un prestito di 300 Ragnesi al conte Basilio Thun che avrebbe utilizzato per liberarsi di un debito di uguale entità presso don Gaspare Chilovi. I soldi dovevano essere restituiti entro due mesi dalla data di richiesta.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta VI f.85)

 

21 ottobre 1782 Dermulo, nella casa di Romedio Maria Mendini.

Convocata la regola mediante il saltaro Giovanni fu Giovanni Battista Inama, presente Antonio Endriocher masadore Thun. Giovanni Maria Tamè e Giovanni Mendini regolani, Pietro Mendini, Giovanni Michele Inama, Silvestro Inama, Antonio Massenza, Giovanni Battista Inama, Antonio Inama mediante il genero Giovanni Mendini, Domenico Massenza (erroneamente fu scritto Domenico Inama), Giuseppe Tamè, Romedio Maria Mendini, Cristano Emer, Bortolo Mendini mediante il figlio Giacomo, Giacomo fu Ottavio Inama, Baldassarre Inama, Giovanni fu Giovanni Battista Inama, Giovanni Francesco Inama, Giovanni Emer masadore Betta. I vicini hanno liberato dal diritto di pascolo in ogni tempo ed ogni altro stabile del Maso alle Voltoline, per quella porzione che ridotta a coltura esiste sul tenere della villa di Dermulo. E ciò hanno fatto per i prezzo di 25 Ragnesi qui contati e consegnati dal conte Thun.

(ASTn Notaio Alfonso Domenico Widmann di Coredo Busta VI)

 

17 dicembre 1782 Dermulo, nella casa del maestro Bortolo Mendini.

Alla presenza del testimone Pietro Frasnel fu eremita. Personalmente congregati i vicini di Dermulo avvisati focatim la sera precedente dal saltaro Giacomo figlio di Bortolo Mendini e convocati al segno della campana: Giovanni Maria Tamè e Giovanni Mendini Regolani, Pietro Mendini mediante voto in scritto lasciato, Maria Mendini pure con voto scritto, Bartolomeo e Vigilio Inama di Fondo pure con voto scritto, Giovanni [Michele] fu Gasparo Inama, Silvestro Inama presenti, Antonio Massenza presente, Antonio Inama mediante il genero Giovanni Mendini, Giovanni Battista Inama, Giuseppe Tamè, Romedio Maria Mendini, Giovanni Cristano Emer, Giacomo fu Ottavio Inama, Baldassarre Inama, Giovanni fu Giovanni Battista Inama, questi tutti presenti, gli eredi di Bonifacio Betta con voto scritto. I vicini asserendo essere tutto il corpo del vicinato, a riserva di Giovanni Francesco Inama e Domenico Massenza, che presenti, non intendono dare il voto per la tenuità del prezzo, hanno aggregato in convicino di questa onoranda comunità, sua eccellenza Giovanni Vigilio Thun, così che nella convocazione delle regole sia dato avviso nella casa Thun qui a Dermulo, e abbia il diritto di tenere godere e usufruttuare e possedere come ciascun vicino, sia l’utile che l’aggravio. Ciò hanno fatto per l’importo di 75 Ragnesi, cioè circa 4 Ragnesi per fuoco, qui in denaro d’oro e argento mandati da sua Eccelenza il conte, e dai regolani imborsati a riserva della porzione dei due contrari che fu lasciata in deposito presso il cancelliere, in ragione di Troni 17 e Carantani 9 per fuoco, come in effetti fu diviso il denaro. I due contrari Domenico Massenza e Giovanni Francesco Inama hanno poi dato l’assenso al convicinato dei Thun, ritirando con ricevuta, rispettivamente il 22 dicembre 1782 e il 28 gennaio 1783 la loro quota di 17 Troni e 9 Carantani, spettante.

(ASTn Notaio Alfonso Domenico Widmann di Coredo Busta VI)

 

27 dicembre 1784 Taio

Siccome Giovanni figlio di Bortolo Mendini aveva acquistato il 24 dicembre 1778 in rogiti Bergamo, dal comune, i due prati alla Pozzata, si era accollato nei confronti della comunità un capitale di 300 Ragnesi al 6% dovuti ai fratelli don Gaspare e Antonio Chilovi e fondati su tali prati. Il 18 dicembre corrente il Mendini pagava il capitale e ora chiedeva ai Chilovi il documento di liberazione.

(ASTn Notaio Giovanni Pietro Demediis di Taio Busta IV f.52) 

 

26 gennaio 1785 Dermulo, in casa del nobile Bartolomeo Mendini

Congregati i vicini della comunità con segno della campana e avvisati focatim dal saltaro Mattia Mendini a nome di Giovanni Inama, presenti i regolani Bartolomeo Mendini e Antonio Endriocher e i vicini: Romedio Maria Mendini, Giacomo fu Ottavio Inama, Domenico Massenza, Silvestro Inama, Giovanni Battista Inama, Giovanni Inama, Giovanni Maria Tamè, Giovanni Emer manente Betta. Giovanni figlio di Bortolo Mendini vivente da anni separato dal padre affermava di aver ricevuto dalla comunità di Dermulo 200 Ragnesi depositati il 23 dicembre 1784 in rogiti Bergamo, per cui lasciava liberi alla comunità i due prati impegnati da Giovanni nel 1778, così che questi restavano a piena disposizione della comunità. Rimaneva a carico di questa il capitale di 300 Ragnesi presi ad interesse da don Gaspare Chilovi e dal fratello Antonio, e poi da castel Thun per pagarli allo stesso Chilovi che quindi si chiama tacitato. Siccome i 200 Ragnesi erano stati procurati da Giovanni Francesco Inama per conto della comunità che gli aveva venduto un terreno alle Voltoline, ora l'Inama rinuncia a qualsiasi pretesa. Da documento di supplica al vescovo allegato, si capisce che nel 1778 la comunità di Dermulo si vide costretta a vendere per 500 Ragnesi due prati comunali a Giovanni Mendini con il patto di poterli riscattare entro 6 anni. Ora si era avuto la possibilità di fare questa operazione vendendo per 200 Ragnesi un terreno alle Voltoline a Giovanni Francesco Inama. Il documento richiedeva al vescovo l’autorizzazione per poter vendere il terreno alle Voltoline.

(ASTn Notaio Alfonso Domenico Widmann di Coredo Busta VI)

 

17 luglio 1788 Dermulo

Siccome fu deciso il 20 maggio 1788 di risolvere la vertenza con Giovanni Mendini per aver tagliato 150 piante ai margini del prato alla Pozzata, e 4 tagliate dal saltaro per fare la tezza, volendo osservare quanto stabilito dall’art. 50 della carta di regola, dovrebbe pagare 2 Troni per pianta oltre al suo valore, che il tutto ammonterebbe a 300 Troni, ma fu stabilito dalla comunità di fargli uno sconto pagando la metà, quindi 150 Troni. I regolani Romedio Mendini e Giovanni Maria Tamè.

(AP Taio scritto dal regolano Romedio Mendini)

 

30 gennaio 1797 Taio

I regolani di Dermulo, Silvestro Inama e Giovanni Battista Inama, costituiscono un censo di 80 Ragnesi presso il parroco Monauni per urgenze della comunità per i quali hanno sottoposto a vincolo un gaggio piantato a pini e roveri ai Brusadicci, cui gaggi di Coredo, 2 Romedio Mendini e Giovanni Francesco Inama, 3 strada pubblica, 4 beni Guelmi di Scanna. Silvestro Inama un posto come segurtà un suo fondo a Risola, cui 1 Giacomo Papa di Coredo, 2 Giovanni Michele Inama fratello, 3 strada comune, 4 comune di Dermulo; e Giovanni Battista Inama un arativo vignato a Campolongo, cui 1 beni i castel Bragher, 2 Giacomo Endrizzi livellario Luchi di Sarnonico, 3 eredi di Antonio Inama 4 Giovanni fu Giovanni Battista Inama.

(ASTn Notaio Baldassarre Alfonso Bergamo di Taio Busta IX f.3)

 

29 luglio 1798 Taio

Mattia Mendini e Giovanni Battista Inama, regolani di Dermulo, siccome era stato richiesto dai loro predecessori di rendere francabili alcuni beni livellati perpetuamente e trasferiti a diversi particolari, in rogiti di Baldassarre Alfonso Bergamo padre del notaio rogatario, il 23 dicembre 1778, si decise di vendere i beni, per pagare anche le spese di guerra. Si trattava di un sito grezzivo a Rizzol, cui 1 strada pubblica e beni Guelmi, 2 beni Guelmi, 3 strada imperiale, 4 il notaio, che pervenne allora a Giovanni Emer per 93 Ragnesi. Assieme ad altri 141 Ragnesi derivanti da altri due terreni uno al Raut e l’altro alle Voltoline per un totale di 233 Ragnesi che pervennero in mano dei furono regolani Silvestro Inama, Giovanni Battista Inama, Giovanni Mendini e Giuseppe Mendini. Giovanni Emer richiedeva la ricevuta di pagamento ai presenti regolani.

(ASTn Notaio Valentino Bergamo di Taio f.36)

 

29 luglio 1798 Taio

La comunità di Dermulo, tramite i regolani Mattia Mendini e Giovanni Battista Inama, viste le preci dei precedenti regolani Giovanni Mendini e Giuseppe Mendini al vescovo, dà in locazione perpetuale a Innocente figlio di Domenico Massenza, un terreno alle Late confinante 1 2 il comune, 3 via comunale, 4 Silvestro Inama. (Allegato al documento anche la richiesta al vescovo per tale locazione avendo da sostenere spese per la presente guerra e per l’affrancamento dei terreni livellati nel 1778 in occasione dell’istituzione della Primissaria).

(ASTn Notaio Valentino Bergamo di Taio f.38) (Anche AP Taio)

 

12 agosto1798 Taio

La comunità di Dermulo, tramite i regolani Mattia Mendini e Giovanni Battista Inama, trasferisce in locazione perpetuale a Baldassarre Inama, una greggiva ora ridotta in coltura dallo stesso Inama, alle Late, cui 1 strada consortale, 2 beni comune, 3 strada imperiale, 4 Antonio Tamè livellario comunale. Col patto di potersi affrancare sborsando Ragnesi 64:3:6.

(ASTn Notaio Valentino Bergamo di Taio f.44)

 

2 dicembre 1798 Taio

Rinnovo di investitura da parte dei regolani Mattia Mendini e Giovanni Battista Inama a Giacomo e Antonio Brida dei terreni a Tres e Segno riconducibili al legato Salà. I Brida dovranno consegnare alla comunità annualmente, 23 Ragnesi trasformabili in grano e avena.

(ASTn Notaio Valentino Bergamo di Taio f.76) (Anche AP Taio)

 

22 aprile 1798 Taio

Si esponeva che la comunità di Dermulo per far fronte ad un debito con i conti Thun di Castel Thun pari a 300 Ragnesi, avesse ricevuto lo stesso importo di 300 Ragnesi il 15 dicembre 1797 da Domenico Panizza di Taio. Denaro versato il 16 dicembre 1797 dal regolano Giovanni Mendini (avuto in atti Bergamo 15.12.1781). Si passò quindi all’erezione del documento, per cui i regolani Giovanni fu Bartolomeo Mendini e Giuseppe fu Francesco Mendini, ricevevano da Domenico Panizza i 300 Ragnesi che sarebbero stati restituiti al 4% di interesse, ipotecando tutti i beni della comunità in genere e in particolare un prato alla Pozzata di Sopra di 20 Stara circa, cui 1 Matteo Mendini livellario Guelmi, 2 pure Matteo Mendini e Giacomo Mendini, 3 la strada pubblica, 4 il rido.

(ASTn Notaio Pietro Demediis Junior di Taio Busta II f.21)

 

5 gennaio 1801 Dermulo nella casa dei fratelli Mendini luogo solito della regola per la brutta stagione.

Sono presenti quali testimoni Giovanni (invece era Giacomo) e Antonio figli di Giacomo Endrizzi di Dermulo. In pubblica regola con avviso del saltaro Giuseppe Mendini con suono della campana i regolani Romedio fu Romedio Mendini e Mattia Mendini, sostituto di Innocente Massenza, e i seguenti vicini Giuseppe fu Romedio Mendini tramite il figlio Giuseppe, Giovanni Emer tramite il figlio Giovanni, Giovanni Michele Inama, Antonio Massenza, Lucia vedova Inama, Giacomo Endriocher masadore castel Bragher, Giovanni Maria Tamè mediante la moglie, Giovanni [Battista] [fu Giacomo] fu Ottavio Inama, Baldassarre Inama, Giuseppe Inama, d.no Giovanni Francesco Inama, Giacomo Endrizzi masadore Gentili, detto Giovanni Emer masadore Inama, Giovanni Massenza, Vigilio Massenza, Romedio fu Bortolo Mendini mediante la moglie, Innocente Massenza pure mediante la moglie. Per i bisogni di questa villa in questo anno penurioso di carestia, fondano in capitale passivo di 400 Fiorini in favore di castel Bragher sopra i beni comunali già obbligati verso la casa Panizza. Si tratta dei due prati alla Pozzata e alla Casetta. Il capitale da poter distribuire ai bisognosi e da restituire entro 6 anni. Viene incaricato Mattia Mendini della riscossione del denaro e della distribuzione del grano che deve fare col consenso dell’altro regolano e di Giovanni Francesco Inama. Pertanto il sindaco Mattia Mendini si dichiara debitore della famiglia Thun e di un tale Pichmayr di Coredo, della somma di 400 Fiorini. Il Pichmayr aveva sborsato 40 Fiorini in moneta d’argento, 252 Fiorini in cedole e per arrivare a 400 Ragnesi, un biglietto per ritirare 40 Stara di segale dal granaio di Castel Fondo.

(ASTn Notaio Giuseppe Alfonso Widmann di Coredo Busta II)

 

5 gennaio 1801 Dermulo, nella casa dei fratelli Mendini luogo solito della regola per la brutta stagione.

I regolani Romedio fu Romedio Mendini e Mattia Mendini sostituto di Innocente Massenza e tutti i vicini come nel documento qui sopra, hanno concesso a Giovanni Francesco Inama, la facoltà di esigere un censo su un fondo della comunità lavorato da Innocente Massenza, alle Late. Questo perchè Giovanni Francesco aveva prestato alla comunità 100 Fiorini.

(ASTn Notaio Giuseppe Alfonso Widmann di Coredo Busta II)

 

25 marzo 1801 Dermulo

Nel luogo solito della regola presenti don Nicolò Corradini primissario e Silvestro Endrizzi muratore. Si disse che ci fu una causa tra i fratelli Giuseppe e Pietro Mendini e la comunità di Dermulo perché i fratelli ritenevano di esser giustamente detentori di un fondo a Santa Giustina e un prato a Poz detto Sonda Longa di diretto dominio della chiesa, ma livellati ai detti fratelli e quindi fu convocata la regola tramite il saltaro e suono della campana e furono presenti: Giuseppe Mendini, Giovanni Emer rendatore Inama, Giovanni Michele Inama, Silvestro Inama, Antonio Massenza, Giovanni Mendini, Lucia vedova Inama, Innocente Massenza, Margherita moglie di Romedio Mendini a nome maritale, Giovanni Massenza, Romedio Mendini regolano, Giovanni Emer, Giacomo Endriocher masadore Thun, Mattia Mendini regolano, Giovanni Maria Tamè mediante il figlio, Giovanni [Battista] [fu Giacomo] fu Ottavio Inama, Giacomo figlio di Giovanni Francesco Inama a nome paterno, Baldassarre Inama, Giuseppe [fu Giacomo] fu Ottavio Inama, Giacomo Endrizzi a nome Betta tutta la comunità e essendo 17 voti negativi e positivi 3. Questa votazione serviva per confermare oppure no, l’investitura ai fratelli Mendini e quindi non fu confermata dalla comunità. Come si evince dal progetto allegato. Inoltre si dice che il fondo a Santa Giustina non era stato misurato bene e c’era un divario da quanto si ricava dall’investitura del 7 novembre 1774 rogiti Barbacovi. I 10 Ragnesi che dovevano versare al parroco, per una volta siano dati alla comunità stante la penuria di viveri. Da altro scritto, si ricava che l’affittanza dei terreni da quanto risultava era ad affitto semplice e non livellario.

(ASTn Notaio Valentino Bergamo di Taio f.19)

 

26 marzo 1804 Taio

La Comunità di Dermulo prende a prestito dagli eredi di Giovanni Emer e in specifico da altro Giovanni Emer, con l’assistenza di Alfonso Cova, una somma di 100 Fiorini per spese incontrate nella passata guerra e altri debiti assicurata su un prato chiamato Pragrand, cui 1 Giacomo Mendini, 2 strada imperiale, il rido e Matteo Mendini livellario Guelmi. Inoltre un altro prato alla Pozzata cui i fratelli Pietro e Giuseppe Mendini, Giovanni Mendini e i beni comunali. Beni questi gravati da un capitale di 400 Ragnesi a favore dei Panizza. I Regolani sono Romedio fu Romedio Mendini e Romedio fu Bortolo Mendini.

(ASTn Notaio Pietro Demediis Junior di Taio Busta III f.18)

 

29 luglio 1804 Taio

I regolani Giovanni fu Giovanni Emer e Giacomo Endriocher vendono a Silvestro Inama un terreno pascolivo al Gregiot cui 1 strada comunale, 2 strada, 3 compratore 4 il rido per 40 Ragnesi. Testimoni all’atto Pietro figlio di Giovanni Francesco Inama.

(ASTn Notaio Pietro Demediis Junior di Taio Busta III f.34)

 

 22 aprile 1805

Giovanni fu Giovanni Emer regolano di Dermulo, aveva assicurato sui suoi beni un capitale di 60 Ragnesi, presi a prestito a Castel Bragher, per i quali ipoteca un fondo a Campolongo 1 2 3 f.lli Mendini 4 via pubblica o beni del comune.

(ASTn Notaio Giuseppe Alfonso Widmann di Coredo Busta II)